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La notizia era nell’aria già da tempo, ma è stata ufficializzata solo ieri: Motorola si appresta a separare la divisione mobile per dare vita, a partire dal
Lo spin-off dovrebbe consentire alla compagnia di Schaumburg di placare il malumore degli azionisti – Carl Icahn in primis – e di avviare una fase di rilancio del gruppo, che ha segnato il passo negli ultimi anni di fronte alla sempre più agguerrita concorrenza nel settore dei cellulari.
All’orizzonte potrebbe anche profilarsi l’ipotesi di un’eventuale cessione delle attività mobili o di una joint venture con un partner forte: il Wall Street Journal avanza l’ipotesi di un’unione con Nortel, mentre il Financial Times accredita in pole position i gruppi asiatici ZTE (Cina), Samsung e LG (Corea).
La divisione che si occupa della produzione di telefonini – un tempo leader del mercato mondiale – ha molto sofferto negli ultimi anni di fronte alla concorrenza dei rivali Nokia e Samsung, forti di un portfolio prodotti più ricco e variegato e in grado di rispondere alle mutate esigenze di un mercato diviso tra chi ha bisogno di cellulari sempre più ‘smart’ – nei ricchi e saturi mercati occidentali – e chi non può spendere più di 20 dollari per averne uno e connettersi col resto del mondo. A complicare ancor più le cose, anche l’arrivo sul mercato mobile di colossi come Apple e RIM, che coi loro prodotti di punta – l’iPhone e il BlackBerry – hanno completamente ribaltato il concetto di telefonino.
La decisione di scorporare la divisione di telefonia mobile e di creare due compagnie indipendenti – Mobile Devices e Broadband & Mobility Solutions – una dedicata ai cellulari e l’altra alle infrastrutture per reti a banda larga, “…segue un processo di revisione intrapreso dal management e dal cda, insieme ad advisor indipendenti”, ha spiegato il numero uno di Motorola, Greg Brown.
L’operazione garantirà, secondo Brown, “…una maggiore flessibilità, e migliori opportunità di investimento per gli azionisti”, ma non intaccherà le priorità del gruppo che rimane fermo nella sua intenzione di “migliorare le performance della divisione Mobile Device attraverso l’offerta di prodotti convincenti che soddisfino le esigenze dei clienti e dei consumatori di tutto il mondo”.
In questa mission, rientra anche la ricerca di un nuovo Ceo per la divisione dei cellulari: “….crediamo fermamente nel nostro brand, nella nostra gente e nella nostra proprietà intellettuale e siamo convinti che
Il nuovo patron è in forze al gruppo solo dal 1° gennaio, in sostituzione di Ed Zander che ha pagato la sconfitta commerciale e finanziaria del gruppo.
Nella classifica mondiale dei vendor, infatti, il gruppo statunitense ha ceduto il secondo posto alla sudcoreana Samsung: il gruppo americano è passato da una quota di mercato pari al 21% nel 2006 al 14,1% nel 2007, mentre Samsung è passata dall’11,3% del 2006 al 14,3%, grazie al successo dei modelli 3G che hanno rappresentato il 16% delle vendite.
Il tracollo della divisione Mobile Device è costato alla società una perdita netta di 49 milioni di dollari nel
Il miliardario Carl Icahn, uno tra i maggiori detrattori dell’ex Ceo Zander, e tra i maggiori azionisti con il 6,4% , auspicava da tempo questa operazione. Secondo Icahn – che nei giorni scorsi ha portato l’azienda in tribunale chiedendo di conoscere la reale situazione patrimoniale e i dettagli della strategia per promuovere lo sviluppo della società – “…Motorola si sta muovendo ora nella direzione giusta, anche se la strada verso il risanamento è ancora lunga”.
Icahn si batte da tempo per conquistare 4 posti nel cda di Motorola per poter valorizzare proprio la malconcia attività di telefonia mobile.
I vertici hanno fin qui resistito all’assalto, giudicando tra l’altro uno dei pretendenti – Keith Meister – inadatto al ruolo che il 72enne manager avrebbe voluto affidargli.
Sembra però che la strategia di Icahn abbia avuto