Unione Europea
Nell’ambito di una nuova serie di procedure di infrazione relative alla regolamentazione Ue in materia di tlc, la Commissione europea ha deciso di inviare al Belgio un avviso motivato (seconda e ultima tappa prima che il caso venga deferito alla Corte di Giustizia) riguardo agli obblighi di trasmissione (must carry).
Questi obblighi impongono agli operatori di rete, come quelli via cavo o le telcos, di distribuire servizi radiotelevisivi a un numero considerevoli di utenti che usano questi network.
Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’informazione e Media, ha commentato: “Le autorità belga hanno una grande occasione di rivedere le misure che hanno adottato lo scorso anno per conformarsi all’Electronic Communications Act per la regione bilingue di Bruxelles-Capitale. Sfortunatamente ancora non hanno risposto alle nostre preoccupazioni”.
E ha aggiunto: “Proseguiremo con la procedura avviata per questo caso, tanto più che recentemente la Corte di Giustizia ha dichiarato che questi obblighi devono essere proporzionati e trasparenti”.
In virtù della Direttiva Universal Service, che fa parte della regolamentazione comune nel settore delle tlc, gli Stati membri devono fissare degli obblighi di trasmissione ragionevole e giustificata per interessi pubblici legittimi. Questo impone agli operatori di rete la diffusione di canali e servizi specifici, con l’obbligo di perseguire interessi generali chiaramente definiti; misure proporzionate e trasparenti; riesame periodico dei provvedimenti.
L’avviso motivato indirizzato al Belgio fa seguito a due lettere formali inviate dalla Ue nel luglio 2006 (IP/06/948) e nel giugno 2007 (IP/07/888). Nonostante la legge relativa alle comunicazioni elettroniche per la regione bilingue di Bruxelles-Capitale sia stata modificata nel marzo 2007, non risponde ancora alle preoccupazioni della Commissione in termini di proporzionalità, trasparenza e non-discriminazione.
La Commissione europea stima che le procedure di designazione dei canali con l’obbligo di trasmettere manchino di trasparenza e chiarezza. La legislazione inoltre dovrebbe limitare il numero dei canali che dovrebbero essere designati.
Al momento gli operatori di rete e i broadcaster sono nell’incertezza quanto a diritti e obblighi stabiliti da queste norme.
Nel dicembre 2007, la Corte di Giustizia Ue ha deciso a titolo pregiudiziale in materia di obblighi di broadcasting nella regione bilingue di Bruxelles-Capitale, affermando che questi impegni devono essere proporzionati, che la procedura deve essere trasparente e non fondata sui criteri obiettivi e non discriminatori.
Mentre questo interpretava principalmente le esigenze risultanti dall’articolo 49 del Trattato CE (libera prestazione dei servizi), la procedura di infrazione aperta contro il Belgio è fondata sull’articolo 31 della Direttiva Universal Service.