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Pirateria online: il Parlamento Ue chiede di evitare ‘misure drastiche’ e inefficaci come il blocco della linea internet

Unione Europea


Copiare illegalmente programmi software e quindi scaricare sistematicamente e deliberatamente in internet prodotti e servizi costa all’industria cinematografica e della musica milioni di euro l’anno. Questo quanto emerso nel dibattito che ha preceduto la scorsa settimana l’adozione in Parlamento della relazione affidata all’eurodeputato francese Guy Bono del gruppo socialista (PSE), che chiede misure più severe per contrastare il fenomeno.

 

Alcuni governi europei, la Germania e la Francia in testa, si stanno già muovendo in questa direzione. Il Parlamento europeo chiede anch’esso un cambio di tendenza ma sottolinea la necessità di “non penalizzare i consumatori che utilizzano questi servizi senza mirare al profitto”.

 

Nel 2005 l ‘industria cinematografica ha dovuto fronteggiare perdite fino al 40%, mentre secondo stime della Commissione europea, dalle vendite online si attendono entrate quadruplicate fino a toccare quota 8,3 miliardi di euro nel 2010.

 

Come garantire, quindi, il giusto equilibrio fra libertà di accesso online e diritto di copyright degli artisti e in generale dell’industria del cinema e della musica?

 

Il testo adottato dal Parlamento chiede agli Stati membri di “evitare misure drastiche”, come il blocco di internet per coloro che si macchiano di crimini di pirateria online.

Perchè tali misure non rappresentano secondo lei la soluzione al problema?

 

“Perchè così facendo si andrebbe contro il rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali”, dichiara Bono, che si dice contrario a tali misure restrittive perchè la loro applicazione “significherebbe accedere ai computer privati, violando così la privacy” di ciascuno.

“L’80% dei downloader sono dei giovani che non ritengono di compiere azioni davvero illegali, è naturale che la gente cerchi di utilizzare al meglio le opportunità di internet!”, ha aggiunto Bono, sottolineando che un tempo succedeva lo stesso con le cassette audio.

 

“Le misure per contrastare la pirateria sono sproporzionate, ciò potrebbe avere anche effetti nefasti sull’occupazione: Chi non cerca lavoro oggi utilizzando internet?”, si domanda Bono, che ammette la necessità di intervento per punire coloro, il 13% della popolazione, che traggono benefici finanziari dalle attività “illecite” online.

 

Allora, come contrastare il fenomeno?

 

“Dobbiamo mettere attorno a un tavolo consumatori, artisti e operatori telefonici”, propone Bono.

“La Ue potrebbe creare un programma ad hoc per l’industria discografica, sulla falsa riga di MEDIA che sostiene il cinema, con tassi di IVA decrescenti per prodotti culturali, e con il contributo degli operatori telecom”.

 

Insomma, pugno duro con chi lucra sulla pirateria, ma senza carcere, aggiunge Bono, perché in fondo “non si tratta mica di omicidi!”.

 

“Scaricare da internet senza mirare al profitto va nella direzione dei giovani artisti, che infatti sono favorevoli al downloading”, un modo che il deputato ritiene acceleri la loro fama internazionale.

“Invece chi è già famoso non la pensa proprio così… ma viviamo nell’era di internet, perchè bloccarne l’accesso? Il proibizionismo non ha mai dato risultati!”, conclude Bono.

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