Unione Europea
È stato lanciato domenica 27 aprile il secondo satellite del sistema di radionavigazione satellitare Galileo.
Giove B è partito dalla base di Baikonur, in Kazakistan, trasportato dal razzo-vettore Soyuz.
Dopo circa 4 ore di attesa, la stazione di controllo Telespazio del Fucino ha acquisito il primo segnale del satellite, che ora dovrà posizionare i pannelli solari e raggiungere l’orbita definitiva, all’altezza di 24.000 chilometri.
Da questo momento tutte le operazioni di controllo verranno gestite direttamente dal Centro di controllo italiano – il secondo centro è in costruzione a Oberpfaffenhofen (Monaco) e sarà gestito dall’agenzia spaziale tedesca (DLR) – realizzato da Telespazio (joint venture controllata da Finmeccanica).
Giove B è il secondo dei 30 satelliti della costellazione Galileo, che dovrebbe essere operativo dal 2013 e costituisce il banco di prova delle nuove tecnologie alla base del sistema, prima fra tutte un orologio atomico avanzatissimo realizzato da Selex Galileo (Finmeccanica) che, con un margine di errore pari a un secondo ogni tre milioni di anni, darà un contributo determinante alle prestazioni dell’intero sistema.
Ad assistere al lancio, erano presenti al centro di controllo del Fucino il direttore generale dell’Esa, Jean Jacques Dordain, e il vice presidente della Commissione europea e commissario ai Trasporti, Jacques Barrot, il quale si è dichiarato soddisfatto della messa in orbita del satellite, dopo i numerosi ostacoli che il progetto ha dovuto affrontare.
“Dopo anni di discussioni – ha dichiarato Barrot – ora è tempo per l’Unione Europea e l’Esa da un lato e l’industria europea dall’altro, di lavorare insieme per assicurare che il sistema diventi puntualmente operativo e senza costi aggiuntivi”.
Il lancio di Giove B, che porta in orbita tecnologie che saranno testate nei due anni di vita operativa del satellite, ha aggiunto Barrot, “…è la migliore prova possibile che Galileo sta procedendo sulla sua strada” ed è anche “un ottimo inizio nel quadro della collaborazione tra Esa e Commissione Europea”.
Un’occasione, insomma, per rinsaldare quell’unità politica che l’Europa sembra aver sottovalutato negli ultimi mesi, e per ribadire il ruolo dell’Italia nelle operazioni di controllo del sistema.
Il centro del Fucino ha gestito le operazioni per la messa in orbita (Launch and Early Operation Phase) e di controllo del satellite. Lo stesso Giove B, realizzato da un consorzio guidato dalla tedesca Astrium, è stato assemblato, integrato e testato in Italia nel laboratori di Thales Alenia Space.
“Galileo – ha dichiarato il direttore generale della Finmeccanica, Giorgio Zappa – è particolarmente importante per l’Italia, secondo investitore a livello europeo e sede di uno dei due centri di controllo del sistema”.
“Quello che ci si attende adesso – ha aggiunto – è un maggiore contributo agli investimenti a livello comunitario” e che “le attività più qualificate rimangano in Italia. Sia il primo governo Berlusconi sia il governo Prodi hanno sostenuto la candidatura italiana per il controllo di Galileo. Penso che questo obiettivo sara’ importante anche per il prossimo Governo”.
Portata a termine con successo questa tappa fondamentale sulla strada della realizzazione di Galileo, molte le sfide che attendono il sistema nei prossimi mesi: come ha spiegato l’amministratore delegato della Thales Alenia Space, Carlo Alberto Penazzi, l’industria è al lavoro per la realizzazione dei 4 satelliti che permetteranno la validazione in orbita delle tecnologie e poi si dovrà affrontare la fase contrattuale, nella quale l’industria dovrà prepararsi a rispondere alle richieste della Commissione Europea tramite l’Esa.
Con questa operazione e con il completamento del segmento a Terra, ha quindi ricordato l’amministratore delegato di Telespazio, Giuseppe Veredice, “…sarà possibile valutare la completa architettura del sistema. Quindi ci candideremo a seguire l’intera costellazione. Un impegno – ha concluso – che potrebbe richiedere un consistente aumento di personale, almeno di 200 unita”.
Nei prossimi mesi, la Ue dovrà definire le modalità di utilizzo dei dati attraverso una precisa policy che sarà regolamentata dalla Galileo Supervisory Authority.
Galileo, che darà vita a una serie di servizi avanzati in diversi settori – dal trasporto stradale, aereo, ferroviario e marittimo alle telecomunicazioni, alla geodesia e cartografia, alle ricerche gas/petrolifere e minerarie – è il primo sistema di radionavigazione satellitare costruito per scopi civili e non militari e dovrebbe consentire all’Europa di affrancarsi dall’americano GPS, che come il sistema russo Glonass è usato anche per scopi civili ma è stato realizzato con fini militari. Questi due sistemi antagonisti di Galileo sono quindi soggetti a un’eventuale riduzione di copertura o anche alla sospensione del servizio in caso di esigenze militari.
“Galileo – ha dichiarato ancora Jacques Barrot – è una grande possibilità di sviluppo per l’Europa e avrà anche applicazioni nella vita di tutti i giorni”.
“Il progetto Galileo – ha concluso – è una grande opportunità per i cittadini in termini di sicurezza, velocità nei soccorsi e rapidità di intervento. Auspichiamo che l’Europa sia prima nella tecnologia satellitare”.