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Privacy: stop del Garante alla vendita dati on line senza il consenso degli interessati

Italia


Mette in vendita sul proprio sito web intere banche dati con indirizzi di posta elettronica, numeri di fax e di telefono, lecitamente estratti da registri pubblici, ma non informa le persone alle quali quei dati appartengono, e il Garante gli “blocca” la banca dati. É accaduto a un piccolo imprenditore di Milano al quale il Garante ha vietato (con un provvedimento di cui è stato relatore Giuseppe Chiaravalloti) di continuare ad utilizzare, conservare e soprattutto vendere quei dati.

 

Le norme sulla protezione dei dati personali stabiliscono, infatti, che è lecito estrarre e raccogliere dati personali, senza la necessità di avere il consenso degli interessati, da pubblici registri, documenti o elenchi conoscibili da chiunque. Ma le norme precisano anche che è obbligatorio informare gli interessati della costituzione della banca dati e degli scopi per i quali le loro informazioni personali verranno usate (compresa ovviamente la cessione o la vendita a terzi), in modo tale da consentire ai medesimi interessati di potersi opporre, se lo ritengono, al trattamento dei propri dati. Venendo a mancare questa informativa, i dati risultano trattati in violazione della disciplina in materia di privacy e non possono più essere utilizzati.

 

Sulla base di queste disposizioni e delle ispezioni effettuate il Garante ha dunque ritenuto illecito il trattamento dei dati personali posti in vendita sul sito web e ha vietato di trattare quei dati.

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