Italia
Capacità di governance a 360°: è questa la parola d’ordine nell’ambito delle competenze ricercate nel settore dell’Information and Communication Technology dove ai manager si richiede sempre di più una professionalità poliedrica in grado di far fronte alle necessità tecnologiche dell’azienda, ma anche maggiori capacità di vision sulle evoluzioni del mercato e di gestione degli aspetti più squisitamente organizzativi e strategici.
“Il mercato italiano e quello internazionale – sottolinea Francesco Manzini, Responsabile Divisione Technology di Michael Page, società attiva nella ricerca e selezione di personale specializzato – già da tempo evidenziano uno slittamento della funzione It da semplice divisione di staff verso un ruolo maggiormente strategico, che si concretizza in un crescente coinvolgimento del management tecnologico, il Chief Information Officer, su tematiche business oriented“.
“Il nuovo CIO – ha aggiunto Manzini – pone “crescita” e “innovazione” sempre più come chiavi di lettura delle future scelte informatiche, racchiudendo in questi termini un progressivo ampliamento del ruolo direzionale, che prospetta l’esigenza di nuove competenze sul mercato del lavoro. Le applicazioni di business intelligence, enterprise (Erp, Scm, Crm), storage, document management, networking e le architetture service oriented (Soa) stanno infatti orientando le aziende oltre che verso una maggiore integrazione con l’esterno, anche a una interfunzionalità sempre più spinta, in molti casi esplicata con l’inserimento di figure IT all’interno delle diverse aree aziendali, su progetti temporanei o permanenti”.
Come informa la nota, tra i fenomeni registrati nell’ultimo anno e mezzo, c’è la concreta difficoltà da parte delle aziende a reperire profili di middle management (35.000 – 65.000 euro) a causa della riduzione degli investimenti in formazione su figure professionali junior che ha caratterizzato il precedente periodo.
Inoltre, si evidenzia sia nel middle che nel top management una maggiore tendenza a ricercare posizioni in aziende cliente finale piuttosto che in società di consulenza che sono riconosciute tuttavia come la miglior scuola manageriale per maturare competenze a 360°. Le maggiori esigenze di governance e le più approfondite analisi di costi-benefici poi, portano le imprese a rivedere le proprie politiche di outsourcing in favore di nuove e più proficue iniziative insourcing rivolte a figure con competenze “knowledge intensive” fino a ieri demandate all’esterno e attualmente rivalutate come uno fra i più importanti fattori competitivi.