Rai: il Tribunale respinge la tesi di Saccà. Ma non si placano gli animi in Cda mentre Cappon insiste sul nome di Del Noce  

di Raffaella Natale |

Italia


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Fissata per domani la nuova riunione del Cda di Viale Mazzini, con all’ordine del giorno la proposta del direttore generale Claudio Cappon di rimuovere il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà.

Questa volta a decretare il nuovo round di questo scontro è il Tribunale del lavoro e si preannunciano colpi duri, visto che Cappon non intende rivedere la propria posizione e insiste per la sostituzione di Saccà con Fabrizio Del Noce, che aggiungerebbe l’incarico a quello di direttore di Raiuno.

Proposta portata nell’ultima Cda nel quale i consiglieri di centrodestra presenti – Angelo Maria Petroni e Giovanna Bianchi Clerici – hanno abbandonato la seduta. Mancando il numero legale la riunione è stata sospesa.

 

Comunque è il Tribunale del lavoro a dire la sua su una questione che, nei fatti, è superata da un’altra decisione dello stesso tribunale con la quale Saccà è stato reintegrato nel suo ruolo. Si parla infatti della sospensiva che l’azienda aveva inflitto a Saccà nel dicembre scorso.

 

In una nota la Tv pubblica spiega che il Tribunale di Roma, sezione lavoro, in composizione collegiale ha accolto il ricorso della Rai.

“Il Tribunale – si legge – ha respinto la tesi sostenuta da Saccà di ‘un uso distorto del potere di adottare la sospensione da parte del datore di lavoro’ affermando che ‘tale tesi non appare condivisibile alla luce degli elementi probatori acquisiti anche in sede di reclamo’, in quanto ritiene che ‘l’esigenza manifestata dall’Azienda (a mezzo del Direttore Generale) di attendere tutto il materiale probatorio era dettata da ragioni effettive, concrete nonché da motivi di giusta opportunità”.

“In conclusione il Tribunale ha sottolineato l’opportunità e la legittimità del comportamento della Rai – continua la nota aziendale – che ‘ha valutato tutto il materiale raccolto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli a mezzo delle procedure interne, che è obbligata a rispettare, solo quando ne ha avuto la piena disponibilità e contezza, vale a dire certamente dopo il 30 aprile 2008″ .

Il Tribunale ha respinto quindi la tesi di ‘un mero comportamento dilatorio’ dell’Azienda giudicando ‘destituita di fondamento’ la difesa di Saccà e ponendo a suo carico il pagamento delle spese.

Dalla sua, Saccà replica: la decisione del Tribunale del lavoro “…ha soltanto ribadito che è cessata la materia del contendere: sono sereno e rimango al mio posto. Sono legittimamente il direttore di Rai Fiction”.

 

Per i suoi avvocati, Federico Tedeschini e Nicola Petracca, “…il Tribunale di Roma ha semplicemente dichiarato la cessazione della materia del contendere nella controversia promossa, in via cautelare dal loro assistito ‘avverso il mantenimento della sospensione del lavoro comminata dalla Rai nel lontano 21 dicembre 2007 e protrattasi fino alla data dell’ordinanza emessa dallo stesso Tribunale in data 30 giugno 2008″ .

 

Saccà era stato sospeso dalla Rai lo scorso dicembre in seguito ad un’inchiesta in cui è indagato di corruzione assieme al premier Silvio Berlusconi.

Ma il 30 giugno un giudice del lavoro aveva disposto che Saccà tornasse a ricoprire la sua carica, in una decisione subito impugnata dall’azienda.

Il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, ha detto che il comportamento di Saccà è stato incompatibile con l’esercizio di una funzione dirigente nella tv pubblica anche se sulla vicenda si è spaccato il consiglio di amministrazione.

 

Secondo Daniele Capezzone del Pdl, portavoce di Forza Italia, “…Alcune reazioni del centrosinistra alla decisione del Tribunale del lavoro creano sconcerto. E’ bene chiarire che questa decisione, peraltro, avviene dopo che il Cda Rai ha già (giustamente, a mio avviso) votato contro il licenziamento di Saccà, chiudendo la partita”.

 

Per Fabrizio Morri, capogruppo Pd in Vigilanza, “…Dopo la sentenza del tribunale del lavoro di Roma, che senza alcuna ambiguità e con parole chiarissime riconosce al direttore generale Cappon di essersi mosso sul caso Saccà a tutela dell’azienda e in piena legittimità, c’é da sperare che riflettano quei consiglieri di amministrazione della Rai del centrodestra che l’hanno ‘buttata’ in politica penalizzando la Rai e quei politici (sempre della destra) che come Capezzone sembrano protagonisti di una fiction extraterrestre”.

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