Unione Europea
Il vicepresidente della commissione europea, incaricato del dossier ‘Giustizia, Libertà e Sicurezza’ si è detto soddisfatto del buon livello di attuazione della decisione quadro 2005/222 – relativa agli attacchi contro i sistemi di informazione – nella maggior parte degli Stati membri, dichiarandosi tuttavia preoccupato del fatto che 6 governi Ue non abbiano ancora comunicato alcuna misura di applicazione.
L’intervento della Ue si è reso necessario per rispondere con un approccio globale alla minaccia crescente di attacchi ai danni delle infrastrutture critiche degli Stati membri, sferrati da vere e proprie bande criminali organizzate che, in virtù del carattere transnazionale e senza frontiere dei moderni sistemi di informazione, riescono con facilità a operare indisturbati.
L’obiettivo della decisione quadro è dunque quello di migliorare la cooperazione tra le autorità giudiziarie e le altre autorità competenti degli Stati membri, compresi la polizia e gli altri servizi specializzati incaricati dell’applicazione della legge, mediante il ravvicinamento delle legislazioni penali degli Stati membri nel settore degli attacchi contro i sistemi di informazione e dei dati.
Le lacune e le notevoli differenze tra le normative degli Stati membri in questo settore possono infatti ostacolare, a giudizio della Ue, “la lotta contro la criminalità organizzata ed il terrorismo e complicare un’efficace cooperazione giudiziaria e di polizia”.
A giudizio del vicepresidente Barrot, la decisione è stata “relativamente ben applicata nei 20 Stati membri che hanno già notificato alla Commissione le disposizioni nazionali di applicazione”.
Gli stati membri erano tenuti a trasmettere entro al massimo il 15 marzo 2007 informazioni complete sull’applicazione della decisione.
Malta, la Slovacchia e la Spagna non hanno ancora effettuato nessuna comunicazione alla Commissione, né hanno risposto agli appelli dell’esecutivo per rimediare.
L’Irlanda, la Grecia e la Gran Bretagna hanno invece indicato che la messa in atto è ancora lontana dalla finalizzazione.
Le reti di comunicazione svolgono un ruolo essenziale per l’economia digitale, ma all’aumento esponenziale di prodotti e servizi web si accompagna inevitabilmente anche una sempre maggiore vulnerabilità delle infrastrutture.
Il cyber attacco dello scorso anno contro le infrastrutture elettroniche strategiche dell’Estonia ne è l’esempio pratico e ha dimostrato agli occhi di tutti che le reti di telecomunicazione sono essenziali come le autostrade per fornire servizi ai cittadini. Il loro collasso genera sentimenti di panico nella popolazione, simili a quelli causati da un attacco terroristico in piena regola.
La sicurezza delle informazioni, dunque, non è più semplicemente una battaglia contro un virus o un attacco spam. Spesso sono in gioco anche fattori di tipo legale, di identità e geopolitica, ed è per questo che nessuno può affrontare da solo questi attacchi ed è necessario migliorare il coordinamento e la cooperazione degli Stati Ue.
“I recenti attacchi contro le infrastrutture critiche estoni – ha ribadito anche Barrot – mostrano che le risposte a questi attacchi devono essere meglio coordinate a livello europeo. Chiedo agli stati membri che non hanno ancora dato pieno effetto alla decisione quadro di rimediare a questa situazione appena possibile”.