Italia
Proseguono i lavori della Rai nell’alta definizione. Se ieri era solo un progetto – la prima sperimentazione in HD (High Definition) fu intrapresa dalla Tv pubblica proprio nel 1990 in occasione dei Mondiali di calcio – oggi è una realtà.
Per la prima volta gli italiani avranno l’HDTV gratis, con gli Europei in programma dal 7 al 29 giugno in Austria e Svizzera. La Rai garantirà la trasmissione delle partite sul digitale terrestre in 16:9 e con una elevata qualità di immagine. Tutti coloro che hanno un decoder o un televisore adatto a ricevere il digitale terrestre potranno usufruire di questo servizio innovativo.
Claudio Cappon, direttore generale della Rai presentando l’iniziativa, ha dichiarato: “…E’ una nuova tappa che il servizio pubblico sta facendo per recuperare terreno sul digitale terrestre e per il miglioramento della qualità per tutti i cittadini, gratuita”.
La Rai, infatti, ha i diritti degli Europei in esclusiva, tramontata l’ipotesi di cederli in parte a Sky Italia.
“C’erano difficoltà già all’origine – ha riferito – ma è poi da tre mesi almeno che Sky ci ha segnalato la sua indisponilibilità”.
Intanto le immagini in alta definizione saranno trasmesse nelle aree di Roma, Milano, Torino e delle due regioni che hanno avviato il processo di passaggio alla tecnologia di trasmissione radioTv in digitale terrestre, ovvero Valle D’Aosta e Sardegna.
“…Si tratta di aree in cui vivono milioni di cittadini – ha sottolineato Cappon – che potranno accedere in forma gratuita alle trasmissioni”.
Dovranno avere, però un decoder, il cui costo si aggira intorno ai 150-180 euro, ha spiegato Luca Balestrieri, responsabile del digitale terrestre che ha partecipato alla conferenza insieme a Francesco De Domenico, presidente del Cda di Raiway.
Con questa sperimentazione, la Rai lancia l’alta definizione sul digitale terrestre e apre la strada a un mercato importante per il futuro della televisione: oggi in Italia i televisori compatibili con l’alta definizione sono già quasi quattro milioni, ma le trasmissioni sono solo da satellite e a pagamento. Il digitale terrestre consente invece di aprire il capitolo dell’HD per la televisione gratuita.
“La Rai – ha sottolineato Balestrieri – sente l’esigenza di portare l’alta definizione anche nella Tv gratuita. La disponibilità delle frequenze è ancora ridotta ma grazie alle nuove tecnologie dovremmo raggiungere l’obiettivo entro il 2009- 2010. L ‘Europa sull’alta definizione è ancora indietro rispetto agli Stati Uniti. Quello che faremo con gli europei di calcio non è una sperimentazione ma solo un’anticipazione di quello che in futuro sarà un mercato forte”.
In ogni caso per vedere se la propria zona è coperta o meno dal servizio, verrà predisposto un sito web che permetterà a ciascuno, tramite il codice di avviamento postale, di sapere se la sua zona è coperta dall’alta definizione.
“…I test – ha detto ancora Cappon – andranno avanti ancora per un paio d’anni e prevede come prossima tappa la trasmissione con le stesse modalità per i Mondiali di ciclismo su strada di Varese, che si svolgeranno in autunno. Le trasmissioni regolari – come previsto nel piano industriale – cominceranno invece nel 2009, nelle aree all digital”.
Sulle strategie, “La Rai sta facendo tanto in termini di piattaforme digitali alternative al satellite, grazie anche ai centri d’eccellenza presenti nel nostro paese. I nostri canali, negli ultimi tempi, hanno registrato una crescita significativi in termini di ascolti. La strategia che stiamo adottando riguarda anche i contenuti – ha continuato Cappon – puntiamo molto sullo sport e speriamo che le industrie comincino a mettere nel mercato della grande distribuzione un elevato numero di decoder HD”.
La Rai sta facendo passi di gigante in questa tecnologia. Giusto il mese scorso ha siglato un importante accordo con BBC e NHK per la ricerca nella “super Alta Definizione”.
Dopo diverse riunioni, le Tv statali hanno deciso che la NHK e la BBC porteranno avanti studi sulle tecnologie di compressione delle immagini in “super Alta Definizione”, anche applicata all’Ultra-HDTV (High Definition Television), sedici volte migliore dei 1080p dell’attuale alta definizione.
La NHK e la Rai si interesseranno invece alla trasmissione via satellite del segnale ultra-HDTV nella banda dei 21 gigahertz (GHz).
L’operazione prevede lo scambio di ricercatori e l’organizzazione di diversi eventi in comune.
L’Ultra-HD è un formato video digitale attualmente in via sperimentale proposto dalla giapponese NHK e che potrebbe essere pronto per il mercato nel 2015 a anche prima.
Un film in UHDV manterrà l’attuale formato 16:9 utilizzato anche per l’HDTV ma, come il nome stesso lascia intendere, offrirà una risoluzione video senza precedenti. Se l’attuale HDTV (e più precisamente il formato Full HD) ha una risoluzione massima di 1920 × 1080 pixel, la futura UHDV potrà arrivare fino a 7.680 × 4.320 pixel (per un totale di circa 33 Megapixel). Un singolo fotogramma UHDV quindi sarà 4 volte più largo e più alto di un fotogramma dell’attuale HDTV per una superficie totale ben 16 volte maggiore.
Si apprende inoltre che nelle prossime settimane la Rai renderà noti i primi numeri del Qualitel, il nuovo indice di gradimento dei programmi televisivi previsto dall’articolo 3 del nuovo Contratto di Servizio 2007-2009.
Come ha spiegato il Ministero delle Comunicazioni, “…Il Qualitel nasce dall’esigenza della Rai di puntare sulla sua differenza rispetto agli altri modelli televisivi, la Tv pubblica italiana non corre tanto rischi per gli ascolti quanto per la qualità. Negli ultimi anni la Rai ha cominciato a inseguire la Tv commerciale sul suo terreno correndo un forte rischio di omologazione”.
Il Qualitel sarà calcolato su un campione di circa un migliaio di persone che potranno esprimere il gradimento dei programmi, anche non visti per intero, di qualsiasi genere e di tutte le fasce orarie, con un punteggio che va da zero a cento.
Come spiega la nota, in particolare saranno cinque i livelli di giudizio: cinque diversi metodi di rilevazione applicati ad altrettante specifiche tipologie di offerte televisive. Nella prima fase si chiede al pubblico quanto siano state gradite le trasmissione della fascia oraria più importante, quella delle 20-24, che determina la maggior parte degli investimenti pubblicitari. Nella seconda fase invece il giudizio sulle altre fasce orarie, nella terza quello sulle trasmissioni per minori. Nella quarta si rileva il gradimento di chi guarda l’offerta Rai su Internet. La quinta fase riguarda, infine, la misurazione della reputazione generale della Tv del servizio pubblico.