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I risultati di Wind non sembrano aver risentito della crisi che sta investendo il settore: la società guidata da Luigi Gubitosi ha chiuso il primo semestre con ricavi per 2,6 miliardi di euro, in crescita del 5,4% (escludendo l’impatto della controllata Tellas, deconsolidata da settembre 2007) rispetto al primo semestre 2007.
I ricavi da servizi di telefonia fissa ed internet si attestano a 807 milioni di euro, in crescita del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e risultati positivi si sono registrati anche per il comparto mobile: nonostante gli effetti dei tagli delle tariffe di terminazione e l’abolizione dei contributi di ricarica, i ricavi si sono attestati a 1,7 miliardi di euro, in crescita del 3,8%.
I clienti mobili di Wind hanno raggiunto quota 16,1 milioni, in crescita del 5,6%, ma è diminuito l’Arpu, attestandosi a 18,7 euro rispetto ai 19,0 euro registrati nello stesso semestre dell’anno precedente.
Nel corso del semestre, la società ha inoltre incrementato la propria base utenti a banda larga, raggiungendo quota 1,2 milioni di unità, con circa 300 mila nuovi accessi rispetto al 30 giugno 2007 e un crescente successo delle offerte flat.
L’utile netto è stato di 147 milioni di euro, contro un rosso di 122 milioni di euro l’anno precedente, mentre i debiti sono diminuiti di 342 milioni di euro e si attestano attualmente a 6,09 miliardi di euro, rispetto ai 6,44 di dicembre 2007.
Alla luce di queste performance, il gruppo potrebbe rinunciare alla vendita delle torri di trasmissione, avviata insieme ad H3G nel luglio dello scorso anno.
Le circa 18 mila torri delle due società, che racchiudono un appetibilissimo set di tecnologie – Gsm, Umts, Dvbh – erano già state fatte confluire nella newco Eiffel Tower Company.
Tre le offerte arrivate agli advisor (Morgan Stanley e Intesa-San Paolo): una dalla spagnola Abertis (Autostrade), che avrebbe presentato un’offerta in cordata con il gruppo di private equity Clessidra; la seconda da un consorzio formato dall’italiana Digital Multimedia Technologies (DMT) di Alessandro Falciai – attiva nel settore delle infrastrutture per comunicazioni e nell’offerta di prodotti e servizi che gestisce 825 torri e punta a salire a 1600 entro il 2010 – e dal Fondo Italiano per le Infrastrutture (F2i, adviser Lehman Brothers), affiancati dai fondi Babcock & Brown (Australia) e Rreff di Deutsche Bank e Unicredit.
La terza offerta era quella pervenuta dalla francese TdF, controllata dall’americana TPG e assistita in qualità di advisor da Lazardis.
La vendita delle torri, secondo le stime, avrebbe potuto portare fino a 2 miliardi di euro nelle casse dei due operatori telefonici.
Ma l’incerto futuro di H3G, la cui messa in vendita dovrebbe essere ufficializzata a breve, e i positivi risultati raggiunti, potrebbero far tornare Wind sui propri passi.
Per la seconda parte dell’anno, il gruppo prevede un’ulteriore crescita di ricavi, margini e utili, nonostante lo scenario macroeconomico negativo.