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Microsoft: dopo Yahoo! focus su crescita autonoma. Ma già si parla di Facebook mentre Murdoch si tira fuori

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Microsoft riprende in mano la situazione e pensa a un futuro diverso, concentrato sulle proprie risorse e la forza delle proprie strategie.

Dopo aver ribadito la definitiva rinuncia a Yahoo!, è sotto pressione e cerca una valida alternativa per lo sviluppo del proprio business plan.

 

Bill Gates, parlando a Tokyo in occasione del lancio di alcune iniziative sul mercato nipponico, ha dichiarato senza mezzi termini: “…Abbiamo fatto molti sforzi nelle trattative con Yahoo!, ma poi abbiamo deciso di restare indipendenti. Steve Ballmer è stato molto chiaro sul punto, lui è l’amministratore delegato e ha sotto controllo le strategie da seguire. Ora Microsoft è focalizzata nell’attuazione dei suoi piani”.

A tal proposito, Gates ha citato ad esempio lo sviluppo di un nuovo motore di ricerca online, un settore dove “…Google è primo in molti mercati. E’ un campo – ha aggiunto, anche in relazione al ricco comparto della raccolta pubblicitaria online – dove l’innovazione avrà la meglio. Per quanto ci riguarda stiamo lavorando a una versione che presenteremo presto agli utenti”.

 

Ma al momento non ha in programma altre acquisizioni. E’ lo stesso Gates a chiarire: “…Non in questa fase, ora siamo focalizzati su una strategia di crescita autonoma”.

Per tre mesi la società ha tentato di convincere il management Yahoo! a sottoscrivere le sue proposte, fino ad alzare l’offerta di acquisizione a 47,5 miliardi di dollari totali. “…Abbiamo impegnato grandi sforzi” nelle trattative, ha rilevato, ma dopo che tutto questo si è rivelato infruttuoso, il gigante del software ha deciso di proseguire “su un sentiero autonomo”.

 

Eppure, il Wall Street Journal rivela che al momento sta sondando il terreno in vista di una possibile acquisizione al 100% di Facebook.

Secondo il quotidiano i banchieri consiglieri di Microsoft sono stati mandati in avanscoperta per lanciare segnali in vista di una possibile offerta.

Nell’ottobre scorso Microsoft ha acquisito una partecipazione da 240 milioni di dollari del sito di social networking, il cui valore di mercato è stimato intorno ai 15 miliardi di dollari e attualmente conta circa 70 milioni di utenti.

Un portavoce di Facebook ha declinato ogni commento sulle indiscrezioni. L’agenzia di stampa Dow Jones riporta che non vi sono trattative in corso tra le due società e non è chiaro se il ventitreenne Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Facebook, sia interessato a vendere la sua società.

 

Intanto l’amministratore delegato di Yahoo!, Jerry Yang, ha fatto sapere di essere disposto a continuare le trattative con Microsoft: “…Stavamo cercando un modo per trovare un terreno comune e poi sabato loro hanno scelto di lasciare”.

Troppo tardi? Yang si è spaventato davanti alla reazione, del resto molto prevedibile, del mercato?

Qualcosa fa pensare che ci sia dell’altro sotto, ma cosa?

Adesso Yang si è detto “…più che disposto ad ascoltare” nel caso in cui Microsoft abbia “qualcosa di nuovo da dire“. E Ha aggiunto di avere “sentimenti contrastanti” su quanto accaduto nel fine settimana, dopo che gli investitori hanno mostrato disappunto per il fallimento dei negoziati mandando a picco il titolo, sceso ieri del 15%.

Due fondi pensione hanno addirittura proposto una class action nei confronti dei vertici della società.

 

Dall’altra parte, il magnate dei media Rupert Murdoch fa sapere di non essere in trattative con Microsoft. Smentite così le voci dei giorni passati che parlavano di un possibile accordo tra il colosso dei media e il gigante del software per ritagliarsi una posizione da leader sul mercato del web.

La conferma arriva dall’amministratore delegato della società Peter Chernin, nel corso della conference call seguita alla presentazione dei risultati trimestrali. Nessun avvicinamento neanche a Yahoo! e ad Aol “…Guardiamo alle opzioni strategiche, ma in questo momento siamo a nostro agio con l’attuale posizione che ricopriamo nel web“, ha tagliato corto Chernin.

Parole, quelle di Chernin, che sembrano così sgombrare il campo dall’ipotesi che News Corp potesse intervenire in aiuto di Yahoo!, alla ricerca di un’altra alternativa dopo il fallimento dei negoziati col gruppo di Bill Gates.

 

Già nei giorni passati, la società di Murdoch aveva fatto sapere di voler mantenere una posizione di osservazione riguardo a quanto stava succedendo tra le web company, sostenendo: “…siamo molto soddisfatti di MySpace in quanto società indipendente”.

 

Nessun accordo dunque all’orizzonte?

“…Di norma abbiamo colloqui con tutti nel settore e guardiamo sempre alle opzioni strategiche”. Ma nelle ultime due settimane “non ci sono stati incontri con nessuno“. Inoltre, “non stiamo cercando alcun accordo veloce con nessuno”.

 

Buoni i risultati della holding che ha chiuso il primo trimestre con un utile triplicato e con vendite in progresso del 16%. L’utile netto è salito a 2,7 miliardi di dollari contro gli 871 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente: il risultato include gli 1,7 miliardi di dollari provenienti dalla cessione del 41% di DirecTV a Liberty Media.

Le attività televisive hanno riportato un utile operative di 419 milioni di dollari, in crescita del 53%. Quelle del cavo, invece, hanno registrato un utile operativo in progresso del 17% a 330 milioni.

 

“…La nostra abilità a generare ritorni da molte fonti ci mette nella buona posizione di mantenere” i nostri bilanci “…anche in tempi di incertezza”, ha detto Murdoch, precisando di voler aumentare il prezzo del New York Post. Il tycoon australiano è in corsa per l’acquisizione di Newsday, per il quale ha presentato un’offerta da 580 milioni di dollari.

 

Non si è sottratto da un commento sull’economia degli Stati Uniti, “…è sotto pressione”. E ha spiegato che il periodo di debolezza della congiuntura è confermato dalla riluttanza degli inserzionisti pubblicitari a fare piani nel lungo termine, optando di più per piani “nel breve termine”.

 

Nonostante questo, secondo quanto riporta il sito MarketWatch, Chernin ha sottolineato che News Corp ha assistito a “forti” vendite degli spazi pubblicitari nei suoi network televisivi e delle operazioni via cavo. Inoltre l’economia in Australia, dove la società detiene molte partecipazioni, “è in una fase di boom“, mentre il quadro in Europa da un punto di vista finanziario rimane “solido“.

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