Spagna
La Commissione nazionale della concorrenza spagnola (CNC) ha portato alla luce un’intesa tra gli operatori mobili Movistar, Orange e Vodafone volta ad aumentare, nello stesso momento, le tariffe praticate ai consumatori.
Secondo l’inchiesta preliminare aperta a ottobre del 2007 dalla CNC, la filiale di Telefonica, la filiale di France Télécom e la società britannica avrebbero creato un cartello per aumentare contemporaneamente le tariffe a partire dal 1° marzo 2007. L’intesa sarebbe emersa in seguito a un ricorso presentato dall’associazione consumatori OCU.
L’aumento coordinato e ingiustificato delle tariffe di cui sono accusati i tre operatori, guarda caso ha coinciso con l’entrata in vigore di una legge emanata per aumentare il livello di tutela dei diritti dei consumatori.
In base a questa legge, dalla primavera del 2007, agli operatori è fatto divieto di arrotondare al rialzo i tempi di fatturazione e viene imposta l’introduzione di una tariffa al secondo, che non faccia pagare al consumatore il costo di un minuto a fronte di una conversazione magari di pochi secondi.
Ecco dunque, che per compensare i mancati introiti, Movistar, Orange e Vodafone avrebbero deciso di comune accordo di aumentare lo scatto alla risposta da 12 a 15 centesimi di euro.
L’Agenzia di stampa Europa Presse riporta anche che il CNC avrebbe già notificato le proprie conclusioni ai tre operatori, che hanno 15 giorni di tempo per fornire le prove a loro discolpa.
In Francia, nel 2005, emerse un caso analogo che vide coinvolti Orange, Bouygues Telecom e SFR (Vivendi Universal e Vodafone), in quella che lo stesso presidente di Orange, Didier Quillot, definì come la “Yalta delle quote di mercato”.
Il Consiglio francese della concorrenza punì con una multa record di 534 milioni di euro i tre operatori, giudicati colpevoli da una parte di essersi scambiati, tra il 1997 e il 2003, delle informazioni confidenziali sulle loro parti di mercato e sul numero di nuovi abbonati e delle rescissioni; d’altra parte, di aver formato un cartello per bloccare i prezzi al consumo tra il 1997 e il 2002 e mantenere le rispettive quote di mercato.