Mondo
Internet patrimonio dell’umanità: chiunque deve poterlo usare, a prescindere dall’hardware, dal software, dal service provider, dalla lingua parlata, da eventuali disabilità. Nessuno deve controllarlo, sia esso un governo o un’azienda.
“L’adozione dei principi di Net Neutrality da parte di un’organizzazione così influente come TACD indica chiaramente che i consumatori in tutto il mondo sono preoccupati del fatto che le maggiori compagnie di comunicazione possano prendere il controllo di Internet”, ha dichiarato Gigi B. Sohn, presidente di Public Knowledge, una delle associazioni che ha contribuito alla redazione del documento.
I sostenitori della Net neutrality – tra i quali spicca anche l’autorevole parere di Vinton Cerf, uno dei ‘padri fondatori’ del web assieme a Robert Kahn, nonché presidente dell’Icann e, da settembre 2005, Chief Internet Evangelist di Google – ritengono che se si incoraggiassero le posizioni contrarie alla neutralità della rete, i provider potrebbero garantire il servizio di connessione favorendo alcuni contenuti del rispetto ad altri, creando un’architettura basata sui favoritismi e progettata per avvantaggiare alcuni servizi rispetto ad altri.
Le minacce alla sicurezza della rete però sono tante e tali che il problema maggiore non è quello di assegnare una corsia privilegiata ad alcuni servizi, quanto quello di difendere il sistema da attacchi che si fanno sempre più minacciosi.
Creare un regime in cui i provider dei servizi internet di base hanno il controllo su cosa aziende e utenti privati possono immettere in rete rappresenterebbe dunque un reale pericolo per l’innovazione.
TACD include organizzazioni come
La dichiarazione pubblicata da TACD cita una serie di episodi come ‘campanello d’allarme’ per sottolineare l’urgenza di regole chiare a sostegno della neutralità della rete.
Tra questi, il caso della società tlc canadese Madison River – che ha bloccato il traffico VoIP di Vonage e per questo è stata multata dalla FCC nel 2006 – e dell’ISP (sempre canadese) Telus, che ha bloccato l’accesso dei dipendenti al sito internet di un sindacato che diffondeva le controversi della compagnia.
Ma anche il caso di Comcast, finito nel mirino delle Autorità per aver bloccato l’accesso al network di file-sharing BitTorrent.
Questi esempi – ha spiegato TACD in una nota – “dimostrano che quando un provider è messo nelle condizioni di attuare un controllo selettivo dell’accesso, esso è spesso incline a schierarsi contro servizi che percepisce come pericolosi per i propri interessi”.
Le conseguenze di questo atteggiamento sono facilmente intuibili, ed è per questo che l’organizzazione chiede ai regolatori europei e americani di venire incontro alle richieste dei consumatori e “di stabilire un set di norme sulla network neutrality chiare ed efficaci”.
TACD definisce ‘rete neutrale’ quello spazio in cui i consumatori hanno tre diritti fondamentali: quello di utilizzare “qualsiasi dispositivo a loro scelta”; quello di poter accedere a qualsiasi “contenuto, servizio o applicazione” e la possibilità di usare questi diritti senza “discriminazioni legate alla fonte, alla destinazione, al contenuto o al tipo di applicazione”.
Gli ISP, di conseguenza, non possono “bloccare, degradare, dare priorità o discriminare alcuni tipi di dati, servizi, applicazioni o dispositivi”, mentre i regolatori nazionali in Europa e negli Usa dovrebbero garantire la piena adesione dei provider a questi principi attraverso “una valutazione regolare delle pratiche degli ISP e l’istituzione di procedure atte a reagire adeguatamente in caso di episodi comprovati di blocco di contenuti o applicazioni”.
Anche se, ha notato TACD, i governi di molti Stati europei e americani hanno preso posizione in favore della net neutrality, non sempre le parole si sono trasformate in atti concreti.
Il documento TACD prende anche in considerazione il fatto che ci siano degli strumenti di gestione del traffico consentiti allo scopo di proteggere gli utenti da virus, spam e attacchi DoS e di evitare congestioni del traffico, sottolineando che in alcuni casi gli ISP sono tenuti a dare priorità ad alcune applicazioni, in particolare quelle che distribuiscono video o testi.
Il pericolo non viene da queste pratiche, ha ribadito TACD, quanto dall’eventuale priorità accordata a un protocollo o a un’applicazione rispetto a prodotti simili.
Ad esempio, il rafforzamento della Net Neutrality eviterebbe a un provider di dare priorità a un pacchetto VoIP rispetto a un altro per puro vantaggio economico.
Il documento dell’organizzazione transatlantica conclude elencando sette risoluzioni che i governi dovrebbero prendere in considerazione per garantire la neutralità della rete: tra queste, la tre chiede ai regolatori di fermare qualsiasi discriminazione avvenga su internet, la quattro indica l’esigenza di norme che obblighino gli ISP a garantire maggiore chiarezza circa i livelli di utilizzo dei sistemi di traffic management e la sei chiede ai governi di assicurare meccanismi che garantiscano ai consumatori maggiori protezioni contro eventuali abusi dei provider.