Francia
La Commissione Copé , incaricata di studiare soluzioni di finanziamento alternative alla pubblicità per la televisione pubblica francese, ha continuato i propri lavori nonostante la decisione dei rappresentati dell’opposizione di abbandonare l’organo creato ad hoc.
Le dimissioni dei commissari, quattro socialisti e due comunisti, sono arrivate dopo che il presidente Nicolas Sarkozy ha dichiarato che per compensare i mancati introiti non sarà in ogni caso utilizzato un aumento del canone Tv (al momento di 116 euro).
“…La Francia semplicemente non ha i mezzi per pagarsi una televisione pubblica senza pubblicità”, ha dichiarato uno dei sei, citato dal quotidiano Libération.
Resta tranquillo il presidente Jean-François Copé che ha minimizzato l’accaduto, sostenendo che si tratta di un pretesto del partito socialista per chiedere ai suoi membri di abbandonare la Commissione.
L’Associazione dei giornalisti di France 2, una delle reti di France Télévisions, ha sottolineato come “…l’esistenza stessa dell’azienda sarebbe in pericolo” se non sarà trovata una fonte di finanziamento “perenne” altrettanto considerevole.
Sul piano editoriale, Copé – che si è detto tra l’altro favorevole a un calcolo del canone sul tasso d’inflazione – sostiene una revisione “al rialzo” dei Decreti Tasca che fissano, in funzione delle loro entrate, il livello di investimento delle reti nella produzione delle opere francesi ed europee.
Riguardo la futura organizzazione della Tv pubblica, “l’idea è di creare delle unità di programmi per fiction, cinema, cultura documentari e giovani”. Operazione che consentirebbe sinergie e federazione dei mezzi tecnologici.
La questione di France 3 sarà invece affrontata separatamente. In ogni caso il progetto manterrà l’identità degli attuali canali: France 2 sarà sempre la rete ammiraglia, France 3 per le regioni, France 4 per i giovani e le nuove tendenze e France 5 la rete del “sapere”.
Il Rapporto della Commissione verrà consegnato al presidente Sarkozy il 25 giugno e il progetto di legge sull’audiovisivo pubblico sarà depositato in autunno. Secondo i piani, a partire dal 2009, come voluto dal Capo dello Stato, la pubblicità verrà lentamente esclusa dalla programmazione della Tv pubblica.
Il dibattito su France Télévisions senza spot era stato aperto lo scorso 8 gennaio, quando Sarkozy aveva annunciato, nella sorpresa generale, la volontà di eliminare la pubblicità dalle emittenti di servizio pubblico, rivedendone anche gli obiettivi e i doveri. Da allora, tutti si chiedono dove si potranno reperire fondi per sostituire i ricavi da pubblicità, circa 800 milioni di euro all’anno, un terzo delle risorse dell’azienda televisiva. Fra le prime ipotesi quella di una tassa sui proventi pubblicitari delle emittenti private, degli operatori internet e delle telefonia mobile.
Ancora però non è stata presa alcuna scelta definitiva.