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Grande interesse per gli asset britannici di Tiscali che rappresentano circa due terzi del suo giro d’affari. Nel Regno Unito il gruppo conta 2,4 milioni di clienti per i servizi Internet.
A sottolinearlo è questa volta il Financial Times che cita i nomi di tre grosse aziende d’oltremanica: Carphone Warehouse, BT e BSkyB. Tuttavia, viene sottolineato che una fonte vicina a BT ha definito al momento improbabile un’offerta.
A inizio settimana, l’Isp sardo ha formalizzato la nomina dei due advisor finanziari, JP Morgan e Banca IMI per valutare eventuali opzioni strategiche volte a creare valore per gli azionisti. Borghesi Colombo & Associati agirà come consulente della società.
In merito alle indiscrezioni apparse nei giorni scorsi sulla stampa e su richiesta di Consob, la società ha, però, precisato che non ci sono offerte formali da parte di operatori né per il gruppo né per i singoli asset. Nelle sale operative si speculava in relazione alla possibile valorizzazione delle offerte per gli asset di Tiscali.
Un’operazione del genere, scrive FT, potrebbe interessare Carphone soltanto se a “un giusto prezzo”.
Secondo fonti di mercato interpellate, infatti, il valore di questi asset potrebbe aggirarsi tra i 550 – 650 milioni di sterline (circa 700 – 828 milioni di euro): un prezzo troppo alto per Carphone.
Della stessa convinzione Jonathan Groocock, analista di Investec Securities, che pensa si tratti di un prezzo “troppo generoso”, considerando il grande lavoro per integrare le diverse piattaforme, individuando una giusta offerta in 425-510 milioni di sterline.
Al momento Carphone, BT e BSkyB hanno declinato ogni commento. Massimo Cristofori, direttore finanziario dell’Isp, ha sempre sottolineato che la società preferirebbe non smembrare le varie attività. Ma secondo un analista di Ovum Research, Michael Philpott, visto il limitato numero di interessati a entrambi gli asset – quelli italiani e britannici – alla fine si potrebbe essere costretti a optare per questa soluzione.
Se Carphone acquistasse gli asset britannici di Tiscali diventerebbe il primo Isp del Paese, davanti a BT e Virgin Media.
Lo scorso settembre, con l’acquisto di Pipex per 210 milioni di sterline, Tiscali è diventato il quarto più importante fornitore di banda larga del Paese.