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Scommettere sui giovani per salvare il mercato del libro. Partiranno da questo tema gli Stati generali dell’editoria, l’1 e il 2 ottobre a Roma  

Italia


La cultura è un “lusso”? No, se si scommette sui giovani. Questo è il tema centrale intorno al quale si svolgeranno gli Stati Generali dell’editoria 2008, presentati ieri a Milano dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e in programma l’1 e 2 ottobre a Roma, ancora una volta con l’ambizioso titolo di “Più cultura, più lettura, più Paese“, ma centrati, e non a caso, sul tema “Scommettere sui giovani”.

 

Come spiega una nota dell’Aie, sono proprio i giovani la fascia più debole di questo momento congiunturale, tra crisi economiche delle famiglie e insufficienza delle risorse dello Stato: su questa fascia d’età 0-19 anni il tema si fa ora stringente. E da qui, dati alla mano, partirà l’analisi che metterà a confronto nelle Assise generali del mondo del libro gli editori italiani con i Ministri Mariastella Gelmini, Sandro Bondi e Giorgia Meloni. E ancora li porterà a dialogare con il responsabile del Plan de Fomento spagnolo (l’equivalente spagnolo del Centro per il libro e la lettura), con il project director del National Year of Reading inglese e ancora con economisti, studiosi, giornalisti, manager, rappresentanti del mondo dei media, delle istituzioni – locali e non – e delle forze politiche con dirette responsabilità in materia culturale, economica e di bilancio.

 

Al centro, il libro e la lettura e la loro capacità di impattare anche sulla mobilità sociale del Paese. Possibile? Certo, come dimostrato dagli ultimi dati raccolti dall’Ufficio Studi dell’AIE sull’andamento dell’editoria e dalle indagini dell’Istituto IARD (Ricerche Politiche e Socioeconomiche – RPS) sulla condizione giovanile e sugli intrecci tra scuola, consumi culturali e ruolo della lettura e del libro.

 

In base alla ricerca dell’Istituto IARD RPS, le fasce di età giovane della popolazione sono pesantemente penalizzate rispetto a quelle dei coetanei europei. Hanno minori risorse investite e minori qualità e competenze rispetto ai coetanei dei Paesi dell’Ue (-6% in quelle di comprensione linguistica rispetto ai ragazzi tedeschi, -7% rispetto a quelli del Regno Unito, -5% rispetto alla Francia, ecc.; e valori non diversi in matematica e nelle competenze scientifiche); si laureano meno (la percentuale dei 20-29enni sul totale della popolazione in età corrispondente nel nostro paese è del 31,8% contro il 34,7% della Spagna, il 55,9% del Regno Unito, ecc); leggono meno (al nostro 53,8% corrisponde il 66,0% della Francia o il 72,3% della Spagna); utilizzano meno le nuove tecnologie (l’accesso a Internet nelle famiglie italiane è del 43% a fronte del 67% del Regno Unito e del 71% della Germania) e, per finire, hanno un tasso di disoccupazione giovanile che è tra i più alti in Europa (il 20,3% in Italia contro il 14,4% del Regno Unito, il 18,2% della Spagna, il 19,3% della Francia e l’11,1% della Germania, ecc.).

 

Secondo l’AIE, questo è un “fardello” tutto italiano che si rifletterà sul piano della competitività internazionale.

 

Qualche curiosità in più? Secondo un’elaborazione su dati Istat dell’Ufficio studi AIE, le probabilità in più di essere lettore per bambini e ragazzi tra i 6 e i 19 anni sono 2,8 se leggono entrambi i genitori; sono 3,5 in più se si nasce in una famiglia con una biblioteca di oltre 200 libri; sono 1,7 in più se si nasce in una regione del Nord e sono 1,3 in più se si nasce in una famiglia con almeno un genitore laureato.

 

L’evento sarà introdotto, il 1 ottobre, dal presidente dell’AIE Federico Motta e si aprirà con la presentazione della ricerca IARD RPS da parte del professor De Lillo. Seguirà l’intervento di Beppe Severgnini. Le Assise si snoderanno in tre focus e si concluderanno il 2 ottobre con un Appello degli editori.

 

Il primo momento – dedicato a Il libro scolastico: dall’abbecedario di Pinocchio alle piattaforme tecnologiche – sarà anticipato dall’analisi di Carlo Buzzi sulla sesta indagine sui giovani a cura di IARD RPS e dall’anticipazione delle tesi degli editori a cura del vice presidente di AIE Enrico Greco. Si concentrerà sulla centralità del libro nei processi educativi. Ne discuteranno il consigliere AIE Roberto Gulli, il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto, Pietro Cipollone del Servizio Studi della Banca d’Italia, Alberto De Toni della Commissione ministeriale per i nuovi indirizzi dell’istruzione tecnica. Concluderà il Ministro Mariastella Gelmini.

 

Soggetti e strumenti per la promozione della lettura saranno al centro del secondo momento, dal titolo “Alla ricerca del tempo perduto”: nuovi scenari, strumenti e strategie per la lettura giovanile. Prima dell’esposizione delle tesi degli editori da parte del consigliere AIE incaricato per le problematiche relative all’editoria per bambini e ragazzi Martino Montanarini, prenderanno la parola il presidente di ALI Paolo Pisanti e di AIB Mauro Guerrini. Discuteranno del tema, dati alla mano e moderati dalla giornalista Luisella Costamagna, il vice presidente di AIE Stefano Mauri e il Consigliere di presidenza AIE Gian Arturo Ferrari con il direttore generale del Ministero della Cultura Spagnolo e responsabile del Plan de Fomento de Lectura Rogelio Blanco Martinez e con il Project director del National Year of Reading Honor Wilson Fletcher. Concluderà la giornata il Ministro Sandro Bondi.

 

La seconda giornata, il 2 ottobre, si aprirà con l’intervento di Roger Abravanel (Il merito: come, perché). Seguirà il terzo momento – dal titolo Istruzione, cultura, svago: quanto costa, quanto vale, quanto rende – sul valore del libro nelle situazioni di crisi. Le tesi degli editori saranno presentante dal consigliere di AIE Giulio Lattanzi. Si confronteranno, moderati dal direttore de Il Sole 24 Ore Ferruccio de Bortoli, il consigliere AIE Michele Lessona, la presidente della Commissione Cultura della Camera Valentina Aprea, Enrico Morando della Commissione Bilancio del Senato, il segretario della Commissione Istruzione e Cultura del Senato Giuseppe Valditara e l’assessore all’Istruzione della Regione Lazio e membro della Conferenza delle Regioni Silvia Costa. Concluderà il Ministro alla Gioventù Giorgia Meloni.

 

I tre focus si concluderanno con un Appello degli editori, che sarà letto dal vice presidente di AIE Marco Polillo. Seguiranno l’intervento della Presidenza del Consiglio e le conclusioni del presidente di AIE Motta.

 

Ecco le cifre che fotografano il 2007 per il mondo del libro secondo l’Ufficio studi di AIE: 3,7 miliardi di euro (3,685 miliardi per la precisione), con una crescita dello 0,4% sul 2006, oltre 61mila titoli, 266 milioni di copie di libri, 38mila addetti.

Un anno che ha dovuto fare i conti anche con uno stop alla lettura: sono infatti 24 milioni gli italiani che leggono un libro in un anno in Italia (-1% sul 2006); solo 3,4 milioni quelli che ne leggono uno al mese. Tutte le cifre saranno contenute nel Libro bianco dell’editoria libraria, che costituirà lo strumento di lavoro da cui partire per sviluppare la discussione degli Stati generali (in allegato è disponibile una prima sintesi dei dati del mercato 2007).

 

“Per la terza edizione dei nostri Stati generali – ha chiarito il presidente di AIE Federico Motta – siamo partiti dalla situazione di emergenza del paese: emergenza economica, rischio di ristagno nello sviluppo, risultati insoddisfacenti del sistema istruzione, dubbi sulla stessa recente riforma dell’Università. Ma soprattutto una mobilità sociale sostanzialmente bloccata. Ci siamo perciò resi conto che “il nostro investire per crescere” del 2006, allora a tutto campo, doveva trovare un destinatario più preciso: ecco perché “Scommettere sui giovani”.

“Le giovani generazioni di oggi – ha aggiunto Motta – sono già lontane in molti indicatori che attengono ai consumi culturali e alle competenze da spendere in un’economia della conoscenza rispetto ai loro coetanei europei. Ciò proietta profonde ombre sul futuro economico del Paese: proprio perché in possesso di strumenti e competenze più deboli troppi giovani, infatti, sono meno in grado di decifrare e leggere i fenomeni che possono favorire la loro mobilità sociale. Su questo, partendo dalle nostre responsabilità, chiameremo a discutere gli interlocutori istituzionali”. (r.n.)

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