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Tv pubblica senza spot: Sarkozy si difende, ‘Farò crescere France Télévisions, mi giudicherete dai risultati’  

Francia


La Tv pubblica francese non sarà “una setta appartenente a micro organizzazioni”, ma avrà tutti i mezzi per svilupparsi. Ad assicurarlo è il presidente Nicolas Sarkozy che, in un’intervista concessa a France 3, ha garantito: “…Non vi lascerò morire e avrete la possibilità di crescere“.

Aggiungendo che “…il servizio pubblico funziona grazie ai soldi dei contribuenti e anche questi hanno diritto a dire la loro“.

A riguardo, ha detto ancora il Capo dello Stato, “…dovrei essere giudicato sulla base dei risultati e non dubito che ci saranno”.

 

Sarkozy ha difeso senza mezzi termini il proprio progetto di riforma della Tv pubblica che prevede la soppressione della pubblicità, sostenendo che però risulta necessario non abbandonarsi a sterili polemiche ma “…aprire un vero dibattito sulla missione del servizio pubblico”.

Questo significa pensare non solo a un’emittente che rispetti le diverse comunità etniche, ma anche ai bambini. Ha quindi ricordato come pure le grandi rete televisive pubbliche europee, come la britannica BBC o la tedesca ZDF , abbiano già soppresso gli spot.

I britannici pagano un canone di 182 euro l’anno e i tedeschi 204 euro, molto di più rispetto ai francesi (116 euro).

Un modo indiretto per ammettere che presto verrà ritoccato? Possibile, del resto tra le proposte della Commissione Copé, incaricata di studiare le diverse proposte per riformare l’audiovisivo pubblico, c’era anche quella di un’indicizzazione del canone sul tasso di inflazione.

 

A proposito della nomina del presidente di France Télévisions, che sarà deciso dal presidente della Repubblica, Sarkozy ha sottolineato “l’ipocrisia” dell’attuale sistema.

L’opposizione si è scatenata su questa proposta che prevede di spostare la competenza della nomina dal Consiglio superiore dell’audiovisivo al governo, salvo veto dei parlamentari a maggioranza qualificata.

I deputati socialisti l’hanno definita “un grave colpo all’indipendenza dei media“, anche se il presidente ha parlato di provvedimenti che renderanno più libera France Télévisions.

Si insinua che il presidente della Repubblica intenda estendere il proprio controllo sulla Tv di Stato, ma soprattutto la sinistra gli rimprovera “l’amicizia” con i principali broadcaster privati. Addirittura qualcuno ha parlato di sue pressioni per raccomandare alcuni giornalisti.

Reporters sans frontières (RSF) ha definito il progetto “inaccettabile“, sostenendo che “dà al potere esecutivo la possibilità di controllare la linea editoriale dei media pubblici”.

 

Il presidente francese ha annunciato la scorsa settimana che la soppressione della pubblicità partirà progressivamente dalle ore 20.00 del primo gennaio 2009.

I nuovi provvedimenti prevedono un forte contributo alla riforma da parte di Isp e operatori telecom.

Innanzitutto si accelera con la soppressione della pubblicità anticipando i tempi proposti: il passaggio comincerà da gennaio 2009 invece che da settembre e l’oscuramento totale dal primo dicembre 2011, mentre la Commissione aveva proposto la data del 2012.

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