Lo sviluppo della banda larga: technology push o demand pull?

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Banda larga

L’articolo che segue, a firma di Massimo Colombo e Luca Grilli, è tratto da la-rete.net (www.la-rete.net), il nuovo sito che intende sostenere il dibattito sulla società dell’informazione in Italia.

 

Numerosi osservatori hanno lanciato l’allarme sul ritardo dell’Europa, e dell’Italia in particolare, nello sviluppo delle Next Generation Networks (NGN) rispetto sia agli Stati Uniti che ai paesi asiatici (si veda l’intervento di Maurizio Décina su queste pagine del 2-4). Come corollario, è stata evidenziata da alcuni la necessità che le istituzioni pubbliche, nazionali e locali, si facciano carico di un ruolo proattivo in questo campo, contribuendo a realizzare infrastrutture di rete di accesso a larga banda o comunque finanziandone massicciamente la realizzazione (si vedano ad es. i contributi di Francesco Vatalaro del 5-4 e di Francesco Sacco e Mauro Fasano del 16-5 e del 28-5 su queste pagine).

 

Le argomentazioni a sostegno di questa tesi possono essere così brevemente riassunte. 

1) Le NGN comportano costi di investimento molto elevati ed irrecuperabili. 

2) I benefici sociali delle NGN sono estremamente elevati e, ciò che più conta, sono largamente superiori ai benefici privati che potrebbero essere catturati dagli operatori che decidessero di realizzare tali infrastrutture. 

 

A nostro avviso, tali argomentazioni presentano due debolezze. In primo luogo, se i dati relativi ai costi di investimento sono affidabili (da 400 a 800 Euro per abitazione, a secondo della soluzione tecnologica prescelta), i dati sui benefici, generalmente basati su stime macroeconomiche, appaiono molto più aleatori. Inoltre, le analisi di cui sopra fanno leva su un ragionamento tipico delle teorie “technology-push” … (continua)

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