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Relazione Agcom: focus su VoIP e servizi 3G. Stato attuale e prospettive future

Italia


Il Voice over IP

 

Sono stati stimati – a fine 2007 – 66 milioni di accessi VoIP (40 milioni nel 2006) nel mondo, per una copertura dell’1% della popolazione e del 19% degli utenti a larga banda.

 

Per comprendere meglio le dimensioni del fenomeno, si tenga presente che – nella sola area geografica composta dai paesi industrializzati – la stima della diffusione degli accessi VoIP per il 2007 corrisponde ad una penetrazione del 4% della popolazione. Peraltro, tali stime si riferiscono esclusivamente alla tipologia di VoIP cd. “PSTN in uscita“, modalità che consente di fare chiamate VoIP verso i soli telefoni fissi.

La diffusione del VoIP risulta quindi ben più ampia se si estende il servizio anche alla modalità PC-to- PC, ossia alle comunicazioni tra personal computer.

 

Tra i paesi industrializzati lo sviluppo del VoIP è oramai generalizzato, ma la diffusione varia da paese a paese in modo anche significativo. Il Giappone rimane leader in termini di volumi con 16 milioni di abbonati (circa la metà degli utenti a larga banda), subito seguito dagli Stati Uniti con 14 milioni. Il trend positivo di crescita del Giappone risale al 2002, anno in cui il regolatore nazionale introdusse una nuova disciplina in materia di servizio su rete IP e di numerazioni non geografiche in decade5. Dietro lo sviluppo così ampio del servizio, emergono fattori quali l’elevata diffusione della larga banda, le tariffe relativamente alte dei tradizionali servizi voce, nonché una più ampia consapevolezza dei consumatori circa i vantaggi economici derivanti dall’utilizzo del VoIP. A ciò si aggiunga il largo successo ottenuto dai servizi offerti dall’operatore alternativo Softbank attraverso la sua controllata, Yahoo!BB, che detiene ben il 50% degli utenti VoIP nazionali.

 

Negli Stati Uniti, i principali fornitori di servizi VoIP sono rappresentati dagli operatori via cavo. Sebbene il numero degli abbonati sia più che quadruplicato nel giro degli ultimi due anni (fino ad arrivare agli attuali 14 milioni), il tasso di penetrazione del servizio è ancora inferiore a quello dei paesi dell’Europa Occidentale e dei paesi industrializzati dell’Asia-Pacifico.

 

In Europa Occidentale, dove il servizio raggiunge quasi 28 milioni di abbonati (corrispondenti al 30% del totale degli utenti a larga banda), la Francia conferma la sua supremazia nella diffusione del VoIP: alla fine del 2007, il numero di utenti francesi superava i 9 milioni (pari ad oltre il 60% dei clienti di servizi broadband), valore che rappresenta circa il 25% degli utenti totali di servizi telefonici da postazione fissa.

 

Anche in altri paesi europei si assiste al successo dei servizi VoIP; tra questi si ricordano il Regno Unito, con un penetrazione pari al 21% degli utenti a larga banda, e la Germania, dove sono presenti ben 13 operatori e la copertura raggiunge il 32% del broadband. Infine, i servizi VoIP mostrano un particolare dinamismo anche nei paesi emergenti, benché in alcuni di essi certe modalità di fruizione del servizio siano vietate. È questo il caso della Cina, dove il governo ha proibito la commercializzazione delle chiamate Skype VoIP verso numeri fissi; in questo paese sono attualmente ammesse le sole chiamate PC-to-PC.

 

I servizi mobili 3G

Nell’analizzare le dinamiche di sviluppo legate al settore della telefonia mobile non si può prescindere dall’analisi dei fattori che hanno condizionato tale evoluzione: il trend del comparto registra quasi ovunque nel mondo una crescita positiva, ma contenuta, ed assume contorni diversi tra l’Europa ed il resto dei paesi industrializzati, inclusi gli Stati Uniti. Tale tendenza è principalmente la risultante di due opposti elementi:

i)                  da un lato, la remuneratività del traffico voce, ossia della tradizionale principale fonte di ricavo dei servizi mobili, che mostra una generale e strutturale contrazione della crescita, come testimoniato anche dal progressivo declino dell’ARPU;

ii)                la remuneratività – aggiuntiva – derivante dai servizi di terza generazione (3G), che viceversa risulta in costante crescita.

 

In Europa, le ragioni del calo dei ricavi dai servizi voce sono molteplici e vanno ricercate principalmente nel taglio delle tariffe di terminazione mobile e nella crescente pressione concorrenziale tra gli operatori mobili storici. Allo stesso  tempo, seppure con consistenti differenziazioni tra i diversi paesi europei dove sono presenti, risulta in graduale crescita la concorrenza portata dai gestori virtuali. Anche negli Stati Uniti la crescita del valore del mercato, pari al 13%, è in gran parte generata dalla massiccia diffusione dei servizi dati che hanno contribuito in maniera determinante a migliorare l’ARPU degli operatori mobili. Stesso discorso vale anche per i paesi industrializzati dell’Asia, dove il segmento mobile ha raggiunto un elevato grado di maturità dei servizi tradizionali.

 

In generale, il principale fattore di crescita del segmento mobile nei mercati avanzati è quindi da ricercarsi nell’affermazione dei servizi di terza generazione presso il pubblico. Le principali categorie di servizi dati maggiormente diffuse comprendono, oltre la messaggistica (SMS e MMS), le transazioni on line, i servizi informazione abbonati, l’intrattenimento, le applicazioni che inviano comunicazioni pubblicitarie all’utenza, i servizi di sicurezza. A questi si devono aggiungere la navigazione Internet , nonché, in prospettiva, l’acquisizione di contenuti audiovisivi (televisione in mobilità ma non solo).

 

Lo stato attuale e le prospettive future dei servizi 3G nel mondo costituiscono, pertanto, i temi degni di maggiore approfondimento per la comprensione dell’evoluzione del settore. Per altro verso, si consideri che la crescente importanza dei servizi dati sta producendo cambiamenti anche negli assetti di organizzazione industriale del settore

 

Questi servizi hanno prodotto non solo un forte incremento della base abbonati ma anche un consistente aumento del fatturato che ha più che compensato il declino dell’ARPU dei servizi voce della telefonia mobile. Infatti, una crescente quota di fatturato dei gestori mobili deve essere ora condivisa con terze parti, quali, ad esempio, i fornitori di contenuti. Ciò determina cambiamenti nella struttura delle relazioni economiche degli agenti economici, nonché, di conseguenza, possibili nuove problematiche di ordine concorrenziale e regolamentare. Passando ad un’analisi dello stato di diffusione del servizio, si stima la presenza di circa 260 milioni di utenze 3G nel mondo al termine del 2007, che rappresentano approssimativamente l’8% della base clienti mobile mondiale.

 

I paesi industrializzati dell’Asia rappresentano l’area geografica di maggiore diffusione del servizio, con 110 milioni di utenze, pari ad oltre il 40% delle linee 3G mondiali. Leader mondiale del settore si conferma il Giappone con il 75% dei clienti dell’area.

In Europa, quasi tutti gli operatori infrastrutturati hanno lanciato commercialmente i servizi di ultima generazione. Il numero delle utenze sta quindi crescendo rapidamente, coprendo nella sola Europa Occidentale, a fine 2007, il 19% del totale delle linee di servizi mobili. Nell’ultimo anno, tali servizi hanno raggiunto in quest’area un totale di 94,7 milioni di utenze.

 

Tra i paesi europei è l’Italia a trainare il mercato, con il 25% della base abbonati complessiva (24 milioni di sottoscrizioni nel 2007); seguono Germania e Regno Unito, rispettivamente con 15,7 milioni e 12,3 milioni di sottoscrizioni. Una valutazione relativa dei mercati nazionali pone l’Italia saldamente al primo posto in Europa anche in termini di reddito pro-capite del servizio. Stesso risultato se si confrontano i tassi di penetrazione dell’UMTS, dove il nostro Paese si conferma al primo posto in Europa ed al secondo nel mondo dietro il Giappone.

 

Anche nel Nord America, i servizi mobili di terza generazione stanno mostrando una crescita assai sostenuta, tanto da vedere raddoppiata nell’ultimo anno la base clienti, cosicché la penetrazione del servizio è cresciuta dall’8% del 2006 al 16% del 2007.

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