Francia
Grande attesa per domani, quando la Commissione Copé dovrebbe rendere note le proprie conclusioni sul futuro della Tv pubblica francese senza pubblicità, per poi consegnare il rapporto al presidente Nicolas Sarkozy.
L’organo creato ad hoc a fine febbraio, dopo la decisione del Capo di Stato di ripensare a France Télévisions senza l’apporto degli spot, si è riunito ogni settimana, ascoltando anche le varie organizzazioni sindacali.
Le opzioni valutate da questa Commissione, dove siedono professionisti e rappresentanti parlamentari di destra e sinistra, hanno sollevato le perplessità dei dipendenti dell’audiovisivo pubblico che temono le difficoltà legate alla mancanza di questo grosso introito.
Domani l’intersindacale ha indetto uno sciopero di 24 ore con una manifestazione che si terrà davanti alla Bastiglia.
Stando ai dati, pubblicati ieri su Parisien/Aujourd’hui, il 56% dei francesi si dichiara “pessimista” sul futuro dell’audiovisivo pubblico senza pubblicità.
Per compensare il mancato guadagno dovuto alla soppressione degli spot, gli intervistati suggeriscono: il 33% una tassa sulle entrate pubblicitarie dei canali privati, il 24% una tassa sugli operatori internet e tlc mobili, il 12% la privatizzazione di uno o più canali della Tv pubblica.
Solo il 6%, come era prevedibile, sarebbe a favorevole a un aumento del canone e il 5% a una tassa sull’elettronica di largo consumo.
Queste ipotesi (eccetto la privatizzazione di una rete pubblica) sono state considerate dalla Commissione Copé. L’unica certezza al momento è che dal settembre 2009 si comincerà a eliminare gli spot per arrivare alla soppressione totale nel gennaio del 2012.
Sarkozy ha già scartato l’ipotesi di un aumento del canone – al momento 116 euro l’anno -, anche se il presidente potrebbe decidere per un’indicizzazione rispetto al tasso di inflazione. Il canone in Francia, uno dei più bassi d’Europa, non subisce aumenti dal 2002.
Dal punto di vista dei contenuti, la Commissione ha proposto la scorsa settimana una riorganizzazione di France 3, riducendo il numero delle antenne regionali a sette contro le attuali tredici. Si sta, infatti, pensando a “revisione completa” delle modalità di finanziamento di France 3.
In ogni caso il progetto manterrà l’identità degli attuali canali: France 2 sarà sempre la rete ammiraglia, France 3 per le regioni, France 4 per i giovani e le nuove tendenze e France 5 la rete del “sapere”.
Misure sulle quali non è d’accordo il presidente di France Télévisions, Patrick de Carolis, che nell’incontro avuto con il presidente della Commissione, Jean-François Copé, ha chiesto misure supplementari.
Secondo de Carolis, sarebbe preferibile poggiarsi sulla forza della rete France 3, per sviluppare una televisione che faccia più posto all’informazione e allo sport. Tutto mantenendo l’attuale organizzazione.
Il presidente della Tv pubblica ha inoltre chiesto finanziamenti continui e supplementari per assicurare competitività e sviluppo delle reti televisive statali.
Per l’intersindacale della Tv pubblica, la Commissione Copé “…è un’operazione di facciata che nasconde le reali intenzioni, quelle di smantellare l’audiovisivo pubblico a vantaggio del settore privato”.