Italia
Telecom Italia, Elsacom, CSINFO, Eutelia, Karupa, Voiceplus e Teleunit devono sospendere “in via cautelativa ogni attività diretta al recupero presso gli utenti delle somme relative a chiamate e/o connessioni verso numerazioni satellitari e speciali, nei casi in cui, rispetto ad esse, abbiano accertato, tramite i propri sistemi di monitoraggio e rilevazione, il carattere “anomalo” del relativo traffico e fino alla verifica delle ragioni della predetta anomalia”.
Pena, una sanzione amministrativa da 10.000 a 150.000 euro o anche, nei casi di reiterazione, la sospensione dell’attività di impresa per un periodo non superiore a trenta giorni.
Lo ha disposto l’Autorità antitrust, sulla base della delibera del 15 novembre 2007, relativa al “Regolamento sulle procedure istruttorie in materia di pratiche commerciali scorrette”.
Perché di questo si tratta.
L’intervento dell’Authority si è reso necessario in seguito alle diverse denunce dei consumatori, che si sono visti addebitare in bolletta cifre astronomiche ascrivibili a chiamate/connessioni (mai fisicamente effettuate) verso numerazioni satellitari internazionali e numeri speciali.
La gravità dell’illecito si è rivelata ancora più odiosa per il fatto che Telecom Italia, pur essendo consapevole di quanto stava accadendo, non solo non avrebbe fatto nulla per evitare il ripetersi del fenomeno, ma ne avrebbe anche difeso la correttezza, pretendendo dunque dai suoi clienti doppiamente beffati il pagamento degli apporti, pena il distacco della linea telefonica.
Alla base dell’illecito, i famigerati ‘dialers‘, strumenti nati per agevolare il commercio via internet, ma subito divenuti mezzo per fare lievitare i costi della bolletta telefonica di ignari utenti, alterando i parametri della connessione a internet in modo da sostituire il numero telefonico del collegamento con un numero a pagamento maggiorato su prefissi internazionali satellitari o speciali per servizi a valore aggiunto. I dialer possono inoltre essere usati per riprogrammare il computer dell’utente a sua insaputa.
Di fatto, dagli accertamenti effettuati alla sede di Telecom Italia, l’Antitrust ha potuto appurare che la società fosse pienamente consapevole del comportamento illecito nonché dell’esistenza di numerose segnalazioni da parte della clientela e delle Associazioni dei Consumatori in merito a fenomeni di traffico anomalo correlati all’utilizzo di numerazioni satellitari e non geografiche.
Ma per Telecom il problema non era di sua competenza, bensì delle società che erogano i servizi.
Una posizione alquanto discutibile poiché, anche se effettivamente l’installazione dei dialer non è imputabile a Telecom Italia, la società riceve puntualmente – da parte delle società titolari delle numerazioni – una congrua percentuale della somma fatturata per la connessione a questi numeri, dal momento che il pagamento avviene sempre e comunque tramite la bolletta Telecom , che provvede a versare il dovuto all’azienda fornitrice di servizi.
Il problema, dunque, non è certo nuovo o ignoto ai vertici Telecom o delle Authority, dal momento che già a dicembre del 2006 la società si era formalmente impegnata a stornare dalle bollette dei clienti l’importo indebitamente addebitato da fantomatiche chiamate alle numerazioni speciali e aveva più volte pubblicamente sottolineato che “…il mancato pagamento di servizi a tariffazione specifica non costituisce in alcun modo titolo alla sospensione del sevizio telefonico. Nel caso in cui i clienti abbiano già provveduto al pagamento totale della bolletta o usufruiscano del servizio di domiciliazione bancaria, Telecom Italia provvederà al relativo rimborso”.
La società, però, non solo non ha messo in atto i suoi buoni propositi, ma ha continuato a inviare comunicazioni minatorie ai suoi clienti, ai quali veniva intimato espressamente che: “in caso di mancato pagamento degli importi addebitati relativi a numerazioni non geografiche essa è tenuta comunque a porre in essere, per conto dell’operatore titolare della numerazione, tutte le azioni di recupero del credito previste ed a comunicare i dati identificativi dell’utente e gli estremi delle chiamate oggetto di contestazione all’operatore, che potrà, a sua volta, porre in essere azioni – anche giudiziali – per il recupero del suo credito”.
Dietro la pressione delle Autorità, quindi, la società ha annunciato l’avvio di un servizio gratuito di disabilitazione selettiva per le numerazioni speciali anche di tipo gratuito: entro l’estate gli utenti che effettueranno telefonate satellitari o a numeri speciali a valore aggiunto dovranno ricevere una bolletta separata e dovrebbero essere introdotte modalità automatiche di blocco con meccanismi di silenzio-assenso, con la possibilità di riattivare tali numerazioni solo su richiesta individuale e con apposito codice PIN.
Secondo l’Aduc, gli incassi derivanti a Elsacom dall’affitto delle numerazioni 0088 18-19 raggiungerebbero i 15 milioni di euro, che sono solo una parte degli addebiti globali fatti agli utenti, che pagano anche il gestore telefonico a cui sono abbonati e le società che affittano i numeri da Elsacom.
Il caso di Elsacom, nello specifico, è ancora più grave dal momento la società è controllata da Finmeccanica, a sua volta controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, con il 32,45% del capitale sociale.