Unione Europea
Detto, fatto. Il Commissario Ue per la Società dell’informazione e Media, Viviane Reding, ha rispettato quanto promesso a giugno, puntando su un progetto di Raccomandazione che riguarda l’accesso alle reti di nuova generazione, in particolare quelle in fibra ottica.
Il testo dovrebbe forzare tutti gli operatori dominanti ad aprire le proprie reti ai concorrenti, per la fibra così come per il rame.
Le disposizioni prevedono un meccanismo di “primo rischio” che punta a incitare i player a investire nella fibra, garantendo loro una sicurezza giuridica sufficiente e aiutandoli ad ammortizzare le spese.
Saranno anche autorizzati a fatturare l’accesso alla loro rete a un prezzo che va dal 10% al 12% dell’importo dell’investimento consentito per un periodo di cinque anni.
Il premio si stabilirà ai livelli fissati oggi dai regolatori nazionali per le reti in rame (2%-3%). Raggiungerà, in totale, il 12%-15%.
Questo progetto di Raccomandazione dovrebbe essere sottoposto entro ottobre a una consultazione pubblica per almeno due mesi.
I Paesi asiatici stanno già volando verso la fibra ottica. Il Giappone, la Corea e la Cina puntano rispettivamente al 95% (entro il 2010), al 92% (2010) e al 50% (2015) delle case raggiunte in fibra ottica.
Negli Usa, AT&T e Verizon hanno avviato operazioni che consentiranno di portare entro il 2010 la fibra ottica al 50% delle famiglie americane.
In Europa, la Francia spera di arrivare a collegare, entro il 2012, 4 milioni di famiglie alla fibra. Nel febbraio scorso,
Per quanto riguarda la banda larga, alla fine del primo trimestre 2008 erano quasi 102 milioni gli accessi nell’Unione europea. A rilevarlo è l’Ecta, (European Competitive Telecommunications Association), l’associazione presieduta dall’italiano
Stando ai dati raccolti, si è registrato un aumento del 20,9% l’anno. Nei Paesi nordici, la penetrazione delle reti broadband supera il 30%, la Danimarca evidenzia un tasso record del 36% della popolazione. Per contro, questa proporzione è inferiore al 10% nei quattro Paesi dell’Est (Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria).
La Ue contava 1,2 milioni di accessi in fibra ottica nel primo trimestre. In Svezia, il 5% della popolazione sarebbe collegato attraverso questa tecnologia. Lo Studio mette in luce che la penetrazione della fibra è significativa in diversi Paesi dell’Europa centrale e orientale (Lituania, Estonia, Slovenia e Slovacchia).
Secondo l’Ecta, la quota degli operatori storici nella banda larga è del 47%, una proporzione immutata da due anni a questa parte.
La loro fetta di mercato sarebbe aumentata in Francia, Belgio, Austria, Grecia, Finlandia e Irlanda. L’82% degli accessi broadband europei passerebbero attraverso le reti degli incumbent.
Leggermente diversa la situazione per quanto riguarda l’Italia, dove resta forte la presenza di Telecom Italia e la tecnologia cresce a ritmo lento. Permangono gli ostacoli del passato, mentre resta da colmare il digital divide sia tra regioni italiane che nel rapporto con gli altri Paesi Ue.
“I risultati – ha dichiarato
Per i consumatori, non è semplice migrare verso un operatore che offre servizi più veloci. Per Genna, innanzitutto i regolatori devono assicurarsi che le linee a banda larga possano essere utilizzati da diversi fornitori e non solo dai proprietari tradizionali.
Aggiungendo: “Numerosi utenti sono limitati nelle loro scelte e usano connessioni lente, perché la classe politica non pensa sia necessario permettere ai piccoli operatori tlc d’aver accesso alle connessioni in fibra ottica ultrarapide degli operatori storici“.