Italia
E’ veramente interessante analizzare quel che sta accadendo, nei giornali italiani, rispetto al “governo della cultura“, ovvero le polemiche che si stanno scatenando intorno alla Festa del Cinema di Roma, allorquando il neo-Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha avuto il coraggio di mettere in dubbio (ovvero di avanzare una qualche ragionevole critica) la kermesse organizzata da Veltroni a Roma: si tratta di una sorta di “secondo atto”, rispetto alla polemica che Gabriella Carlucci (accreditata dai più come Sottosegretario allo Spettacolo del Ministero la cui conduzione viene data per certa a Bondi) ha provocato intorno alla scriteriata gestione del Centro Sperimentale di Cinematografia e di Cinecittà.
In sostanza, allorquando qualcuno tocca, in modo civile e documentato, alcuni “sancta sanctorum” della cultura italiana, allora esplodono polemiche cruente.
Key4biz ha dedicato ampio spazio alla polemica tra Gabriella Carlucci e Francesco Alberoni e Citto Maselli.
Venerdì 3 maggio, la parlamentare di Forza Italia ha scritto una seconda lettera aperta al Presidente del Centro Sperimentale, enfatizzando che le sue critiche non intendono colpire la persona, ma semplicemente porre il problema del ruolo della scuola nazionale di cinema all’interno di una politica pubblica a favore della promozione della cinematografia nazionale.
In un intervento pubblicato sul il Riformista il 3 maggio, la Carlucci ricorda che è la stessa Corte dei Conti a manifestare rilievi fondati e critiche serie sulla gestione del Centro e ribadisce che il Csc deve essere accorpato all’interno di una nuova costituenda società nazionale per la promozione del cinema e dell’audiovisivo, una nuova società che riformi radicalmente Cinecittà Holding, l’Istituto Luce e le altre società dell’ex Ente Autonomo Gestione Cinema, facendo piazza pulita di sprechi e clientele.
Nello stesso giorno, il quotidiano arancione pubblicava una lettera di Citto Maselli (esponente storico dell’associazione degli autori Anac), che precisava e chiariva una serie di questioni, incluse le… le rose (sicuramente rosse) che aveva avuto intenzione di inviare (ma che non ha mandato) alla parlamentare (azzurra): in effetti, il Corriere della Sera aveva pubblicato l’8 aprile (all’indomani della kermesse sui programmi del centro-destra in materia di cultura e spettacolo promossa da Gabriella Carlucci e Luca Barbareschi, un articolo nel quale Maselli, pur apprezzando alcune tesi dei promotori, attribuiva all’ex parlamentare di An Guglielmo Rositani la paternità di una proposta di legge co-firmata da Carlucci.
Maselli commetteva un errore, perché in verità era Carlucci la prima firmataria, e Rositani si era a suo tempo associato. In perfetta dinamica di autocritica, Maselli riconosceva l’errore, finanche un po’ maschilista, e, in occasione del seminario promosso il 23 aprile da Barbareschi, dichiarava pubblicamente di volersi scusare con Carlucci, alla quale avrebbe voluto inviare un mazzo di rose (anche se, a quanto è dato sapere, pare che le rosse sono state annunciate, ma non sono mai pervenute alla destinataria).
Questi movimenti anomali, tra destra e sinistra, tra politica seria e… spettacolare, sono stati oggetto dell’attenzione di diversi giornalisti (Dagospia ha usato eleganti termini come “voltagabbana” riferendosi a presunti cambi di rotta di autori “doc” della sinistra), e finanche di Aldo Grasso, che, il 28 aprile, sul magazine del Corriere della Sera scrive “…La sindrome di Michele. Michele Placido loda Gabriella Carlucci e attacca Raffaele Lombardo“, attribuendo all'”uomo di sinistra” Placido una sorte di sindrome alla Zelig…
Nel mentre, scoppia il “caso” Festa del Cinema: anche in questo caso, un gran polverone, organizzato da chi ha il solo interesse di difendere il proprio posto, poltrona, stipendio.
Il neo-Sindaco Alemanno annuncia semplicemente, e senza alcuna aggressività, che vuole fare chiarezza sulla Festa del Cinema, sul suo budget, sulla sua efficacia effettiva nell’economia simbolica e reale della capitale. Apriti cielo! Sulla stampa, un’ondata di critiche e accuse all’ex fascista che vorrebbe mandare a casa il management (ovviamente di rigida fede veltroniana) della Festa del Cinema.
Che buffo Paese, il nostro!
Nessuno analizza seriamente le cose per come stanno, ma per come esse appaiono, con ottiche partigiane: non si studia l’efficienza e l’efficacia socio-culturale-economica di una istituzione (o la qualità del management), ma la si difende o attacca solo in funzione degli interessi di parte, partito, bottega.
Qualcuno – paradossalmente a sinistra – ha criticato Carlucci di aver avuto il coraggio di “attaccare” Alberoni, che è stato nominato dalla sua stessa parte politica. Non si apprezza l’onestà intellettuale, ma si critica il non rispondere alle logiche di schieramento!
Addirittura, per difendere l’indifendibile, si accusa Alemanno di voler assumere posizioni “anti-americane”, se egli, saggiamente, si domanda se è cosa buona e giusta destinare milioni e milioni di euro per ospitare all’Hotel Hassler star americane plurimilionarie… Crediamo che bene abbia fatto Gabriella Carlucci a prendere posizione in modo equilibrato e ragionevole, anche rispetto a questa polemica: “…Alemanno ha ragione: la Festa del Cinema di Roma deve essere radicalmente riorganizzata e resa sinergica con il Festival del Cinema di Venezia. Il cinema italiano ha bisogno di festival nazionali ma di proiezione internazionale, all’altezza di Cannes. L’efficacia del Festival di Venezia e della Festa del Cinema di Roma vanno studiate con grande attenzione, cercando ogni possibile sinergia”.
La Responsabile nazionale del Dipartimento Cultura e Spettacolo di Forza Italia ha dichiarato a Key4biz: “…Condivido le preoccupazioni di Alemanno e mi rifaccio alle proposte che il centro-destra ha presentato a Roma il 7 aprile al Teatro Valle, nel convegno promosso da me per Forza Italia e dal collega Luca Barbareschi per Alleanza Nazionale, al quale è intervenuto anche l’allora candidato e poi Sindaco di Roma Alemanno: la Festa del Cinema di Roma va radicalmente ripensata, per evitare che sia solo un’effimera passerella, un’operazione d’immagine utile solo alla giunta municipale. Il cinema italiano ha necessità di grandi festival nazionali, che siano all’altezza di Cannes a livello mondiale. Impressiona osservare quanta polemica attenzione la stampa stia dando alle ragionevoli dichiarazioni critiche del Sindaco. Quel che deve stare a cuore a tutti è la difesa e la promozione del cinema europeo ed in particolare del cinema italiano. Non è invitando le star americane a Roma, a spese del contribuente, che si rilancia la cinematografia nazionale. Questa posizione non significa assumere atteggiamenti anti-statunitensi, come qualcuno, in evidente malafede e strumentalizzando politicamente, sta cercando di fare. E’ evidente che gli amministratori e i dirigenti della Festa del Cinema di Roma hanno organizzato in questi giorni una grancassa auto difensiva, forti dei budget destinati anche alle relazioni con i media. Si tratta di una tempesta in un bicchier d’acqua. Il Sindaco Alemanno vuole giustamente fare chiarezza, ed ha ragione, su come vengano spesi milioni di euro del contribuente romano. Il centro-destra non farà uso politico delle istituzioni culturali, come ci ha invece spesso abituati la sinistra che ha governato. Trasparenza, efficienza, meritocrazia sono le parole d’ordine del Popolo delle Libertà anche nel governo della cultura“.
Sagge parole.
E ci auguriamo, tra un paio di giorni, possano essere riconsiderate nel contesto delle assegnazioni delle deleghe di governo. La Carlucci è accreditata come possibile Sottosegretario allo Spettacolo, un incarico che gli analisti politici danno per sicuro, in forza del sostegno alla Carlucci di buona parte delle categorie professionali del cinema italiano, dall’Agis all’Anica, ma anche da parte di quegli autori che non si riconoscono nella linea “pura e dura” dell’Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici – Anac.
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Angelo Zaccone Teodosi, Presidente di IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale