Italia
Dopo giorni di dibattito in commissione e aula, la Camera ha approvato il decreto legge salva infrazioni Ue, che contiene anche la controversa norma sul sistema televisivo. Mentre la maggioranza ha deciso di modificare il cosiddetto emendamento “Salva Rete 4“ , trovando un “compromesso” con l’opposizione, la Ue fa sapere di non aver ancora deciso cosa fare in merito alla vicenda della Legge Gasparri e alle successive modifiche sull’emittenza televisiva.
La conferma arriva da un portavoce della Commissione, che ha sottolineato che il tema “è ancora all’esame” delle Autorità di Bruxelles e che la stessa “…Commissione non ha ancora deciso se deferire l’Italia alla Corte“.
Il 19 luglio scorso, la Ue aveva infatti concesso due mesi al nostro Paese per rispondere al proprio parere motivato contro la Legge Gasparri , pena il ricorso in Corte di giustizia. Il portavoce ha poi precisato che “…le Autorità europee non hanno ancora ricevuto una copia della legislazione italiana in materia”.
Nessun commento dal fronte Mediaset, dove il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, intervenendo sulla decisione di riformulare l’emendamento, ha sottolineato che si tratta di una “…di una decisione del governo. Noi non commentiamo. Commenteremo quando sarà approvato. Comunque Rete 4 non c’entra niente”.
“…Tuttavia – ha aggiunto – credo che la decisione di oggi (leggi ieri, ndr) sia dettata dalla volontà di moderare i toni”.
Le modifiche apportate riguardano una parte del comma 3 che si prestava a un’interpretazione in favore delle reti televisive esistenti, e che aveva portato a ribattezzare la norma “Salva Rete 4″ , prevedendo “…la prosecuzione nell’esercizio degli impianti di trasmissione” per tutti quegli operatori autorizzati sull’analogico fino al 2012, data per il passaggio definitivo alla tecnologia digitale. Fin dall’inizio l’opposizione aveva letto in questa norma un tentativo di “sanare” la posizione di Rete 4 il cui titolo a trasmettere è contestato da diverso tempo. Anche senza questa norma, non è in discussione la possibilità per Rete 4 di continuare a trasmettere in analogico, come previsto dall’articolo 28 del Testo unico della radiotelevisione.
Decisione che comunque ha posto fine all’ostruzionismo, che metteva a rischio la conversione del decreto che scade l’8 giugno e deve ancora andare al Senato, anche se Pd e Idv hanno votato comunque contro il provvedimento.
Un provvedimento che ha portato il leader del Pd, Walter Veltroni, ad affermare che “…il governo ha provato una forzatura ed è stato battuto dall’opposizione che ha esercitato le sue prerogative”.
“…Il governo toglierà le parti più scandalose del provvedimento, è un primo risultato importante. Ma il testo resta insufficiente a rispondere alle procedure di infrazione Ue e dunque voteremo contro. E’ comunque il segno che il nostro ostruzionismo ha raggiunto un risultato importante”, ha detto l’ex Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni che ha trattato la svolta della giornata in un faccia a faccia con il sottosegretario Paolo Romani.
E’ proprio Romani a dire invece che “…spiace che l’opposizione canti vittoria, perché l’Europa ci chiedeva quattro risposte e noi ne abbiamo date solo tre. Ci hanno impedito di dare all’Europa una data precisa entro cui ci deve essere lo switch-off. Ma reinseriremo il comma nel prossimo momento utile, probabilmente nella Comunitaria”.
Secondo l’esponente del governo inoltre, il contenzioso che l’Italia ha con Bruxelles “…è stato causato dalla cattiva gestione con l’Europa del precedente governo”.
Resta alta la guardia dell’Idv: “…Il governo intende riformulare l’emendamento sulle Tv facendo scomparire il comma tre dell’emendamento stesso: l’Idv ne prende atto e considera questa una battaglia vinta, ma sia chiaro che non siamo disponibili a nessun accordo con la maggioranza sul tema dell’informazione”, ha detto il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi.
Una lettura degli avvenimenti non condivisa dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del Pdl, Paolo Bonaiuti per il quale “…la sinistra prova a cantare vittoria ma non ce la fa, è stonata. Gli è stato spiegato e rispiegato che l’emendamento non era per salvare Rete 4 e loro hanno sollevato un polverone solo per dimostrare che esistono ancora”.
In ogni caso, resta una norma che modifica solo in piccola parte la legislazione esistente in materia televisiva, ma soprattutto, e su questo le due parti sono d’accordo, non risponde completamente alla motivazione per la quale era nata: rispondere alle “osservazioni” Ue sulla regolamentazione del settore Tv italiano ed evitare la prosecuzione della procedura di infrazione già in avanzato stato di avanzamento.
Certo, ha ammesso Giovanna Melandri, ministro ombra delle Comunicazioni, “…non si dà una risposta esaustiva sulle infrazioni ma almeno è stata tolta dal decreto quella norma odiosa fatta apposta per Rete 4″ e “il governo ha fatto un errore politico a voler forzare” il dibattito con un emendamento del genere.