Unione Europea
Il cliente prima di tutto.
Il settore telefonico spesso non tiene nel dovuto conto le esigenze e gli interessi dei consumatori, rendendo la vita difficile a chi vuole semplicemente accedere o disdire un servizio.
La Commissione europea, con la riforma del quadro normativo di settore, ha intrapreso un cammino volto a invertire la tendenza facendo sì che i clienti telefonici siano più tutelati nel loro rapporto con gli operatori.
Basti pensare all’introduzione dell’eurotariffa sul roaming voce – che probabilmente verrà estesa anche ai servizi dati – o alla battaglia per la diminuzione delle tariffe di terminazione che, pur praticate all’ingrosso tra gli operatori, finiscono per impattare sui prezzi finali ai consumatori.
La palla è ora nelle mani del Parlamento europeo chiamato a valutare le proposte elaborate dal Commissario Viviane Reding, con le quali si vuole permettere all’industria di tenere il passo con i rapidi sviluppi del mercato e della tecnologia e ai cittadini di usufruire di servizi migliori e trasparenti.
Il pacchetto in discussione contiene infatti quattro proposte legislative che dovrebbero, tra le altre cose, spingere gli operatori a un rapporto più corretto coi clienti, che spesso – giusto per dirne una – vengono informati volutamente in maniera parziale su offerte apparentemente vantaggiose ma che si rivelano veri e propri tranelli.
Essenziale, però, anche facilitare gli investimenti e favorire la concorrenza.
La proposta della deputata francese Catherine Trautmann del gruppo socialista (PSE), relatrice della direttiva per un quadro digitale comune, è intesa proprio a facilitare gli investimenti e l’evoluzione in un contesto mutevole, favorendo così la concorrenza.
“Dobbiamo permettere l’accesso a questi servizi ai cittadini europei al miglior costo e con la miglior qualità”, ha dichiarato la Trautmann.
“Non vedo impedimenti fra gli interessi dei consumatori e quelli dell’industria – continua – rafforziamo dunque la concorrenza e avremo un plus valore economico, sociale e culturale”.
Uno dei punti più controversi della riforma riguarda la creazione di un’Autorità europea per le tlc, che secondo il piano della Reding si baserà sulle competenze delle autorità nazionali, funzionando in maniera simile all’Agenzia europea per i medicamenti, consentendo cioè una reale partnership tra i regolatori e la Commissione.
La nuova Authority dovrebbe dare il suo parere sulle procedure inerenti la separazione funzionale, che potrà essere utilizzata come rimedio, ma solo in casi in cui sia necessario intervenire per bilanciare squilibri del mercato comprovati da apposite analisi condotte dai regolatori nazionali.
Secondo i detrattori della proposta, tuttavia, la nuova Autorità europea per le telecomunicazioni non farà che aggiungere nuovi strati di burocrazia.
Un ulteriore problema riguarda poi la garanzia d’indipendenza della nuova agenzia.
“Chi se ne occuperà”? si chiede l’europarlamentare Pilar del Castillo (EPP-ED, che sta mettendo a punto una relazione sull’istituzione dell’Authority.
La Castillo, pur dopo un’iniziale titubanza, si è detta convinta dell’opportunità di creare un corpo europeo indipendente per il mercato delle telecomunicazioni, ma relativamente all’obiettivo europeo di divenire pienamente una società della conoscenza, la deputata chiede anche condizioni favorevoli per le imprese.
“Esistono ancora difficoltà per la creazione di un mercato integrato europeo, ad esempio permangono disparità fra gli Stati membri nell’accesso alla banda larga, alla digitalizzazione o ai servizi….tutte questioni da risolvere al più presto se vogliamo creare un vero mercato comune europeo”, conclude.
Le quattro proposte saranno votate dai deputati entro la pausa nelle rispettive commissioni parlamentari, in vista del benestare dell’Aula in occasione della sessione plenaria del prossimo settembre.