Germania
Nokia dovrà rimborsare il governo tedesco per la chiusura dello stabilimento di Bochum.
Il produttore finlandese, che ha deciso di lasciare la Germania per trasferire la sede nella più conveniente Romania, dovrà versare 1,3 milioni di euro più gli interessi al governo del Nord Reno-Westfalia, che aveva intimato alla società la restituzione di finanziamenti pubblici per svariate decine di milioni di euro.
Secondo quanto riportato dal settimanale economico WirtschaftsWoche, Nokia avrebbe ricevuto 4 milioni di euro dal ministero della ricerca per l’apertura dello stabilimento di Bochum, che dava lavoro a 2.300 persone.
I frutti del lavoro svolto dai ricercatori Nokia a Bochum avrebbe dovuto portare vantaggi a tutto il Paese, ma la chiusura dello stabilimento ha fatto infuriare il governo che ha attaccato la decisione della società di trasferirsi nell’est Europa, dove il costo del lavoro è di 10 volte inferiore rispetto alla Germania.
La chiusura dello stabilimento, aveva sottolineato il vicepresidente esecutivo Veli Sundbäck all’annuncio della dismissione “…è necessaria per assicurare la competitività di Nokia nel lungo periodo”.
Secondo Nokia, infatti, neanche un rinnovamento del sito e nuovi investimenti avrebbero reso lo stabilimento competitivo.
Per cercare di risolvere la situazione, la società finlandese aveva dato vita alla fondazione “Growth for Bochum“, un progetto da 20 milioni di euro per fornire capitali agli imprenditori nei settori della telefonia mobile e dell’ICT.
Il settore tedesco delle telecomunicazioni è stato molto colpito negli ultimi anni. Nel 2006, 3 mila operai hanno perso il posto in seguito al fallimento di BenQ mobile, un anno dopo che la società era stata acquisita da Siemens.
Ma come ha sottolineato anche Christian Dreger del German Institute for Economic Research, “La maggior parte dei produttori tessili hanno lasciato la Germania per trasferirsi nell’est Europa e in altri posti nel corso degli anni ’90. La decisione di Nokia è quindi comprensibile”.
I profitti record registrati da Nokia nel 2007 hanno comunque contribuito ad acuire il malcontento della Germania nei confronti del gruppo, che si è visto oggetto di diverse campagne di boicottaggio, anche per aver rifiutato le alternative proposte dai rappresentanti dei lavoratori, indicando di voler trovare “soluzioni innovative per il futuro dei dipendenti di Bochum”.
E anche la Ue era scesa in campo a gennaio per rassicurare i lavoratori: “Posso capire lo shock dei lavoratori di Bochum – dichiarava allora il vicepresidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso – Ed è perchè sappiamo quanto sia difficile questa trasformazione che abbiamo mobilitato i nostri fondi, così che gli Stati non debbano assorbire da soli questi cambiamenti”.