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Tv mobile: partono in Francia le prime audizioni, prossima tappa la delibera del CSA

Francia


Procedono in Francia i lavori per la Tv mobile. Il Consiglio superiore dell’audiovisivo (Conseil Supérieur de l’Audiovisuel – CSA) ha ricevuto i primi progetti per ottenere la licenza a trasmettere un canale sulla Tv in mobilità.

Già nove candidati hanno presentato i dossier, tra i quali CanalPlus – che chiede tre canali – Direct 8 e TMC. TF1 (tre canali).

 

In totale, sono 36 i progetti in lizza, tra cui alcuni appartenenti allo stesso gruppo.

Le audizioni termineranno mercoledì mattina. La situazione non è così semplice perché i canali disponibili sono soltanto 13, anche se si è stabilito l’uso in comune di alcuni di questi.

Secondo l’agenda fissata dal CSA, una volta terminate le audizioni, a maggio-giugno dovrebbe essere decisa una convenzione e le autorizzazioni verranno rilasciate per l’estate.

 

Ricordiamo che tre canali pubblici hanno già acquisito il loro diritto a trasmettere. Lo Stato, infatti, ha fatto valere il proprio diritto di prelazione per France 2 e Art. Prossimamente si saprà anche il nome del terzo broadcaster.

 

Lo scorso 24 settembre, Christine Lagarde, Ministro dell’Economia, Christine Albanel, Ministro delle Comunicazioni, e Hervé Novelli, Segretario di Stato per le Imprese e il Commercio estero, si sono riuniti per definire lo standard che verrà utilizzato per la trasmissione televisiva su dispositivi mobili.

La scelta è andata al DVB-H (digital Video Broadcasting – Handheld), come richiesto espressamente dalla Ue ai Paesi membri, che consentirà un rapido sviluppo della Tv mobile personale.

 

In una nota congiunta i Ministri Lagarde e Novelli hanno sottolineato che questa asta consente al CSA di autorizzare l’apertura dei primi servizi operativi per le Olimpiadi di Pechino dell’anno venturo e dei servizi commerciali prima delle festività natalizie.

 

Resta ancora da sapere quali saranno i canali scelti e quale sarà il modello finanziario che consentirà di costruire la rete per la Tv mobile nazionale.

Indefiniti anche i costi d’accesso per gli utenti che dovranno essere sicuramente fissati prima che la Tv mobile personale diventi un servizio di largo consumo.

 

Prima della presentazione delle domande, i candidati hanno trovato una certa intesa sui modelli di business, che inizialmente avevano creato qualche problema.

Visto che, in un primo momento, “le entrate pubblicitarie non saranno sufficienti” a coprire i costi di trasmissione, si è proposto un modello concertato, tra industria e distributori, di finanziamento della rete e del suo uso.

 

Si pensa anche a un sistema comune di codifica e guida dei programmi per tutti i canali autorizzati, ma anche “una razionalizzazione dell’uso delle risorse per la ricerca di soluzioni collettive”.

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