Francia
Nessuno aumento del canone televisivo per il Ministro francese della Cultura, Christine Albanel. Il finanziamento della Tv pubblica, dopo la sospensione della pubblicità decisa dal presidente Nicolas Sarkozy, potrebbe essere solo quella di tassare gli operatori telecom.
“Lo scenario che mi sembra più interessante è quello di un’imposta per emittenti private e telcos (…) penso sia la situazione migliore“.
La Albanel ha “ricordato che il fatturato dell’operatore Orange è enorme, intorno ai 50 miliardi di euro, oltre ad avere un Ebitda considerevole”. Precisando che le telecom raggiungono guadagni considerevoli e questa tassa inciderebbe solo in minima parte.
Il Ministro considera invece molto difficile pensare a un aumento del canone che colpirebbe solo i telespettatori.
Ovvio che gli operatori sarebbero più propensi per una decisione di questo tipo, ma non i francesi. “Con la pressione dell’inflazione, è assolutamente impossibile attaccare il portafoglio dei contribuenti”.
Dalla sua, il Ministro dell’Economia, Eric Woerth, aveva già confermato questa decisione, in disaccordo con quanto richiesto dalla Commissione Copé, incaricata di predisporre un piano di riforma della Tv pubblica, che aveva prospettato l’aumento del canone tra le soluzioni possibili per sopperire ai mancati introiti derivanti dalla publbicità.
Gli operatori si sono detti disposti a versare questo contributo, calcolato sulle entrate pubblicitarie, ma a condizione che lo facciano anche altri media. A riferirlo è la Federazione francese delle telecom (Fédération française des télécoms – FFT).
Frank Esser, Ceo di SFR e presidente della FFT, in una lettera indirizzata ai membri della Commissione Copé, ha ricordato che da tempo le telco hanno dato disponibilità, come con la tassa Cosip (Conto di sostegno all’industria audiovisiva), quella sul video on demand, i differenti contributi versati alle società degli autori, alle emittenti e ad altri servizi erogati.
“Siamo pronti – ha aggiunto – a fare ancora di più, in modo giusto e non discriminatorio, con un contributo sulle entrate pubblicitarie provenienti dai nostri portali internet che, anche se ancora modesti, cresceranno col tempo grazie all’aumentata audience dei siti degli operatori mobili e Isp”.
Ma Esser ha anche avvertito, “Questo contributo non sarà invece possibile se verrà esteso anche agli altri media, che beneficeranno ugualmente della sospensione della pubblicità (emittenti private, portali web – e non solo quelli degli operatori – altri media, radio, cinema…)”.
Tutto naturalmente in proporzione alle entrate pubblicitarie e alle previsioni di guadagno.
Da inizio anno, la FFT si oppone all’idea di una tassa sul fatturato globale degli operatori mobili e dei fornitori d’accesso internet per finanziare l’interruzione della pubblicità sulla Tv pubblica.
Nella lettera, Esser ha ricordato questa posizione, commentando che un tale finanziamento “senza rapporto diretto con la loro attività“, “non è né opportuno, né legittimo e sarebbe anche controproducente”.