Canone Tv: per Del Grosso, ‘Il problema non è stanare gli evasori, ma far recuperare alla Rai la sua funzione di crescita culturale e sociale’  

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Remigio del Grosso

Pubblichiamo di seguito una lettera Remigio del Grosso, Vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti di AGCOM, a commento di un articolo di Fernando Bruno pubblicato da key4biz.  

 

 

Gentile direttore,  

 

ho preso visione dell’articolo “Canone Rai: come combattere l’evasione? Smart card agli abbonati del servizio pubblico” di Fernando Bruno pubblicato da key4biz il 20 maggio.

Il mio intervento si riferisce alla proposta di Bruno di trattare l’abbonato Rai alla stregua di un qualsiasi abbonato alle Pay TV, dotandolo di una smart card “anti-evasione”.

 

A mio avviso, il problema principale del servizio pubblico radiotelevisivo non è quello di stanare gli evasori, bensì quello – più volte sottolineato dallo stesso presidente dell’Agcom  – di far recuperare alla Rai la sua “funzione di crescita culturale e sociale e di formazione del gusto”.

 

Fin quando la qualità della programmazione Rai sarà omologata a quella delle televisioni commerciali, nessun discorso serio potrà essere fatto sul problema dell’evasione del canone, del quale da più parti se ne chiede l’abolizione, eventualità non esclusa dall’attuale Sottosegretario alle Comunicazioni Romani (“E’ una possibilità, ma vuol dire che il Fisco si deve caricare delle risorse che il canone in questo momento assicura alla Rai“).

 

A tale proposito, ricordo che il Consiglio Nazionale degli Utenti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha richiesto da tempo – in verità poco sostenuto dalla stessa Agcom – che la Rai rendesse pubbliche le modalità di utilizzo delle risorse che le derivano dal canone di abbonamento. Non c’è miglior modo di recuperare l’evasione, infatti, che quello di dimostrare ai cittadini come vengono spese le risorse pubbliche.

 

Altro importante problema per gli abbonati Rai, inoltre, è quello relativo all’impossibilità per alcuni utenti residenti in zone impervie, di vedere i canali Rai che vengono spesso e volentieri oscurati sul satellite. E’, infatti, rimasta senza seguito la proposta di Adiconsum e Anie-Confindustria di dotare tali abbonati di una smart-card satellitare, questa sì molto utile per garantire il rispetto da parte della Rai dell’art. 31 del Contratto di Servizio.

 

E’ di pochi giorni fa, infine, l’intervento in Senato del senatore Elio Lannutti che ha ricordato il recente studio della CGIL sui bilanci Rai dal 2002 al 2006, dal quale “emerge una grave situazione di criticità: con 11.436 dipendenti, 1.872 contratti a tempo determinato, 43.000 collaboratori, la Rai, che senza interventi potrebbe fare la fine dell’Alitalia, è costretta ad esternalizzare la maggior parte della programmazione a società esterne ed invece di svolgere un ruolo proprio del servizio pubblico, diffonde la dottrina dei pacchi, come il programma appaltato “Affari tuoi”, invece di una cultura basata sui valori e sull’educazione, specie delle giovani generazioni, all’impegno ed all’etica della responsabilità”.

 

I problemi della Rai, anche tecnologici, sono quindi ben altro di quelli segnalati dall’esimio rappresentante dell’Autorità e stimato (ex) collaboratore del Ministro Gentiloni.

 

 

Cordialità

Remigio del Grosso

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