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Un agosto mediale sonnolento: senza presidenza della Vigilanza, Rai in stallo, mentre Cinecittà, Arcus e Telecom Italia sopravvivono a sé stesse  

Italia


La prima decade di agosto segnerà una svolta, rispetto all’insulso “balletto” delle ultime settimane, ovvero degli ultimi mesi, nel “governo mediale” del Paese? E’ noto che, nella storia della Rai per esempio, i primi giorni del mese di agosto sono spesso stati quelli più adatti a soluzioni “improvvise”, uscite dal cappello magico dei prestigiatori politici: un po’ approfittando del calo di attenzione mediale, un po’ della chiusura dei lavori parlamentari, un po’ del caldo torrido che fiacca le coscienze. Nella storia della tv pubblica italiana, molte volte nomine importanti sono state decise da consigli di amministrazione di inizio agosto. E’ una delle tante patologie dell’Italia culturale e mediale.

 

Semplicemente scandalosa la dinamica che ha riguardato il tira-e-molla della Commissione di Vigilanza Rai, indegna di un Paese civile: avevamo scommesso che a settembre ci saremmo ritrovati con lo stesso Consiglio di Amministrazione Rai, delegittimato e inquieto, e così sarà. Il “caso Saccà” è sintomatico delle ipocrisie del nostro Paese: la vicenda ha un qualche elemento di gravità, ma non si può bloccare una intera azienda perché il responsabile della fiction è stato “intercettato” in alcune pratiche opinabili, ma “tipiche”. Crediamo che i neo-moralisti dovrebbero, prima di pontificare, ricordare i propri scheletri nell’armadio, perché certamente ne hanno. A parte la gravità dell’uso improprio, para-giuridico, di queste intercettazioni, crediamo che le “interazioni” tra alta dirigenza Rai e mondo politico di riferimento siano prassi quotidiana, a destra a sinistra al centro. Ciò non significa certamente assolvere tutti, né colpevolizzare tutti: lungi da noi una logica da “todos Caballeros”! Ma è inconcepibile che la tv pubblica sia costretta allo stallo da scontri ipocriti tra bande partigiane di “realisti” e “moralisti”.

 

I giornali dedicano fiumi di inchiostro a queste vicende, e nessuna eco del dibattito, vero e serio, sul ruolo del servizio pubblico nel nuovo scenario mediale, come ha scritto saggiamente Gaetano Stucchi il 23 luglio su queste colonne (leggi articolo).

 

La Commissione di Vigilanza è stata convocata per il 17 settembre: da quel momento, in caso di mancata elezione del Presidente – hanno stabilito i Presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani – le riunioni saranno convocate ad oltranza, soddisfacendo in questo modo, almeno in parte, le giuste proteste di Pannella e compagni, che hanno interrotto l’occupazione dell’aula della Commissione.

 

L’estate del 2008 verrà ricordata per la assoluta dinamica “low profile” delle politiche dell’Esecutivo in materia di cultura e media: è vero che il mitico “tax shelter” e “tax credit” a favore del cinema sono stati egregiamente recuperati dal taglio tremontiano grazie alla volontà del ministro Bondi, del sottosegretario Letta e della “pasionaria” parlamentare Carlucci, ma è altrettanto vero che la scure non ha risparmiato il bilancio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e la decisione è grave assai, perché, sebbene vi siano sacche di inefficienza nella forza-lavoro del dicastero, non è un mero “taglio” a determinare un incremento di efficienza e di efficacia della spesa pubblica.

 

Ed un giornalista acuto come Antonello Cherchi, scopre, su “Il Sole-24 Ore” del 28 luglio, che presso il Mibac ci sarebbe un “tesoretto” di 1,3 miliardi lire, somme mai spese accantonate negli anni, ancora disponibili, tra le pieghe del dicastero! Cherchi prende spunto da una inedita ricerca, effettuata sui rendiconti generali dello Stato dal 1996 al 2006 (l’ultimo disponibile), evidenzia che “in questi dieci anni il ministero ha dimostrato scarse capacità di spesa, perché – seppure con andamento altalenante – i residui passivi riferiti alle sole spese dei Beni culturali (esclusi, dunque, i settori dello spettacolo e dello sport) ci sono sempre stati. E consistenti”. Si tagliano i fondi alla cultura, e non si riesce nemmeno a spendere quelli disponibili: surreale!

 

E’ questo un altro esempio di deficit di conoscenza dei “policy maker” italiani: da anni ed anni, andiamo invocando la necessità di un “sistema informativo” evoluto (predittivo ex-ante e valutativo ex-post) dell’economia culturale italiana, soprattutto per quanto riguarda la spesa pubblica, tra Stato, Regioni, Province, Comune.

Si continuano a dare i numeri, cifre in libertà, ed il dibattito politico è basato su dati scritti sull’acqua.

 

In argomento, abbiamo incidentalmente scoperto l’avvenuto finanziamento da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con decreto del Ministro (Rutelli) 31 ottobre 2007, del progetto interregionale “La realizzazione di Osservatori regionali e la collaborazione con l’Osservatorio Nazionale nel settore delle politiche per lo spettacolo” relativo al triennio 2007-09, nell’ambito del “Patto per le attività culturali di spettacolo tra il Ministero per i beni e le attività culturali, le Regioni, le Province autonome, le Province ed i Comuni”, per complessivi 290.000,00 euro di cui 200.000,00 euro relativi all’attuazione della prima fase (giugno 2007-dicembre 2008) e 90.000,00 euro relativi all’attuazione della seconda fase (2009).

 

A che punto sono i lavori di questa lodevole iniziativa?

Nessuna traccia giornalistica di questa notizia, e nessuna evidenzia pubblica: a chi sono stati affidati questi danari, e con quali criteri? E quale rapporto di ricerca verrà prodotto?

 

Una altra vicenda di non trasparenza, così come non può non suscitare preoccupazione lo scadimento qualitativo della Relazione annuale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Tanto – ci si dirà – chi la legge, se non pochi “aficionados” (certamente tra i lettori di “Key4biz”)?! Altro che “conoscere per deliberare”: non ci stancheremo di ripetere che la lezione di Einaudi, in Italia, non solo non è inascoltata, ma assolutamente tradita!

E che dire, ancora, di quel che sta avvenendo a Cinecittà Holding o ad Arcus? Qualcuno ne ha notizia? Arcus è ancora in attesa del regolamento, e la Corte dei Conti, in un referto del 10 luglio, ha auspicato la trasformazione della stessa in fondazione, ma gli obiettivi strategici di quello he dovrebbe essere un braccio operativo del Ministero per interventi speciali mirati permangono assolutamente confusi. Il Ministro Bondi, il 27 luglio, ha annunciato che il Ministero ha a disposizione presso Arcus di 40 milioni di euro, e che egli intende destinarne 20 alla valorizzazione dei siti archeologici nazionali.

 

Cinecittà Holding è stata di fatto commissariata ed affidata all’Amministratore Unico Blandini, Direttore Generale Cinema del Mibac… Ma ancora nessuna notizia sui futuri possibili di questo sempre più “ente inutile”.

E, ancora, che dire della Treccani? A metà maggio, il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto della Enciclopedia Italia, sotto la presidenza di Francesco Paolo Casavola, ha confermato Cesare Geronzi come Vice Presidente del Cda e Francesco Tatò nella carica di Amministratore Delegato.

 

Ma qualcuno si pone il problema del ruolo vetusto che questa istituzione ha, nel panorama della cultura e dei media dell’Italia 2008?!

 

Della situazione critica di Telecom Italia, ha già scritto un editoriale di fuoco il Direttore Raffaele Barberio (leggi articolo), e crediamo che tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle telecomunicazioni italiani non possano non sottoscrivere il suo allarme.

Condividiamo anche, in argomento, la campagna ironica e provocatoria che “il Riformista” ha mosso nei confronti di Grillo: come mai Grillo , sulle vicende Telecom, da molte settimane sostanzialmente tace?! Gatta ci cova?

 

Del destino di La 7 e Mtv Italia, che dire, lasciate a sonnecchiare ai margini del triopolio Rai-Mediaset-Sky?! Il Vice Presidente della Commissione Trasporti, il pugnace Barbareschi, invita Campo dall’Orto a “lavorare assieme” in Parlamento, rispetto all’annunciata intenzione di presentare una proposta di legge (già soprannominata “legge Mtv”) : in occasione della presentazione del palinsesto 2008-2009, è stata annunciata la gestazione di una “legge Mtv”, che nascerà sottoponendo ai ragazzi target dell’emittente quattro temi che loro stessi hanno segnalato, legati a lavoro, scuola, ambiente e riforme istituzionali. A settembre, Mtv selezionerà degli studenti universitari che formuleranno le proposte, ed i “viewers” potranno scegliere dal sito dell’emittente quale delle quattro proposte portare avanti, procedendo poi con la raccolta delle 50mila firme nel corso degli eventi “live” di Mtv. Come dire?! Un altro caso di… “politica mediale” spettacolare.

 

E che dire – ancora – dello scottante “dossier Europa 7 ?! Una vicenda, anche questa, tra il surreale ed il ridicolo. Il 30 luglio, il Sottosegretario Paolo Romani ha incontrato a Bruxelles la Commissaria alla Concorrenza Neelie Kroes, per discutere della procedura di infrazione che l’antitrust comunitario ha aperto contro l’Italia nel luglio 2006 per alcune misure previste dalla legge Gasparri. Romani ha consegnato alla Kroes un dossier, dichiarando: “ora l’Europa ha un quadro assai più chiaro sullo stato dell’arte delle nostre tlc, e in autunno sapremo se l’Italia sarà deferita o meno alla Corte Europea di Giustizia e se la multa salatissima che Antonio Di Pietro agita arriverà”.

 

E, infine, per avere conferma (ne abbiamo bisogno) delle infinite contraddizioni e plateali assurdità di questo Paese, che dire della notizia diramata dall’Ansa il 31 luglio? “Protesta di Mario Adinolfi, vicedirettore di Nessuno Tv (canale 890 di Sky), per le anticipazioni diffuse da Repubblica su Red, la nuova televisione ‘dalemiana’ che dovrebbe essere lanciata a ottobre. Stando al quotidiano, il palinsesto, già quasi pronto, è frutto di una collaborazione tra Nessuno Tv, diretta da Claudio Caprara, e la Fondazione Italiani Europei passando per la nuova associazione dalemiana Red.

“Si dà il caso – dice Adinolfi – che da quaranta mesi io metta la faccia più o meno tutti i santi giorni davanti alle telecamere e insieme a me ci mettano faccia, intelligenza, fatica e qualche goccia di sudore una quarantina tra ragazze e ragazzi che fanno di tutto per tenere in piedi la baracca e produrre decine di ore di televisione a settimana, guadagnando quattro spiccioli”. “Ritengo – prosegue – che far sapere a queste persone e anche far sapere a me che la televisione a cui abbiamo lavorato con tanto impegno per anni sta per diventare la tv personale di un oligarca, che ci cambia il nome e ci manda il suo segretario a comunicare a mezzo Repubblica (e un mese fa lo stesso segretario, che non sta nella pelle, aveva abbozzato il racconto a mezzo Espresso) come sarà il nostro palinsesto da qui a un mese, sia una mancanza di tatto e anche una mancanza di intelligenza”.

 

Di cosa si stupisce il blogger Adinolfi?! Il “tatto”, in Italia, non sembra caratterizzare l’agire politico. E sul deficit di intelligenza non si può non concordare.

Auguriamoci che la pausa estiva possa stimolare nei nostri “policy maker” maggiore coscienza ed attivismo non partigiano, e che l’autunno mediale e culturale possa essere foriero di una qualche innovazione, di un vero “piano strategico” per le industrie dell’immaginario, perché l’Italia permane veramente in una situazione statico-stagnante, sia nell’arena delle tlc, sia in quella mediale, sia in quella culturale.

 

  

 

 

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Angelo Zaccone Teodosi, Presidente di IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale

 

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