Italia
“Un accordo e, se occorre, una legge che lo sancisca, per combattere il problema dello scambio illegale di file sul web è necessario, anzi è il futuro”. E’ quanto dichiara Denis Olivennes, direttore del quotidiano francese Nouvel Observateur, ispiratore dell’accordo tra il mondo dei contenuti e dei service provider e del successivo disegno di legge approvato in materia la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri francese.
Olivennes, presente ieri a Roma al convegno organizzato dall’Associazione Italiana Editori (Aie) sul tema “Creatività e cultura nel web: opportunità o minaccia?“, ha continuato sottolineando che “La Francia ha trovato una soluzione per contrastare il fenomeno”.
E ha spiegato che serviva un provvedimento che combattesse il peer-to-peer (P2P) costringendo tutti gli attori coinvolti dal problema a raggiungere un’intesa.
“Oggi – ha detto con soddisfazione – la Francia ha un progetto di legge, e a breve lo avrà anche l’Inghilterra. Questo è il futuro e questa è la nostra soluzione: l’unica strada per garantire un futuro ai produttori di contenuti culturali rispetto ai gestori delle reti”.
Il presidente della Commissione francese per lo sviluppo e la protezione delle opere culturali nella rete e autore del cosiddetto Rapporto Olivennes è molto chiaro sul tema: “Il meraviglioso universo di Internet gratis non è affatto gratis. Se è vero che i contenuti piratati lo sono, bisognerà pure che gli utenti del P2P paghino gli abbonamenti per navigare – e in particolare quelli per navigare ad alta velocità – a operatori pronti a tutto per adescarli. I file di musica e di film “gratuiti” vengono utilizzati come vetrine di richiamo per spingere il comune utente verso le loro formule di abbonamento. Per questo è così importante il loro ruolo di “sorveglianti” della rete. Attraverso un accordo con i titolari dei diritti e, occorrendo, da una legge, come avvenuto per la Francia”.
Un accordo che, come spiega l’Aie, coinvolga produttori dei contenuti e gestori delle reti come soluzione per riuscire ad arginare un fenomeno che già ora incide – in termini di pirateria “fisica” – sul 20% del mercato di libri, contenuti, musica e cinema. Più difficile la quantificazione di quella online, ma stime condivise attestano il dato attuale intorno al miliardo di file illegali disponibili in rete a livello mondiale.
Per Federico Motta, presidente dell’Aie, “Il futuro della produzione culturale – anche libraria – non è quindi solo in un momento di cambiamento, è in pericolo. Per questo il futuro passa dalla ricerca di una soluzione. E per questo Aie si è fatta promotrice del problema perché il fenomeno interessa purtroppo già da diversi anni il settore della musica, del cinema e del software, ma sta coinvolgendo, progressivamente sempre più, anche l’editoria”.
La risposta italiana al tema posto sul piano politico dalla Francia è chiara e forte.
“Il diritto d’autore e la sua tutela sono strumenti imprescindibili per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra società – ha concluso il delegato alla Proprietà intellettuale e Segretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri Mauro Masi – L’Italia saprà sicuramente trovare una soluzione saggia in grado di garantire il giusto equilibrio fra tutti gli interessi in gioco. Con la legge 43 del 2005 è stata imboccata la strada della promozione della definizione di codici di deontologia e di buona condotta tra gli operatori coinvolti per utilizzare la rete come strumento per la diffusione della cultura e per la creazione di valore nel rispetto del diritto d’autore. Proseguiremo in questa direzione”. (r.n.)