Il futuro della Tv: contenuti personalizzati a velocità broadband. La Tv generalista non è più giovane e innovativa  

di Raffaella Natale |

Presentato a Roma uno Studio ISIMM in occasione del lancio dell’offerta Tiscali Tv in altre sei città italiane.

Italia


Tv interattiva

Il futuro della Tv in Italia” ovvero uno Studio ISIMM realizzato con l’Università Roma Tre presentato in occasione del lancio dei nuovi servizi IPTV di Tiscali, per delineare i tratti essenziali e fondamentali che avrà la televisione del domani.

Tiscali Tv si inserisce in un nuovo contesto, quello che permette di vedere i programmi televisivi che arrivano via web sul televisore di casa. Un processo che sta diventando sempre più importante sul mercato e che consente al telespettatore di poter personalizzare la fruizione dei contenuti in base alle proprie esigenze e preferenze.

 

ISIMM (Istituto per lo Studio dell’Innovazione nei Media e per la Multimedialità) ha infatti svolto un’approfondita ricerca, curata da Enrico Menduni, sul panorama televisivo internazionale e italiano.

Dall’analisi condotta emerge chiaramente che la Tv digitale sta vivendo un’incredibile fase di sviluppo. Le tecnologie sfruttate sono diverse, dal satellite al digitale terrestre, alla web Tv, passando al DVB-H per la Tv mobile. Ma tra queste l’IPTV (Internet Protocol Television) oggi dimostra d’essere il modello con maggiori possibilità di crescita nel gradimento degli spettatori del futuro.

 

Conclusione a cui si è pervenuti analizzando diversi fattori: il più importante è il passaggio, in questi anni, da un modello generalista gratuito, a un regime misto fra contenuti free e pay. Soltanto lo streaming su IP consente di assicurare sia la pay-per-view, sia il video on demand. Il processo di frammentazione del pubblico procede parallelamente con l’affermarsi del contributo dei clienti (Pay TV, pay-per-view, video on-demand) e la ridefinizione dei modelli di finanziamento e di business. Il fatturato globale del settore televisivo è cresciuto tra il 2002 e il 2006 passando da circa 160 miliardi di euro del 2002 ai quasi 215 miliardi di euro del 2006, con un ritmo molto sostenuto, mai inferiore al 6% annuo, che vede gli spettatori contribuire con una sempre più crescente quota che dal 37 passa al 41%.

 

Non solo, a incentivare lo sviluppo è anche l’alta diffusione della banda larga. Il suo sviluppo – spiega l’Isimm – è reso possibile dalla progressiva penetrazione degli accessi broadband, con una capacità di trasporto dati superiore ai 4 Mbit/s e, nonostante la sua giovane età, la nuova piattaforma televisiva presenta tassi di crescita notevoli in molti Paesi.

A fine 2007 raggiungeva oltre 2,6 milioni di abitazioni in Francia, 500.000 in Spagna e 300.000 in Italia. Negli Stati Uniti, i tassi di crescita, nei primi mesi del 2008, per i due maggiori operatori tlc AT&T e Verizon sono stati rispettivamente il 240% e il 113%.

Secondo l’Isimm, “…la televisione digitale continuerà a conquistare quote di mercato in Italia” anche se “per quanto riguarda l’utilizzo delle connessioni a banda larga il basso ranking italiano in confronto con gli altri Paesi rappresenta un limite naturale all’espansione della nuova piattaforma televisiva interattiva“.

 

ISIMM ha analizzato anche i gusti dei telespettatori. La fascia d’età dai 25 ai 40 anni vede la televisione nelle ore serali e notturne, nel tempo libero viene fatto ampio uso di dvd. L’offerta generalista è apprezzata per i programmi d’informazione, per l’offerta pay sono disposti a investire su calcio, film in prima visione, serie televisive americane.

La fascia dai 18 ai 25 anni, più strategica per lo sviluppo dell’IPTV, privilegia la visione nelle ore pomeridiane e notturne, ed è più predisposta alla cross-medialità.

 

Una riflessione sui contenuti per bambini. Gli ascolti più significativi per la Tv digitale a pagamento sono infatti raggiunti dai nuclei familiari di reddito medio-alto composti da giovani coppie con un uno o due figli. Il pacchetto Kids risulta pertanto la seconda motivazione d’acquisto.

 

Lo Studio sottolinea che la televisione digitale continuerà a conquistare quote di mercato in Italia, per cinque ordini di motivi.

Il primo è che “…esiste una sensazione diffusa che la televisione generalista non esprima più lo spirito del tempo, ne interpreti significativamente istanze sociali innovative e giovanili”. Rimarrà dunque “…un corpo stagnante, senza perdite significative di ascolto (ma con un’emorragia di risorse) e un costante invecchiamento del suo pubblico. Parallelamente, i broadcaster tradizionali che hanno prodotto nel tempo contenuti di altissima qualità e possono contare su una ricca library potranno trovare proprio nelle piattaforme distributive digitali delle nuove opportunità di valorizzazione del proprio patrimonio”.

Il secondo motivo è che “…le istanze di personalizzazione, di differenziazione, di perseguimento degli interessi personali o di gruppi o nicchie a geometria variabile, che si determinano sul terreno dei consumi culturali sono affrontabili assai meglio con un’offerta altamente segmentata“.

Il terzo motivo è poi che “…esiste un’elevata correlazione tra la domanda di televisione avanzata e la diffusione di Internet e dei collegamenti veloci (banda larga, ADSL, reti di nuova generazione)”.

Importante, inoltre, anche il fatto (quarto motivo) che “…la generazione dei giovani adulti è stata socializzata non dalla televisione di stato (come i baby boomer) né da quella commerciale (come chi è nato verso il 1970), ma da una propensione crescente all’interattività e ad Internet, ai videogiochi, all’uso di dispositivi multimediali portatili e mobili ed è altamente probabile che, come già appare, tali comportamenti si trasferiranno sui consumi culturali mediali e continueranno a costituire un marchio distintivo di questa generazione rispetto alle precedenti anche nel procedere dell’età adulta”.

“…Il costo della connessione – è il quinto e ultimo motivo individuato dallo studio ISIMM per cui la Tv digitale conquisterà quote di mercato – tende a scendere e a diventare una commodity, l’offerta di contenuti video tende a essere un’attività a valore aggiunto crescente. Vi sarà, quindi, una pressione di vari soggetti ad entrare nel mondo dell’aggregazione e dell’offerta di contenuti video, anche provenendo da altri settori ed essendo privi di esperienza specifica sul campo. Poiché si tratta di aggregare contenuti piuttosto che produrli, potranno svilupparsi veri e propri ‘operatori virtuali’, come accade per la telefonia mobile. Mentre il settore della Tv generalista è altamente concentrato, qui potrà svilupparsi una concorrenza e una forse pressione sul consumatore. Questi e altri motivi inducono a considerare il settore in crescita e contraddistinto da una forte competizione”.

 

Tiscali sembra aver capito perfettamente che il futuro della Tv arriva direttamente dal web. Ieri infatti ha lanciato la propria Tiscali Tv in altre sei città: Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Palermo e Torino.

L’offerta televisiva via internet e digitale terrestre arriva pertanto a coprire oltre 4 milioni di linee. Il servizio sarà progressivamente esteso all’intero territorio italiano.

 

Commentando l’estensione del servizio, Mario Mariani, amministratore delegato di Tiscali Italia ha dichiarato: “Siamo particolarmente soddisfatti di poter presentare oggi su scala nazionale una televisione che, rifacendoci alla classificazione stilata dall’Istituto di ricerca ISIMM, può senza alcun dubbio rientrare tra le enhanced IPTV. Rispetto alle IPTV già presenti sul mercato, Tiscali Tv è di nuova generazione e contiene sostanziali innovazioni che siamo convinti potranno incontrare il favore del pubblico, da quello adulto a quello dei piccoli. Per tutti abbiamo costruito un’offerta di qualità e per l’area Junior, in particolare, abbiamo fatto la scelta commerciale di mantenerla anche in futuro completamente libera dalla raccolta pubblicitaria”.

 

Fabrizio Meli, Direttore della Digital Tv di Tiscali Italia, ha sottolineato che si tratta del “…primo passo verso una nuova dimensione televisiva. Le funzionalità che oggi offriamo con la nostra televisione sono già tra le più avanzate nel panorama internazionale, ma siamo pronti ad affrontare le nuove fasi di sviluppo che interesseranno presto questo medium”.  

 

Sulla scia delle nuove offerte, ma anche delle indiscrezioni che parlavano di un rinnovato interesse di Carphone Warehouse per l’operatore italiano, ieri la seduta a Piazza Affari è apparsa tonica.

Si aspetta adesso lunedì prossimo quando è in calendario la riunione del Cda che, oltre a licenziare i conti del primo trimestre, dovrebbe anche procedere ad una prima scrematura delle offerte pervenute sul tavolo degli advisor Banca Imi e Jp Morgan.

In corsa almeno otto pretendenti: oltre a Carphone Warehouse, ci sono BT e Vodafone che sarebbero interessate al pacchetto completo mentre avrebbero avanzato offerte solo sugli asset italiani o, alternativamente su quelli inglesi, Fastweb, Wind, BSkyB e Virgin. Ricorre anche il nome di Telecom Italia ma, secondo fonti vicine all’operazione, il gruppo guidato da Franco Bernabè non sarebbe più della partita.

 

Intanto, gli advisor finanziari, Banca Imi (Intesa SanPaolo) e JpMorgan, con la consulenza dello studio Borghesi Colombo & Associati, sono a lavoro, anche per determinare il valore dell’offerta, che potrebbe superare la soglia dei 3 euro per azione. Da segnalare il consiglio degli analisti di Ubs che hanno confermato la raccomandazione di comprare (‘buy’) il titolo con un prezzo obiettivo di 2,73 euro. La banca d’affari svizzera prevede per il primo trimestre un balzo del giro d’affari del 53% a 296 milioni, un Ebitda di 49 milioni di euro e una riduzione del debito a 542 milioni (636,5 milioni al 31 dicembre 2007).

     

Il futuro della TV in Italia

di ISIMM e Università Roma Tre per Tiscali Italia

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