Italia
Può la scienza, con i suoi centri di ricerca e di eccellenza, fornire un valido supporto tecnico e metodologico alle istituzioni pubbliche? Il Seminario Bordoni “Scienza e consulenza alle istituzioni: un binomio possibile” pone questo interrogativo e le sue possibili risposte al centro di un dibattito e di una prospettiva, settimo appuntamento del ciclo di seminari organizzati dalla FUB – Fondazione Ugo Bordoni e svoltosi con il contributo tecnico organizzativo dell’Isimm. Lo spunto per questo importante momento di incontro tra il mondo delle istituzioni e della ricerca scientifica è dato dall’analisi di un’esperienza europea di rilievo come quella del WIK, l’Istituto scientifico per l’infrastruttura e i servizi di comunicazione.
Ospite della giornata infatti è il Direttore Generale dell’Istituto tedesco, Karl-Heinz Neumann che ha illustrato la struttura del WIK, il suo network di relazioni globali, il modello organizzativo della struttura e il business model adottato, sottolineando la natura bipolare dell’ente e la vocazione a porsi come organismo preferenziale di consulenza per le istituzioni pubbliche. Un centro di alta cultura che alimenta la sua mission col pensiero della ‘Science meets Consulting’, riuscendo a coniugare perfettamente ricerca scientifica avanzata nel settore dell’ICT con una preziosa e qualificata attività di consulenza al servizio delle istituzioni della Repubblica di Germania, come anche della Commissione Europea e di molti altri Paesi.
Un invito, quello che la Fondazione Bordoni ha rivolto a Karl-Heinz Neumann, teso a riaprire un dibattito che il sistema italiano aveva negli ultimi anni pensato chiuso e che invece, durante l’intervento del Direttore del WIK e nella successiva tavola rotonda pomeridiana, ha dimostrato una nuova vitalità, soprattutto in funzione di una rinnovata capacità delle istituzioni pubbliche di intervenire su complesse problematiche operative come le reti di nuova generazione o le necessità di regolamentazione che internet pone quotidianamente. Lo stesso Maurizio Dècina, Presidente della Fondazione Bordoni, in un suo videomessaggio di apertura, ci tiene a precisare quanto questo nuovo seminario come uno dei più importanti per la FUB, proprio per la tematica affrontata, che tanto da vicino riguarda la Fondazione, in cui la scienza e la ricerca si pongono al servizio delle istituzioni come attività di consulenza atte a potenziare il lavoro delle amministrazioni pubbliche sul territorio.
“… Il WIK è uno splendido esempio di centro di ricerca e di eccellenza– afferma Dècina- sia per la pubblica amministrazione tedesca che per l’Unione europea, nel suo modo di porsi all’avanguardia su tematiche di stretto interesse tecnologico e sociale, proponendosi come luogo di incontro tra culture di efficienza diverse e come soggetto di consulenza specifico per le istituzioni“. “Basti pensare– continua Dècina- alle problematiche che internet ci pone a scadenze ormai sempre più brevi, come per la privacy e al bisogno di una loro rapida risoluzione. Comprendere i meccanismi della rete è assolutamente basilare per le istituzioni pubbliche e il loro potere di intervento“.
Nell’introdurre i lavori, Antonio Sassano, Direttore geneale della FUB, centra il dibattito subito sulla natura del WIK, sia pubblica, in quanto dipendente totalmente dal Ministero dell’economia e della tecnologia tedesco che, in un certo senso, indipendente, per la facoltà di porsi sul mercato come competitor in attività di ricerca e consulenza a livello internazionale: “… Un centro che ha le sue origini dal sistema pubblico tedesco e che poi si trasforma letteralmente in un ente di ricerca scientifica e di consulenza, di rilevanza internazionale. Un esempio per noi della FUB, un nuovo e stimolante obiettivo da guardare con interesse e un soggetto con cui confrontarsi anche per il futuro“.
Parlare di comunicazione e di reti ad alta definizione significa affrontare un sistema di mercati in continua espansione, in cui non solo le imprese, ma evidentemente anche le pubbliche amministrazioni, vengono a muoversi operando su terreni di estrema complessità tecnologica e normativa. L’Istituto scientifico per l’infrastruttura e i servizi di comunicazione tedesco mette a disposizione di tutti un bagaglio di esperienza ormai ventennale, con un percorso estremamente particolare e dalle specificità esemplari su come lavorare in modo efficace e nell’interesse del sistema paese: ” … La nostra organizzazione– ci dice Karl-Heinz Neumann all’inizio del suo intervento- si divide per un terzo in ricerca e sviluppo e per due terzi in consulenza. Siamo un centro di ricerca pubblico che per il 60% si occupa di reti di comunicazione, ma che si muove a 360° tra Tlc e ICT. La nostra strategia è basata sulla volontà di collaborare sempre con le istituzioni, quindi in Germania, ma come detto ci muoviamo ad ampio spettro e sempre più spesso ci troviamo ad intervenite all’estero“.
Quindi non solo Germania, ma anche collaborazioni con la Commissione europea e interventi in molti Paesi cosiddetti extra-europei, collocati ad est dell’Unione o magari sparsi nei cinque continenti, come nel caso degli USA, dell’India o dell’Australia. Studi di consulenza certamente che affrontano tematiche relative all’impatto dell’ICT sulla società, il digital dividend e gli sviluppi macroeconomici della rete: “…. Siamo una struttura non-profit e dal 2001 abbiamo lanciato un’attività di consulenza prettamente commerciale, pur mantenendo inalterato il legame con le istituzioni pubbliche tedesche. D’altronde la nostra crescita fin dall’inizio è stata molto legata ai processi di liberalizzazione che si sono avuti in Germania negli ultimi quindici anni, come nel caso del sistema delle poste o delle telecomunicazioni. Oggi ci occupiamo di trasporti e di gestione delle acque, come anche di convergenza, approntando per ogni argomento un gruppo di lavoro con relativi consigli di consulenza, sempre parte integrante della nostra organizzazione“.
Attività che Neumann collega in particolare alle Tlc, un mercato estremamente competitivo che richiede sempre nuove risorse e capacità di intervento, come nello studio delle policy di regolamentazione per le quali il WIK svolge attività di consulenza per l’Authority nazionale. WIK si occupa anche della preparazione di documenti consultivi anche nel settore del Banchmarking internazionale e analitico, per la Commissione europea o per le allocazioni delle frequenze liberate dallo spettro nella recente fase di digitalizzazione della rete. “…C’è un’unità all’interno della nostra struttura– continua Neumann- che si occupa di analisi macroeconomiche delle Tlc, soprattutto per la costruzione di modelli di costo e di quelli analitici, che abbiamo fornito a moltissimi Paesi. Parliamo inoltre di reti NGN e dei servizi sulle stesse. Il nostro è un approccio relativo alle specificità locali, approntando algoritmi di definizione degli ambienti a cui affianchiamo tool analitici molto complessi, analisi empiriche, sondaggi e analisi sociologiche, tutti strumenti utili alla migliore comprensione delle realtà sul territorio in cui ci muoviamo: IPTV in Romania ad esempio o le reti NGN in Ungheria, il VoIP in Europa per conto della Commissione e le attività di consulenza sui piani di armonizzazione e di convergenza“.
Oltre ai piani di attività, molto interessanti risultano essere le partnership che il WIK porta avanti con progetti di team inter-aziendali che vedono impegnate realtà di primo piano come l’italiana Beetwen, la francese Idate o l’olandese TNO. Team di lavoro legali, di business & law, tra cui Baker & mcKenzie o il CEIS (Center for European Integration Studies), o di research & science, dove diverse realtà accademiche vengono affiancate da istituti internazionali. Un portfolio clienti davvero eterogeneo che dà l’idea del potenziale accumulato dall’Istituto tedesco e della sua capacità di intervento a livello globale: “… I nostri clienti sono diversi- ci spiega Neumann– vanno dai singoli Paesi alla Commissione europea, dalla Banca mondiale ad organizzazioni governative o all’ITU (International Telecommunication Union). Ovviamente la competizione è altissima e negli ultimi anni sembra che le commesse mostrino un carattere più intellettuale che commerciale, perché le sfide che si presentano sono sempre maggiormente legate a problematiche regolatorie e di pianificazione degli interventi a livello sociale, in cui poi, molto spesso, vengono a crearsi dei veri e propri conflitti di interesse che chiedono risoluzioni molto complesse”.
Una realtà questa che per l’Italia potrebbe risultare un’anomalia allo stato attuale delle cose, soprattutto per l’alto livello di interazione che il WIK dimostra di avere indifferentemente con attori pubblici e privati, portando avanti piani di studio che riguardano le NGN come le reti di fibra ottica, la rete di copertura delle grandi città come delle più piccole, il tutto in un contesto dove di fatto a regnare è il paradigma della deregolamentazione e della liberalizzazione. Eppure è proprio grazie a realtà quali il WIK che le comunità locali dovrebbero cominciare a valutare le proprie risorse non come prodotti e servizi da cui ricavare un guadagno immediato, da vendere a terzi, ma come beni preziosi da gestire in nome della collettività e da condividere con la stessa e gli attori che vi si muovono. Come in Francia, dove il regolatore ha convinto le comunità locali a diminuire i prezzi delle linee e delle fibre ottiche, aumentando il grado di competitività del mercato interno.
Seguendo quanto affermato da Neumann, sul rapporto tra istituzioni pubbliche e ricerca scientifica sotto forma di attività di consulenza strategica per il settore pubblico, prende il via anche l’incontro pomeridiano organizzato intorno ad una tavola rotonda dal titolo: “Anche la scienza al servizio delle istituzioni”. Un dibattito che ha visto come coordinatore e moderatore degli interventi Raffaele Barberio di Key4biz, il quale ha subito aperto la discussione evidenziando la scelta di avere seduti attorno al tavolo tutti esponenti delle istituzioni con l’aggiunta del punto di vista dei consumatori. “… Neumann ci ha permesso di entrare in contatto con un’esperienza del tutto nuova per noi– sostiene Barberio- come per la FUB ed è interessante verificare tra i due centri molti punti di contatto, come il tentativo di costruire modelli di ricerca e di intervento nella società in grado di far fronte alla sempre crescente complessità del panorama di riferimento”. “Le caratteristiche rintracciabili nella WIK sono- continua Barberio– una Governance molto ben strutturata con un Consiglio di amministrazione, un consiglio scientifico e advisory board composti da rappresentanti dell’industria energetica e delle telecomunicazioni. Ovviamente gli utenti non sono un’entità a sé stante, ma componenti interne alle relazioni profonde e forti che sussistono tra le parti; elementi di una mappa aderente a un piano di intenzioni condiviso da tutti. Tre sono i livelli rintracciabili: un’area di consulenza, una di cooperazione tra business e diritto e una tra ricerca e università“. “Wik- conclude Barberio- nasce e si sviluppa su un livello operativo molto specifico, con una partecipazione totalmente pubblica che non esclude una sua libertà e indipendenza di movimento sul mercato“.
Il primo invitato della tavola a intervenite è il Ministero della comunicazione nella persona di Rita Forsi, molto attenta a spiegare quanto un’istituzione importante come il Ministero, pur avendo un rapporto diretto e incisivo sul territorio, spesso abbia la necessità di un supporto esterno: “… Aderire al territorio, verificare che i piani dello staff siano realizzabili e realizzati è fondamentale per un’istituzione così importante, proprio per le tematiche di cui stiamo discutendo oggi, considerando la velocità di sviluppo dei mezzi di comunicazione e delle nuove esigenze dell’utente. Basta pensare al versante normativo e a tutte le conseguenze che derivano dal non avere degli strumenti in grado di superare tali ostacoli che solo una presenza sul territorio può garantire insieme ad un’attività di coinvolgimento di altre figure anche sotto forma di consulenze esterne“. E sul tema delle consulenze interviene anche Giovanni Buttarelli, Garante per la Privacy, indicando in questa attività di supporto esterno un momento importante per l’amministrazione pubblica: “… Le consulenze nel tempo si sono evolute e molto hanno contribuito a migliorare le prestazioni delle istituzioni pubbliche. Anche se da un punto di vista della spesa c’è stato un atteggiamento per lo meno più morigerato rispetto al passato, oggi di fatto si è favorito un ritorno delle attività di consulenza nelle istituzioni, proprio alla fine di un lungo periodo di atteggiamento negativo verso di queste“. “Questo– continua Buttarelli- è avvenuto, ad esempio, come conseguenza di un’esigenza diffusa di protezione dei dati sensibili nelle Tlc, per le quali abbiamo lavorato attraverso attività di consulenze esterne necessarie per la mole di lavoro da sbrigare, riuscendo, in questo caso, a far coincidere il supporto di consulenza con una best practice“.
In nome dell’utente/consumatore interviene nel dibattito Mauro Vergari dell’Audiconsum, il quale cerca di evidenziare l’importanza del cittadino, che è poi l’utilizzatore finale di tutti i servizi e i prodotti di cui stiamo parlando, che sempre troppo spesso viene tagliato fuori dalle dinamiche di sistema: ” … In Germania i consumatori sono fuori dalle grandi tavole gestionali, nel senso che non hanno loro rappresentanti diretti a concertare con le altre parti, perché è lo Stato in prima persona a prendere le loro veci, sempre. Quello che dovremmo capire anche noi qui in Italia è che Istituzioni e cittadini sono la stessa cosa o comunque si trovano dalla stessa parte. Spesso ci troviamo a fare la parte dei ‘consulenti’ di determinati organi amministrativi, ma non dovrebbe essere così, perché tra le parti in causa ci deve essere un rapporto di armonia. Diverso invece il discorso del WIK e ben vengano nel nostro Paese centri di tale spessore come lo è anche la FUB peraltro, in grado di portare efficienza alle istituzioni e quindi benefici anche per il cittadino, in un’atmosfera di trasparenza e caratterizzata dalla pluralità delle parti in gioco“. E sul ruolo della FUB interviene anche Guido Vannucchi, del Consiglio superiore delle comunicazioni: “… Enti come la FUB svolgono l’importante ruolo di cerniera tra le diverse realtà dell’industria e delle istituzioni. Le consulenze sono molto utili, ma devono dimostrare di ottenere dei risultati e devono presentare dei turnover alti, senza occupare posizioni di favore“. “Gli organismi di supporto alla ricerca e alla consulenza– continua Vannucchi- creano conoscenza di base fondamentale al Paese che permette di meglio posizionarsi in scenari di grandi cambiamenti come quelli in atto: alta definizione, digitale terrestre, il multimediale e le reti NGN. Penso a centri come l’ISCOM (Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione), la FUB o il Telecom Lab, enti centrali per la crescita del Paese“.
Sul WIK e la sua eccellenza torna Gianmichele Roberti, Università La Sapienza, per il quale: ” … abbiamo a che fare con un centro davvero importante, con un modello evoluto di organizzazione in cui rinveniamo due anime ben delineabili: una profit e una non-profit. Un percorso dove ritroviamo una rinnovata capacità di offerta delle consulenze sia a enti pubblici che privati, anche in relazione alle nuove normative europee. Un’attività di ricerca il cui output è di dominio pubblico e dove trasparenza è sintomo di indipendenza e sinonimo di libertà di movimento, potendo quindi confrontarsi autonomamente con il mercato“. Sull’auspicabilità delle attività di consulenza di centri come la FUB, è chiamato a intervenire anche Roberto Pilati dell‘AGCM: ” … Non bisogna mai dimenticare che all’interno degli enti pubblici ci sono delle professionalità di prim’ordine e delle competenze di grande qualità. Detto questo, però, è chiaro che eventuali supporti di consulenze esterne atte a migliorare le funzionalità dell’ente sono sempre ben accette a patto comunque che non si vengano a creare situazioni di scarsa trasparenza o di squilibrio tra la commessa pura e semplice e eventuali situazioni di favore tra i soggetti coinvolti nel rapporto“.
Al di fuori dell’importanza della consulenza di enti di ricerca presso istituzioni pubbliche, da tutti riconosciuta, rimane il bisogno di chiarire alcuni punti di natura concettuale e Francesco Cardarelli di IUSM ne dà la possibilità proprio in chiusura di dibattito: ” … Le istituzioni pubbliche hanno bisogno delle consulenze esterne, ma invocare la neutralità di tali rapporti non è possibile. La si può invocare certamente, ma non si può pretendere di trovarla, perché non è connaturata alla consulenza“. “Questa– continua Cardarelli- non è neanche sovrapponibile alla ricerca, semmai la finanzia. Le normative vigenti inoltre, che tendono a penalizzare tale attività presso le istituzioni pubbliche, lo fanno al di fuori del contesto del puro contenimento dei costi. Oggi la ricerca pura è un’attività in recesso, perché è sempre più market oriented, come anche la ricerca di finanziamenti, prima prettamente pubblica. I soggetti pubblici possono anche competere con quelli privati sul mercato, ma in Italia è ancora presto, se si considera che per le Università non è ancora possibile una simile scelta. Ecco che allora siamo di fronte a enti come la FUB la cui natura viene ad essere stravolta: un soggetto privato che è finanziato dallo stato. E questo ci fa capire come la strada di un ritorno al pubblico, non nel senso passato di controllo o assorbimento, ma di finanziamenti e controllo dei risultati, non sia solo possibile ma anche auspicabile“.
Una conclusione che lascia molte strade aperte e che pone in evidenza quanto, già a partire dalle prossime sfide sul mercato lanciate dalle reti NGN, le mosse delle istituzioni pubbliche e dei governi, determineranno tanta parte dello sviluppo futuro di possibili altri centri di ricerca potenzialmente simili al WIK.
Il prossimo appuntamento del ciclo dei seminari Bordoni “Fotonica, larga banda, NGN” è fissato per mercoledì 21 maggio, con la presenza di Leo Spiekman di Alphion Corporation e Scott Markus di WIK.