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Tlc: parte la riforma del settore, mentre le compagnie telefoniche fanno la conta dei danni dopo il sisma nel Sichuan

Cina


Con l’acquisto, da parte di China Telecom e del governo di Pechino, delle reti Cdma del secondo maggiore operatore mobile nazionale, China Unicom, per 10 miliardi di euro, comincia a prendere forma l’attesa riforma delle tlc cinesi, che prevede la creazione di tre gruppi nazionali dagli attuali sei.

La fusione permetterà al primo operatore di rete fissa nazionale di aprirsi un varco sul mercato della telefonia mobile e di concorrere col numero uno mondiale in termini di abbonati, China Mobile, che con 369 milioni di clienti, controlla il 70% del mercato domestico, il maggiore mercato wireless e internet del mondo per numero di utenti.

 

China Unicom si fonderà a sua volta con China Netcom (secondo operatore fisso del paese), con un’operazione del valore di 36 miliardi di euro. A conclusione della transazione, prevista per il quarto trimestre 2008, le azioni di China Unicom verranno ritirate dal mercato.

 

Il presidente di Unicom, Chang Xiaobing, ha sottolineato che la nuova società che nascerà dalla fusione offrirà una vasta gamma di servizi fissi, mobili e internet.

 

Le due operazioni sono solo un anticipo del piano messo a punto dal ministero delle Finanze, dal ministero dell’Industria e dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme per aumentare la competitività dell’industria evitando nuovi monopoli.

 

La Cina contava 583,5 milioni di utenti mobili alla fine di aprile – più di Stati Uniti e Giappone messi insieme – ma le prospettive di crescita sono enormi, se si pensa che 6 cinesi su 10 ancora non possiedono un cellulare e l’84% della popolazione – composta da circa 1,3 miliardi di persone – non può accedere al web

 

Solo nei mesi di gennaio e febbraio, secondo i dati forniti dal governo, si sono registrati quasi 18 milioni di nuovi utenti mobili, mentre la rete fissa ne perdeva oltre 3 milioni.

 

Il governo cinese, intanto, si appresta ad assegnare le licenze 3G, mentre gli operatori cominciano a fare la conta dei danni causati dal terribile terremoto che ha devastato la provincia del Sichuan, provocando decine di migliaia di vittime.

Secondo stime preliminari, ci sarebbero stati danni alle infrastrutture per circa 960 milioni di dollari.

Il sisma avrebbe provocato la rottura di 28.700 stazioni base, fatto cadere 142 mila pali telegrafici e strappato circa 29 mila chilometri di cavi.

 

Tutte le compagnie telefoniche cinesi – China Telecom, China Mobile, China Netcom, China Unicom, China Satcom e China Tietong – hanno subito perdite, ha spiegato Shen Yongtao del ministero dell’industria.

Le società telefoniche sono subito intervenute per riparare i danni alle infrastrutture, mobilitando 32 mila persone, ma il loro lavoro è reso molto difficoltoso sia dai danni provocati alle strade che dalle diverse frane e dagli smottamenti seguiti al sisma.

 

Le comunicazioni, annuncia comunque il governo, sono state riattivate in tutte le 109 città delle 8 contee più colpite.

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