Unione Europea
“PrimeLife” (Privacy and Identity Management in Europe for Life) è un nuovo progetto di ricerca triennale, finanziato dal 7° Programma Quadro dell’Unione Europea con 10 milioni di euro. E’ coordinato dal Laboratorio di Ricerca di Zurigo e si propone di sviluppare soluzioni che consentano agli utenti di gestire e controllare, per tutta la vita, i propri dati personali e la propria privacy ogni volta che utilizzano tecnologie Web 2.0, quali reti sociali o comunità virtuali.
Oggi la natura sempre più collaborativa di Internet consente a chiunque di creare servizi e di distribuire informazioni e nel tempo tutti lasciano una scia di dati personali. Questo nasconde numerose insidie in termini di potenziali utilizzi imprevisti dei dati. Ad esempio, i datori di lavoro potrebbero accedere ai profili inseriti nelle community on line dal candidato prima di invitarlo a un colloquio di lavoro. O ad esempio, in alcuni paesi, le reti sociali hanno utilizzato dati sulle abitudini di acquisto online o sulle preferenze personali dei clienti senza il loro consenso.
Tali incidenti sollevano nuove e sostanziali sfide per la privacy soprattutto con la diffusione delle nuove applicazioni emergenti come gli scenari collaborativi e le comunità virtuali.
Il progetto PrimeLife della Ue affronta questi temi. In primo luogo, si occuperà di fornire privacy e gestione dell’identità scalabili e configurabili nei nuovi servizi e applicazioni internet emergenti, quali comunità virtuali e applicazioni collaborative Web 2.0. Successivamente si impegnerà a proteggere la privacy degli individui per tutta la loro vita. Nel corso di una vita di interazioni digitali, ogni individuo lascia una moltitudine di impronte virtuali, e i progressi tecnologici facilitano la raccolta di dati su vasta scala, l’archiviazione illimitata, nonché il riutilizzo e il collegamento a vita di queste tracce digitali.
PrimeLife consentirà agli individui di risolvere i problemi fondamentali di privacy e di fiducia relativi a queste sfide. L’obiettivo a lungo termine è contrastare la tendenza a creare tracce di dati personali a vita, senza compromettere la funzionalità delle nuove applicazioni.
“Puntiamo a sviluppare un toolbox, che si potrebbe descrivere come un ‘gestore dei dati’ elettronico”, spiega Jan Camenisch, PrimeLife technical leader presso lo Zurich Research Lab IBM. “Il gestore dei dati fornisce agli utenti una panoramica dei dati personali da loro utilizzati, specificando quando, dove e come. Consente agli utenti di definire impostazioni e preferenze di privacy di default per tutti i tipi di applicazioni e avverte l’utente se le applicazioni richiedono dati per altre finalità”.
Risolvere questi problemi richiede un progresso sostanziale in molte tecnologie di base. PrimeLife promuoverà lo sviluppo di soluzioni nelle aree delle interfacce uomo-computer (HCI), linguaggi per “politicies” configurabili, federazioni di Web services, infrastrutture e crittografia per il potenziamento della privacy. Il progetto rappresenta un ampliamento delle tecnologie sviluppate nel precedente progetto Ue PRIME, nel quale il centro di Zurigo aveva assunto ancora una volta la direzione tecnica.
Diversi partner di PrimeLife fanno parte di gruppi di settore e di standardizzazione, quali PLING del World Wide Web Consortium, Liberty Alliance, ISO/IEC JTC 1 e ITU. PrimeLife inoltre collaborerà e interagirà con le comunità Open Source di riferimento, quali Higgins, oltre ad altri progetti di ricerca, al fine di raggiungere la sostenibilità di questi risultati di progetto.
Il consorzio multidisciplinare di PrimeLife è composto da centro di Ricerca di Zurigo, che coordina il progetto, e da i seguenti partner: Center for Usability Research & Engineering, Austria; Katholieke Universiteit Leuven, Belgio; GEIE ERCIM, Francia; Unabhängiges Landeszentrum für Datenschutz Schleswig-Holstein, Technische Universität Dresden, Johann Wolfgang Goethe-Universität Frankfurt am Main, Europäisches Microsoft Innovations Center GmbH, Giesecke & Devrient GmbH e SAP AG, Germania; Università degli Studi di Bergamo e Università degli Studi di Milano, Italia; Stichting Katholieke Universiteit Brabant, Paesi Bassi; Karlstads Universitet, Svezia; e Brown University, Stati Uniti d’America.