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Brutto momento per Google, che venerdì sulla borsa ha registrato la peggiore giornata dalla sua quotazione (agosto 2004), nonostante i risultati trimestrali in forte crescita e mentre gli analisti giudicano il ribasso sproporzionato e invitano all’acquisto.
La seduta si è chiusa con un calo del 9,93% a 480,20 dollari, che pesano sull’insieme dei valori tecnologici dell’indice Nasdaq. Più di 16 miliardi di dollari di capitalizzazione andati in fumo.
Google ha visto crescere l’utile netto del 35% nel secondo trimestre, ma questa performance è leggermente inferiore alle attese. Risultati commentati positivamente da Youssef Squali, di Jefferies & Co, ma anche da Jeffrey Lindsay, di Bernstein Research, per il quale “la società ha avuto una buona performance nel secondo trimestre, ma tutto ciò che non è formidabile viene inevitabilmente criticato”.
I due elementi negativi di questo bilancio sono: riduzione di 90 milioni di dollari della tesoreria, per via dell’acquisto da 3,1 miliardi di dollari di DoubleClick, e l’aumento di 500 dipendenti, un ritmo leggermente inferiore rispetto al trimestre precedente.
Aggiungendo: “Nonostante la debolezza dell’economia degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, Google, grazie alla propria diversità geografica, continua a guadagnare quote di mercato pubblicitario online che resta un valore per il futuro se si pensa alla prospettiva di crescita dei video online e dell’internet mobile”.
La banca ha evidenziato in particolare il balzo del 19% dei “click” sulle pubblicità piazzate da Google, che mostra l’alto interesse dei consumatori.
Più duro Leland Westerfield di BMO Capital Market, che ha dichiarato: “la fase di ipercrescita di Google è terminata“, facendo presente che il gruppo “dovrà riuscire a monetizzare la filiale video YouTube e le attività di ricerca su internet a partire dai dispositivi portatili, che hanno un grosso potenziale ma al momento non si sono trasformati in entrate”.