Italia
L’intesa con l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni sulla separazione funzionale della rete potrebbe arrivare entro luglio e nel frattempo Telecom Italia prosegue nella riorganizzazione aziendale secondo le linee strategiche annunciate a marzo.
Telecom, come ha sottolineato Stefano Pileri, responsabile Technology and Operations, “…sta lavorando molto bene con l’Autorità per le comunicazioni” per sciogliere il nodo del futuro assetto della rete di accesso.
“Sono molto contento del lavoro fatto e sono assolutamente convinto che si possa arrivare ad un’intesa entro il 15 di luglio”, come auspicato dal presidente Agcom Corrado Calabrò, che per quella data dovrà presentare la relazione al Parlamento sulle attività svolte dall’Autorità.
È stato intanto ufficializzato nel dettaglio il piano di efficienza che dovrebbe consentire un risparmio pari a circa 300 milioni di euro all’anno.
Il piano prevede oneri di ristrutturazione aggiuntivi per circa 250 milioni di euro, rispetto ai 100 già previsti nel Piano 2008 e circa 5 mila esuberi che, precisa però l’Amministratore delegato Franco Bernabè in un’intervista a Il Sole 24 Ore, sono legati alla fusione Telecom-Tim avviata da Marco Tronchetti Provera, che si pone come obiettivo quello di giungere all’integrazione fisso-mobile.
Gli oneri aggiuntivi “saranno comunque più che compensati da risparmi di costi già nel corso dei prossimi 2 anni”, chiarisce una nota della società.
Tra le novità del piano, anche la creazione della Direzione Domestic Market Operations che avrà il compito di integrare la gestione e il controllo delle attuali strutture Fisso, Mobile e Top Clients e si baserà su un modello organizzativo “Customer Centric”, consentendo ulteriori efficienze sui costi e il miglioramento della competitività del gruppo.
Obiettivo della graduale evoluzione del modello organizzativo è infatti quello di diversificare l’offerta semplificando la struttura, che sarà organizzata in tre macro aree – Consumer, Business e Top Clients – le quali offriranno ai rispettivi segmenti di clientela prodotti e servizi convergenti.
La guida della direzione è stata affidata a Oscar Cicchetti, che continuerà a curare anche le attività internazionali, mentre le funzioni Strategy e National Wholesale Services vengono collocate alle dirette dipendenze di Bernabè.
La sfida per il maggiore operatore telefonico nazionale non è delle più semplici: riorganizzata la struttura si dovrà passare ad affrontare i nodi irrisolti del mercato tra i quali, appunto, la modernizzazione infrastrutturale e l’apertura a una concorrenza fin qui non proprio agevolata.
L’estensione della banda larga e delle reti di nuova generazione (NGN) anche alle aree poco remunerative dal punto di vista degli investimenti diventa quindi una priorità imprescindibile per la società e per le istituzioni
Se l’obiettivo è quello di arrivare al 2015 con un’infrastruttura adeguata a sostenere lo sviluppo socioeconomico del sistema Paese, bisogna partire subito, avviando adeguati investimenti nelle infrastrutture in fibra ottica e nelle tecnologie di accesso wireless o l’Italia resterà fanalino di coda dell’economia digitale.
A chi chiede di un intervento pubblico sulle infrastrutture, risponde il presidente Agcom, che nega di ave mai previsto ‘aiuti o aiutini’ per far decollare gli investimenti.
“L’intervento pubblico – ha sottolineato Calabrò – deve avvenire nell’ambito della cornice comunitaria di riferimento” e dunque attraverso “forme di intervento che non implicano alcun onere per lo Stato e non costituiscono forme di aiuto pubblico e che al contempo presentano grossi benefici per gli operatori“.