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Rai e Vigilanza: le riunioni si susseguono. Orlando in pole position mentre spunta il nome di Stefano Parisi per la Tv pubblica

Italia


L’ansia cresce mentre le riunioni politiche si susseguono per cercare l’accordo sul nome del prossimo presidente della commissione parlamentare di vigilanza, che blocca di fatto le nomine Rai.

Stando alle ultime indiscrezioni, la commissione sarebbe stata convocata per oggi pomeriggio, ma potrebbe essere sospesa visto che a Montecitorio è prevista la fiducia sul decreto fiscale.

 

Leoluca Orlando riuscirà a sedere sullo scranno più alto?

Intanto l’agenda dei capigruppo del centrodestra prevede per oggi una fitta serie di appuntamenti, il primo è convocato alle ore 9.30 a Montecitorio tra i capigruppo di Camera e Senato del Pdl e della Lega. All’ordine del giorno c’è appunto il capitolo viale Mazzini. Un incontro reclamato anche dalla Lega, che punta a ottenere garanzie nell’accordo complessivo e che ha puntato i piedi chiedendo che la partita non venga giocata solo da An e FI. La Lega punterebbe inserire anche alcune nomine della televisione pubblica.

 

Con il Pd, il Pdl vorrebbe un’intesa che riguardasse anche il presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Questo perché la vigilanza deve ratificare la nomina del presidente della Tv pubblica con maggioranza qualificata, che necessita assolutamente di una convergenza tra centrodestra e opposizione, pena un lungo stallo, visto che oltretutto il quorum resta invariato.

Al vertice della Tv pubblica dovrebbe essere riconfermato Claudio Petruccioli che ha guidato l’azienda per tre anni, ma per avere conferma bisognerà attendere ancora qualche settimana quando si sapranno anche i nomi dei sette membri del Cda.

Successivamente spetterà al governo indicare i restanti due membri del consiglio, uno dei quali sarà il presidente designato e l’altro il direttore generale che, sempre secondo rumor, dovrebbe essere Stefano Parisi, attuale amministratore delegato di Fastweb.

 

L’intero consiglio di amministrazione dovrà essere eletto dall’assemblea Rai, che ieri si è riunita per approvare il bilancio e che si è aggiornata al 15 di luglio per nominare il Cda, anche se la data potrebbe essere anticipata, convocando un’assemblea totalitaria.

 

“…L’accordo per Orlando alla presidenza della commissione vigilanza Rai può essere un buon segnale per completare presto l’assetto del servizio pubblico che, negli ultimi tempi, appare senz’ altro affaticato”, ha dichiarato Roberto Rao (Udc) della vigilanza, con riferimento alla disponibilità che sembra emergere dal Pdl.

“… La dirigenza Rai – ha aggiunto – ha bisogno di certezze e non di gossip sulle future nomine. Si passi dunque dalle parole ai fatti: su questo i centristi sono pronti a dare il proprio contributo”.

 

Intanto ieri l’Assemblea degli azionisti della Rai, riunita in seconda convocazione, ha approvato il bilancio dell’esercizio sociale 2007. La riunione è stata poi aggiornata a martedì 15 luglio alle ore 12.00.

All’Assemblea era rappresentato il 99,55% del capitale (quota del Ministero dell’Economia e delle Finanze) nella persona di Olga Cuccurullo.

 

Giovanna Melandri, ministro ombra delle Comunicazioni del Pd, è del parere che per dare un futuro alla Rai è necessario, come primo passo, modificare la legge Gasparri e i criteri di nomina del vertice dell’azienda.

“…Come Pd – ha sottolineato – chiediamo che si modifichi la legge Gasparri , che non soltanto è stata sanzionata dall’Europa, ma è anche inadeguata a garantire il rilancio e le funzioni strategiche del servizio pubblico”.

Nel mirino del centrosinistra, in particolare, “…i criteri di governance – ha continuato la Melandri – che di fatto sanciscono la parlamentarizzazione del Cda. So bene che anche da parte del centrosinistra c’é stata molta disattenzione su questo tema, ma non c’é futuro per la Rai se l’azienda non si libera dalla morsa della partitocrazia. Questa è la sfida vera che abbiamo dal primo minuto posto alla maggioranza”.

Quanto all’insediamento della commissione di vigilanza, “…mi auguro – ha concluso – che la maggioranza non riproponga un inaccettabile mercato delle candidature, di fatto impedendo il normale funzionamento di un’importante commissione di controllo“.

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