Tariffe di terminazione al centro del braccio di ferro tra Ue e operatori. Le controverse proposte della Commissione

di Alessandra Talarico |

In esclusiva per Key4biz.it il Rapporto 'Assessing the impact of lowering mobile termination rates' di Frontier Economics presentato oggi a Bruxelles.

Unione Europea


Viviane Reding

Il settore delle telecomunicazioni è il più importante componente del comparto ICT europeo: rappresenta il 40% del suo totale per un valore stimato in circa 300 miliardi di euro.

 

Il mercato è dunque di vitale importanza per l’economia europea ed è per questo che è in corso un forte dibattito sulla proposta di riforma della regolamentazione del settore, per mezzo della quale la Commissione intende rafforzare da un lato la concorrenza e gli investimenti e creare un mercato unico delle telecomunicazioni nella Ue, dall’altro dare ai consumatori dei servizi fissi, mobili e Internet maggiori diritti e una migliore scelta.

 

Un accordo politico sul testo legislativo finale potrebbe essere raggiunto entro la fine dell’anno. Il nuovo quadro normativo dovrebbe quindi entrare in vigore in tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea entro il 2010.

 

Intanto però, si discute su come trovare il giusto equilibrio tra gli interessi degli operatori e le ragioni della Commissione.

Punto centrale della discussione sono le tariffe di terminazione, aspetto sconosciuto alla gran parte dei consumatori ma elemento fondamentale per l’economia delle società di telecomunicazione.

 

La terminazione è il servizio grazie al quale un operatore “consegna” la chiamata a un proprio cliente quando questa arriva dalla rete di un altro operatore, fisso o mobile che sia.

Le tariffe di terminazione sono dunque le tariffe all’ingrosso che gli operatori si praticano l’un l’altro per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi finali dei sevizi.  

 

Il calcolo del prezzo di terminazione è stato, ed è ancora, il cuore della regolazione del settore delle TLC, ma si tratta di un’attività molto complessa sia alla luce dei problemi legati alla quantificazione dei costi fissi e comuni  che caratterizzano l’offerta dei servizi, sia per i tentativi di influenzare il calcolo da parte delle imprese coinvolte.

 

Le tariffe di terminazione sono stabilite dalle autorità di regolazione nazionali e sussistono perciò nella Ue ancora forti disparità – da 0,02 euro al minuto di Cipro a 0,18 euro in Bulgaria – che la Commissione vorrebbe eliminare.

Le tariffe di terminazione mobile sono tra l’altro 9 volte più alte di quelle praticate nella telefonia fissa (0,0057 euro al minuto in media per una chiamata urbana).

 

Attualmente, sottolinea quindi la Commissione, gli operatori di rete fissa e i loro clienti sovvenzionano indirettamente per decine di miliardi di euro, gli operatori mobili, pagando tariffe sproporzionate quando dal telefono di casa chiamano un cellulare.

 

Simili squilibri finiscono per falsare la concorrenza sia tra gli operatori dei diversi Paesi Ue che tra gli operatori mobili e quelli fissi, ostacolando di fatto la realizzazione di un mercato unico europeo delle comunicazioni mobili favorevole alla concorrenza e ai consumatori.

 

Per questo motivo, dopo aver valutato oltre 770 proposte formulate dai regolatori nazionali negli ultimi 5 anni, la Commissione ha posto a consultazione una bozza di raccomandazione in cui viene messa in luce la mancanza di coerenza tra le tariffe dei singoli Stati membri e l’eccessiva disparità tra le tariffe mobili e quelle fisse.

 

Scarti che non possono essere giustificati interamente, spiega la Ue, dalle disparità tra i costi soggiacenti, le reti o le caratteristiche del mercati nazionali.

Le tariffe di terminazione infatti nella pratica si distinguono in relazione al servizio finale offerto, alla tecnologia utilizzata ed anche all’operatore che ne beneficia.

 

La bozza di raccomandazione, che sarà sottoposta al giudizio dei regolatori, delle imprese e degli Stati membri, prevede dunque principi chiari per determinare quali elementi dei costi debbano essere presi in considerazione nel momento di stabilire le tariffe di terminazione, nonché un metodo efficace di calcolo dei costi e una regolazione simmetrica.

Misure che dovrebbero servire a creare un ambiente regolamentare efficace e a ridurre gli squilibri della concorrenza e che tengono conto anche dei suggerimenti del gruppo dei regolatori europei (ERG).

 

Secondo il Commissario Reding, che insiste nel perseguire  un approccio armonizzato per le tariffe di terminazione in tutta la Ue “…è essenziale che le tariffe di terminazione mobile siano basate sui costi e che gli operatori siano incentivati ad incrementare la loro efficienza”.

 

Per gli operatori, però, questo approccio è troppo semplicistico e finirebbe per produrre l’effetto opposto a quello desiderato: a pagare di più, in ultima analisi, sarebbero i consumatori.

 

Il Rapporto Frontier Economics

Tabelle e Grafici allegati

 

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