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La Rai approva il bilancio d’esercizio 2007, mentre sull’amministrazione pende il caso del giornalista Marco Travaglio, passato sotto la lente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
I conti registrano una perdita di 4,9 milioni, con un netto progresso rispetto al consuntivo dell’esercizio precedente (-78,6 milioni). Il Margine operativo lordo (Mol) risulta positivo per 426,1 milioni, con un incremento di 154,8 milioni rispetto al 2006. La posizione finanziaria netta si conferma priva di debiti e positiva per 110,4 milioni, in miglioramento di 37,6milioni.
Un bilancio in sostanziale pareggio, confermato anche a livello di gruppo, “con un netto progresso” rispetto al 2006 grazie, sul fronte dei ricavi, al canone mentre sul versante dei costi, stabili al livello dell’anno precedente, invertendo un trend pluriennale.
Il canone ha beneficiato dell’aumento deciso dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, da 99,60 a 104 euro.
Per il 2008, l’incremento è stato di 2 euro (da 104 a 106 euro) ed ha allineato l’imposta al tasso di inflazione che il governo e l’Istat stimano per il 2008 intorno al 2%, come previsto dall’art. 47 del Testo Unico sulla televisione. La norma – come riferisce il ministero – stabilisce che ogni anno il Ministro delle Comunicazioni, con proprio decreto determini l’ammontare del canone di abbonamento in vigore dal primo gennaio dell’anno successivo, in misura da consentire alla concessionaria della fornitura del servizio di coprire i costi che prevedibilmente verranno sostenuti in tale anno, per adempiere gli specifici obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo affidati alla società, prendendo anche in considerazione il tasso di inflazione.
Importanti quindi anche gli interventi per la riduzione drastica dell’evasione che a dicembre dello scorso anno si attestava intorno al 25%, registrando che ogni anno oltre sei milioni di famiglie non pagano il canone (la terza tassa più odiata dagli italiani) drenando dalle casse di Viale Mazzini intorno ai 500 milioni.
Il bilancio 2007 evidenzia una crescita anche degli abbonati che arrivano a quota 15,9 milioni (+115 mila). I ricavi pubblicitari sono “stabili” con un aumento dello 0,3%. L’ultimo trimestre ha raddrizzato una raccolta debole nei primi nove mesi dell’anno. La pubblicità vale ora il 38,3% dei ricavi. Perplessità per questo 2008, che pone diversi dubbi agli analisti e ha determinato anche un cattivo andamento del titolo di Mediaset.
Bene la gestione dei costi che hanno contribuito al pareggio dell’azienda. Solo sulle strutture di staff si sono risparmiati circa 11 milioni. I costi operativi, pari a 2.522 milioni, sono calati del 3% su base annua, con un blocco – a parità di attività – di quelli esterni, mentre il consumo di beni e servizi è sceso del 5,7%. Gli investimenti sono cresciuti di 30 milioni, quasi l’8% annuo. Quelli nella fiction sono pari a 293 milioni (+5,2%) mentre maggiore è l’incremento nelle immobilizzazioni materiali (+20%).
Intanto però ai piani alti di Viale Mazzini si continua a discutere di Travaglio e delle sue dichiarazioni sul presidente del Senato Schifani nella trasmissione “Che tempo fa“.
Una vicenda che ha messo in moto anche l’Agcom che ha avviato un’istruttoria nei confronti dell’azienda.
Il direttore generale Claudio Cappon ha precisato che la Tv pubblica non opera censure: “Travaglio prosegue nella sua attività, però la Rai pretende il rispetto delle regole. Tutti i nostri collaboratori lo sanno; è con il loro comportamento che determinano la possibilità di proseguire l’attività con noi”.
E Cappon, tra le iniziative che ha assunto subito dopo lo scoppio delle polemiche, ha previsto anche la rivalsa economica da parte dell’azienda nei confronti di Travaglio nel caso di danni economici per la Rai derivanti proprio da queste controverse dichiarazioni su Schifani.
L’Autorità ha intanto deciso a maggioranza, di aprire un’istruttoria nei confronti della Rai sia per “Che tempo che fa” del 10 maggio, che per “Anno Zero” del 1° maggio. Alla base del provvedimento la contestazione alla concessionaria pubblica della presunta violazione dell’articolo 4 (diritti fondamentali della persona) e dell’articolo 48 (compiti del servizio pubblico) del Testo unico della radiotelevisione.