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Tv pubblica senza spot. Ecco le proposte della Commissione Copé: tassa per Isp, telcos, Tv private e canone esteso a pc e Tvfonini

Francia


Mentre davanti alla Bastiglia i dipendenti della Tv pubblica francese scioperavano, la Commissione Copé completava le proprie proposte per quando la pubblicità sarà oscurata dalle reti di France Télévisions.

Ieri l’organo ha tenuto l’ultima riunione, una settimana prima di consegnare le conclusioni nelle mani del presidente Nicolas Sarkozy.

Si apprende intanto che si prevede una sola linea di finanziamento contro le tre inizialmente prefigurate.

Il presidente della Commissione, Jean-François Copé, ha proposto anche una tassa dello 0,5% sul fatturato degli operatori internet e tlc (vale a dire circa 210 milioni di euro), una tassa sulle frequenze radioelettriche (100 milioni), una sulle entrate pubblicitarie supplementari delle Tv private (80 milioni).

 

Si raccomanda inoltre un’indicizzazione del canone sul tasso d’inflazione, al momento fermo dal 2002 a 106 euro.

Oltre a proporre di estendere il pagamento del canone anche ai proprietari di un pc o cellulare che consenta di vedere la televisione, precisando che si pagherà una sola volta a prescindere da quanti dispostivi si possiedono.

 

Riguardo a France 3, la Commissione mantiene la propria idea di riorganizzare il canale intorno a sette poli regionali, invece degli attuali tredici, per raggruppare i mezzi senza ricorrere alla soppressione dei posti di lavoro.

I dipendenti di France 3 sono stati quelli più mobilitati nello sciopero di 24 ore che ha coinvolto tutto l’audiovisivo pubblico francese.

La seconda protesta da quando lo scorso 8 gennaio Sarkozy ha annunciato la soppressione degli spot dalle reti televisive pubbliche.

Nel pomeriggio di ieri, la percentuale degli scioperanti raggiungeva il 40% dei dipendenti di tutta la Tv pubblica.

 

La manifestazione ha riunito a Parigi diverse migliaia di impiegati (4.000 secondo gli organizzatori e 2000 per la polizia) di France Télévisions, Radio France, RFI, l’INA e TV5Monde.

Per l’intersindacale Sarkozy avrebbe un unico scopo: “sacrificare il servizio pubblico a vantaggio dei canali privati”.

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