Italia
“Sono qui per imparare …”, esordisce il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta. “Un grande atto di onestà intellettuale”, replica il professor Stefano Rodotà e cita un docente di Yale il quale, colto impreparato dalla domanda di uno studente, risponde: “domani lo saprò”. La cornice del duetto Brunetta-Rodotà è la sala convegni del Cnr a Roma. All’ordine del giorno, “Il sistema Internet, verso la costituzione dell’Internet Governance Forum Italia“.
Ad aprire il convegno di ieri, promosso dalla sezione italiana dell’Internet Society (Isoc), è proprio Brunetta. Per il ministro, “… internet e le tecnologie dell’Ict sono fondamentali nel garantire trasparenza”. E annuncia che “… per la prima volta, saranno pubblicati sul web tutti i dati del mio dicastero: numero di dipendenti, salari, tassi di assenteismo …”. La lotta ai “fannulloni”, infatti, “… non mira ai licenziamenti ma alla trasparenza”. Poi Brunetta dà “massimo sostegno all’Internet Governance Forum (Igf) e alla proposta di una Carta dei diritti di Internet”, avanzata da Rodotà. “… Effervescente ma controllato …”, così il Ministro immagina il web che verrà.
L’Igf, spiega la moderatrice e dirigente del Cnr Laura Abba, muove i primi passi dal World Summit on Information Society (Wsis), forum globale sull’Ict scandito dall’Onu in due tappe. La prima, a Ginevra nel dicembre 2003. La seconda, a Tunisi nel novembre 2005. Qui prende corpo il progetto dell’Internet Governance Forum. Una piazza mondiale dove gli stakeholder del web (governi, aziende, utenti) discutono sul futuro della rete. L’Igf non ha poteri decisionali. Ma ogni anno si riunisce, per fornire proposte a chi le decisioni le prende.
I primi due meeting sono ad Atene nel novembre 2006 e a Rio De Janeiro nel novembre 2007. Prossime tappe: Hyderabad (India, dicembre 2008) e Il Cairo (novembre 2009). L’atto conclusivo dell’Igf si terrà nel 2010, a Vilnius in Lituania o a Baku in Azerbaigian. Gli argomenti affrontati ad Atene e a Rio, spiega Laura Abba, sono “openess, security, diversity, access, emerging issues e critical internet resources”. L’Isoc ha pubblicato gli atti dei due forum in due quaderni: “Aspetti giuridici di internet” (Atene) e “Costituzione dell’Igf italiana” (Rio).
Isoc Italia, intanto, si prepara per Hyderabad. Lo scopo è alimentare il dibattito sulla rete dando vita ad una sezione italiana dell’Igf, come è avvenuto in Inghilterra. Nel campo di Internet, del resto, gli italiani “… godono di maggior credito all’estero che in patria …”, lamenta Beatrice Magnolfi, già sottosegretario alle Riforme e innovazione nella P.A. col governo Prodi e ora nel “governo ombra” del Partito Democratico. Se oltralpe riscuotiamo consensi, è merito della delegazione a Rio De Janeiro capeggiata da Rodotà. Dopo i primi scetticismi, la proposta italiana di una Carta dei diritti per tutelare le libertà del web ha fatto proseliti. I critici obiettavano che le leggi e le costituzioni nazionali fossero sufficienti. Ma in Brasile, prosegue Magnolfi, si è capito che la rete esige nuove regole: “… una riunione di pedofili su Second life è un reato?…”.
Anche Stefano Trumpy (dirigente Cnr IIT, Presidente Isoc Italia e delegato italiano al Governmental Advisory Committee dell’Icann) rivendica i meriti italiani: “L’impegno del nostro Paese sui temi della gestione futura dell’Internet è andato crescendo a partire dal fondamentale contributo dell’Italia al World Summit on Information Society (2003-2005), continuando con la piena adesione al processo dell’Internet Governance Forum nel 2006 per arrivare ai significativi risultati nell’ultimo Forum di Rio del novembre
Tra Rio ed Hyderabad, c’è Cagliari. In Sardegna, infatti, nell’autunno 2008 si farà lo stato dell’arte sull’Igf Italia. Fari puntati sull’Internet Bill of Rights (Carta dei diritti). A discuterne gli attori internazionali della rete, sulla scia del Dialogue forum on Internet Rights. L’evento di Cagliari sarà frutto di un lavoro di squadra. Con Renato Soru (presidente democratico della giunta sarda) e Giulio De Petra (Direttore generale per l’innovazione tecnologica e per le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni della regione Sardegna), collaborerà il Ministro Brunetta.
“Diritti per gli internauti – sostiene il vicepresidente dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) Paolo Nuti – ma anche doveri”. I navigatori, secondo Nuti, “… vanno responsabilizzati (…) perché a commettere i reati sono le persone e non le tecnologie”.
Il dibattito sulla governance di internet è in corso e Isoc Italia è in prima fila. Il convegno di ieri, aperto a tutti gli stakholder, è solo l’inizio. L’obiettivo è coinvolgere la comunità di internet. Compito arduo, ammette Trumpy, perché le aziende sono restie e gli utenti faticano ad organizzarsi. Ma c’è tempo, fino ad Hyderabad.