Italia
“Niente pressioni sugli utenti e informazioni più corrette da parte dei cosiddetti ‘ispettori Rai’ incaricati di contattare le persone che non risultano abbonate per sollecitare la sottoscrizione del canone televisivo”.
E’ quanto sostiene in una nota il Garante privacy, sottolineando che “Gli incaricati Rai che svolgono questo servizio per conto della Agenzia delle entrate devono tenere un comportamento trasparente e fornire agli utenti informazioni chiare sulla propria attività in modo da non ingenerare errori o equivoci sul loro effettivo ruolo”.
Al termine di un’istruttoria avviata nei mesi scorsi, l’Autorità, con un provvedimento di cui è stato relatore Giuseppe Chiaravalloti, ha prescritto all’Agenzia delle entrate – Sportello abbonamenti Tv – alcune misure per conformare alla normativa i trattamenti di dati effettuati dagli agenti incaricati sulla base della convenzione tra l’Agenzia e la Rai del 2001.
Sono ancora numerose le segnalazioni che giungono all’Autorità in cui si lamentano comportamenti ritenuti irrituali di agenti Rai che, qualificandosi come “ispettori”, si presenterebbero presso le abitazioni e con toni minacciosi e con modalità considerate “inquisitorie” o “intimidatorie” procederebbero alla ricerca degli evasori del canone televisivo e a sollecitare gli abbonamenti.
Segnalati anche casi in cui, di fronte alla titubanza dei cittadini nel fornire determinate informazioni, sono stati minacciati accertamenti nelle abitazioni.
Entro il 30 aprile l’Agenzia delle entrate dovrà comunicare al Garante le misure necessarie impartite ai suoi agenti affinché i trattamenti dei dati siano conformi al Codice privacy.
L’Authority, quindi, raccomanda all’Agenzia di garantire innanzitutto che gli agenti Rai spieghino chiaramente agli utenti, senza artifici e senza indurli in errore, la loro esclusiva attività di promozione dell’abbonamento televisivo. L’Agenzia dovrà garantire, inoltre, che l’informativa sul trattamento dei dati indichi con precisione quali informazioni sia obbligatorio fornire e quali no. Da evitare, infine, pressioni indebite sugli utenti “minacciando” controlli intrusivi nelle abitazioni.
Con un autonomo procedimento l’Autorità ha aperto un’istruttoria per verificare la corretta applicazione delle misure di sicurezza a protezione dei dati personali usati per il recupero dell’evasione del canone televisivo. (r.n.)