Europa
Non è piaciuto ai mercati il progetto di France Telecom di acquisire l’operatore scandinavo TeliaSonera attraverso uno scambio d’azioni.
Secondo il quotidiano Le Figaro, il gruppo francese, insieme al governo, starebbe valutando l’ipotesi di assorbire il suo omologo scandinavo, valutato circa 30 miliardi di euro, più 3,6 miliardi di debito.
Ma i rumors si sono scontrati col giudizio negativo degli operatori, i quali considerano l’operazione troppo onerosa alla luce dell’attuale debito del gruppo transalpino, che a fine 2007 si attestava a 38 miliardi di euro.
In effetti, un’acquisizione di tale portata non si vedeva dai tempi della bolla di fine anni ’90. Ma il gioco pare valga la candela: TeliaSonera con i suoi 115 milioni di clienti nel mondo e un fatturato da 10,21 miliardi di euro – dice il quotidiano –“è una vera pepita. La sua profittabilità operativa si attesta al 27%, mentre quella di Orange è dell’11%”.
Oltre a essere pesante dal punto di vista finanziario, l’operazione è anche “politicamente complessa”: TeliaSonera, nascendo dalla fusione tra l’ex monopolista svedese Telia e quello finlandese Sonera, è controllato al 37,3% dal governo svedese e al 13,7% dal quello finlandese.
Orange da canto suo, è controllato dallo Stato al 18,17%, anche se di fatto l’ex monopolio è stato privatizzato alla fine del 2004 quando il governo è sceso al di sotto della barra simbolica del 50% del capitale dell’operatore storico.
Lo scenario ipotizzato da Le Figaro permetterebbe allo Stato francese di diluire la propria partecipazione in Orange e a quello svedese e finlandese di fare il loro ingresso nel capitale di quello che diventerebbe il maggiore operatore telecom europeo con giro d’affari da 63 miliardi di euro – davanti anche al rivale storico di France Telecom, Deutsche Telecom (62,5 miliardi di euro di fatturato) – una solida posizione in Europa e ampi margini di crescita nei Paesi emergenti.
France Telecom (che a partire da giugno
Quotata in Borsa dal 1997, nel
Dal marzo 2000, il titolo del gruppo ha perso il 96,8% del suo valore, toccando il minimo storico di 9,68 euro a settembre 2002.
Dopo le dimissioni del presidente Michel Bon, capro espiatorio della disastrosa condizione di quella che era ormai la società più indebitata del mondo, la rigorosa cura intrapresa dal suo successore Thierry Breton ha riportato la società in utile nel 2003 e ha ridotto il debito a 48 miliardi di euro a giugno 2004.
Il suo successore, Didier Lombard, subentrato a febbraio nel 2005 crede dunque che sia giunto il momento di tornare a pensare in grande.