Unione Europea
Alla fine del primo trimestre 2008, erano quasi 102 milioni gli accessi a banda larga nell’Unione europea. A rilevarlo è Ecta, (European Competitive Telecommunications Association), l’associazione presieduta dall’italiano Innocenzo Genna rappresentativa dei principali operatori alternativi di rete fissa europei, che valuta l’attività delle Autorità di regolazione e l’adeguatezza dei contesti legislativi ed istituzionali di un numero sempre più ampio di Paesi europei.
Stando ai dati raccolti, si è registrato un aumento del 20,9% l’anno. Nei Paesi nordici, la penetrazione delle reti broadband supera il 30%, la Danimarca evidenzia un tasso record del 36% della popolazione. Per contro, questa proporzione è inferiore al 10% nei quattro Paesi dell’Est (Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria).
La Ue contava 1,2 milioni di accessi in fibra ottica nel primo trimestre. In Svezia, il 5% della popolazione sarebbe collegato attraverso questa tecnologia. Lo Studio mette in luce che la penetrazione della fibra è significativa in diversi Paesi dell’Europa centrale e orientale (Lituania, Estonia, Slovenia e Slovacchia).
Secondo l’Ecta, la quota degli operatori storici nella banda larga è del 47%, una proporzione immutata da due anni a questa parte.
La loro fetta di mercato sarebbe aumentata in Francia, Belgio, Austria, Grecia, Finlandia e Irlanda. L’82% degli accessi broadband europei passerebbero attraverso le reti degli incumbent.
Leggermente diversa la situazione per quanto riguarda l’Italia, dove resta forte la presenza di Telecom Italia e la tecnologia cresce a ritmo lento. Permangono gli ostacoli del passato, mentre resta da colmare il digital divide sia tra regioni italiane che nel rapporto con gli altri Paesi Ue.
“I risultati – ha dichiarato Innocenzo Genna – indicano che là dove i fornitori concorrenti e più modesti lanciano nuovi servizi con connessioni più veloci, il tasso di penetrazione della banda larga continua a crescere nettamente, mentre negli altri Paesi la copertura ristagna”.
Per i consumatori, non è semplice migrare verso un operatore che offre servizi più veloci. Per Genna, innanzitutto i regolatori devono assicurarsi che le linee a banda larga possano essere utilizzati da diversi fornitori e non solo dai proprietari tradizionali.
Aggiungendo: “Numerosi utenti sono limitati nelle loro scelte e usano connessioni lente, perché la classe politica non pensa sia necessario permettere ai piccoli operatori tlc d’aver accesso alle connessioni in fibra ottica ultrarapide degli operatori storici“.