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Il nome dell’indirizzo internet potrà essere personalizzato. Si potrà scegliere liberamente l’estensione e scrivere per esempio .amore o .roma.
Lo deciderà l’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) e potrebbe trattarsi della più grande trasformazione della rete da dieci anni a questa parte, ma questa possibilità rischia già di sollevare diverse questioni.
L’annuncio è stato dato in occasione della 32esima riunione internazionale che si è aperta ieri a Parigi alla presenza di 1.500 partecipanti provenienti da più di 70 paesi.
A partire dal 2009, 1,3 miliardi di internauti potrebbero essere liberi di dare il nome che più li aggrada all’estensione del loro sito. Giovedì l’Icann valuterà se modificare le ferree regole che attualmente ci sono sui domini, attualmente limitati a singoli paesi, come .uk (Gran Bretagna) o .it (Italia), al commercio come .com, e alle organizzazioni istituzionali, come .net o .org. Ogni persona fisica potrà registrare un dominio sulla base del proprio nome, mentre le compagnie potranno registrare facilmente indirizzi legati al contenuto del settore in cui operano.
Il capo esecutivo Paul Twomey ha dichiarato: “L’impatto sarà diverso da paese a paese, ma consentirà a comunità e soggetti commerciali di esprimere le proprie identità online”.
“Come gli Stati Uniti nel 19mo secolo, siamo sul punto di aprire nuove proprietà immobiliari, nuove terre, e la gente potrà accedere a queste nuove opportunità”.
Se le nuove regole verranno confermate, potrà essere registrato come dominio qualsiasi gruppo di lettere. E questo consentirebbe l’ambita registrazione del dominio .xxx, che interessa tutta l’industria del porno e che fin qui è stato negato dall’Icann. Su questa possibilità, Twomey ha ricordato che il nuovo sistema sarà “aperto e tutti“, ma che ci sarà comunque una commissione con il potere di bloccare un dominio per “ragioni morali o di ordine pubblico“.
Sorpresa da parte degli operatori del settore, specie di Stéphane Van Gelder, direttore generale di Indom, società specializzata nella registrazione e gestione di nomi di domini.
“Non pensavamo si arrivasse a una liberalizzazione totale”, ha dichiarato alla stampa francese.
Ma cosa si farà quando una comunità rivendicherà l’uso della stessa estensione, per esempio .musulmani?
Teoricamente potranno essere creati un numero infinito di estensioni, una vera manna per l’Icann che gode dei diritti per ogni nome di dominio creato.
Attualmente sono 162 milioni i nomi recensiti, di cui più della metà in .net e .com, per un totale di circa 250 estensioni.
Per il nuovo sistema, l’Icann ha già speso 10 milioni di dollari, ma si conta molto su un recupero dei costi.
Concretamente però la creazione delle nuove estensioni non potrà essere fatta in due clic.
Loïc Damilaville, direttore generale aggiunto dell’Afnic (associazione incaricata di gestire i nomi dei domini francesi), ha sottolineato l’importanza delle giuste competenze tecniche e della solidità finanziaria.
“Parliamo – ha ribadito – di diverse decine di migliaia di dollari“, cosa che non è alla portata di tutti gli utenti.
Altra novità, la possibilità di autorizzare gli indirizzi con caratteri non latini, per esempio in cinese, cirillico o arabo.
“L’internazionalizzazione di internet accelera e l’estensione dei nomi di dominio multilingue è essenziale per l’accesso di ciascuno ai contenuti nella propria lingua”, ha detto Eric Besson, Ministro francese per lo sviluppo dell’economia digitale, nel suo discorso d’apertura.
Per consentire una tale diversificazione, l’Icann esaminerà questa settimana il passaggio alla prossima generazione di indirizzi internet (IPV6) che, ha riferito il suo presidente, “consentirà l’entrata in vigore a un numero praticamente illimitato di indirizzi”.
Lo stock attuale, che utilizza il protocollo IPV4, dovrebbe esaurirsi tra il 2010 e il 2011.