Italia
La FUB – Fondazione
Nel periodo (2000-2002)
Nel 2003
Oggi lo scopo delle attività della FUB nel campo della Fotonica è proporre e sperimentare tecniche per realizzare le next generation networks, ed in particolare per garantire agli utenti capacità superiori ai 50 Mb/s, permettendo alle reti di rispondere in maniera automatica e veloce sia alle esigenze dell’utenza, sia alle necessità di riconfigurazioni dovute a congestioni o danni, assicurando sempre la necessaria qualità del servizio.
In questo ambito le attuali ricerche nel campo delle reti di accesso riguardano le tecniche Fiber To The x (FTTx, dove x sta per Home, Building, Premiser, Curb) e in particolare le reti Passive Optical Network (PON); anche con sperimentazioni in campo. Di particolare rilievo sono stati gli studi sull’utilizzo delle tecniche Wavelength Division Multiplexing (WDM) nelle reti PON, sia per accrescere la capacità per l’utenza sia per gestire meglio la fruizione dei servizi.
Per quanto riguarda la rete metro-core, sono state studiate quelle tecniche, basate sul paradigma IP, che permettono alla rete di rispondere automaticamente (e con tempi comparabili con i servizi TV real time) alle esigenze di banda e di Qualità del Servizio (QoS) che sono richieste dagli utenti, con particolare interesse per
Punto centrale di queste attività è il test bed di rete muliaccesso multiservizio IP (dettagli sono sul sito www.fub.it), di proprietà dell’ISCOM, che è un segmento di rete operante in un ambito regionale, con diversi tipi di accesso sia in fibra che in rame. Tale rete permette di garantire la qualità del servizio per servizi real time multimediali, anche ad alta definizione, mediante varie tecniche di etichettatura dei pacchetti (DiffServ, MPLS, GMPLS, VPLS). Su di esso sono state introdotte delle metodologie per la misura della qualità del servizio, sia con prove oggettive (che misurano parametri fisici come il ritardo dei pacchetti, la perdita dei dati e il throughput della rete) che con prove soggettive e cioè basate sulle valutazioni percettive (in questo caso si parla spesso di Quality of Experience, QoE).
La rete sperimentale che è stata realizzata, si inserisce perfettamente nel contesto delle reti nazionali moderne: infatti l’impiego del protocollo MPLS (e le sue evoluzioni GMPLS e VPLS) consente un approccio Connection Oriented su di un mondo che per sua natura è Connectionless.
Con le prove soggettive si è introdotto un modo diverso di concepire la progettazione di una rete. Nasce la necessità di centrare la progettazione di una rete non solo sulle sue prestazioni ma anche sulla soddisfazione dell’utente finale.
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