Mondo
È partita ufficialmente ieri la sfida di Google a Wikipedia: il re dei motori di ricerca vuole lasciare il segno anche nel mondo delle enciclopedie online col progetto ‘knol‘, che sta per ‘unità di conoscenza’ (knowledge in inglese).
L’obiettivo, come per Wikipedia, è quello di incoraggiare le persone particolarmente ferrate su un determinato argomento a condividere la propria conoscenza con gli altri utenti, in maniera semplice e diretta.
La condivisione della conoscenza è in effetti l’obiettivo primario della società di Mountain View, la quale fin dai suoi esordi ha contribuito a rendere la miriade di informazioni presenti sul web più accessibile al grande pubblico, che prima del suo avvento faceva molta più fatica a trovare quello di cui aveva bisogno.
“Ma – spiegano Larry Page e Sergey Brin – non tutto è scritto, né ogni cosa è ben organizzata per essere facilmente rintracciabile. Ci sono milioni di persone che possiedono utili conoscenze e vorrebbero condividerle e ci sono miliardi di persone che potrebbero beneficiarne”.
“Molti – dicono ancora da Google – non condividono la loro conoscenza semplicemente perché non è semplice farlo”.
La sfida, dunque, è stata raccolta e il tool, in fase sperimentale da dicembre, ha fatto il suo debutto ufficiale il 23 luglio.
L’idea innovativa del progetto knol – e anche ciò che distingue la creatura di Google da Wikipedia – è quella di puntare di più sugli autori: come per i libri e gli articoli che riportano sempre in bella vista il nome dell’autore, anche il web deve maturare la concezione che il nome di chi contribuisce alla conoscenza deve essere ben evidenziato.
“Il web – spiega ancora il gruppo – si è evoluto senza un forte standard in questo senso, mentre invece crediamo che sapere chi ha scritto cosa aiuti gli utenti a usare meglio i contenuti web”.
“Knol è ben organizzato e presentato in maniera molto piacevole, ma è solo una pagina web. Google fornisce uno strumento facile da usare per scrivere, editare e così via e fornisce l’hosting gratuito dei contenuti. Gli scrittori devono solo scrivere, noi faremo il resto”, aggiungono Page e Brin.
L’obiettivo di ‘knol’ è quello di coprire tutti gli argomenti possibili – da quelli scientifici a quelli storici, dall’intrattenimento all’informazione – ma Google non intende essere anche editore, nel senso che nessun articolo verrà censurato.
Saranno gli autori a giocarsi la reputazione e a competere con le loro idee affinché il proprio articolo sia considerato migliore di quelli scritti da altri sullo stesso argomento.
Anche knol, come gli altri strumenti lanciati da Google, giocherà molto sul concetto di community: gli utenti potranno quindi lasciare commenti, domande, contenuti aggiuntivi e così via, nell’ottica di una collaborazione ‘moderata’.
Ogni autore potrà quindi decidere se abbinare della pubblicità ai propri scritti e ricevere in cambio da Google una percentuale dei profitti.
Gli articoli compariranno anche tra i risultati di ricerca perché, spiega Google, l’obiettivo non è quello di costruire un ‘walled garden’ dei contenuti, ma quello di disseminare conoscenza il più possibile.
Chissà se knol riuscirà a eguagliare l’enorme successo di Wikipedia, che rivendica la presenza sulle sue pagine di 7 milioni di articoli redatti in oltre 200 lingue. Nel frattempo, Google ha anche annunciato di aver siglato un accordo col magazine New Yorker per consentire agli autori di utilizzare le vignette del celebre periodico per illustrare i loro articoli e rendere divertenti anche le questioni più serie, come solo un cartoon può fare.
E come sempre, una foto vale più di mille parole e quindi, ogni autore potrà anche metterci la faccia, nel vero senso della parola, abbinando al contributo scritto la propria immagine personale.