Tv mobile: il DVB-H piace a tutti? Per Qualcomm la decisione Ue, ‘Rischia di uccidere il mercato. La scelta dovrebbe spettare agli operatori’

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Mobile TV Samsung

La Commissione ha deciso di inserire il DVB-H (Digital Video Broadcasting Handheld) nell’elenco degli standard ufficiali della Ue, che è destinato a promuovere l’offerta armonizzata di servizi tlc in tutta l’Unione.

Questa decisione rappresenta una nuova tappa in vista della realizzazione di un mercato unico per la Tv mobile in Europa, che permetterà a tutti gli eurocittadini di guardare la televisione anytime e anywhere.

Un mercato stimato in 20 miliardi di euro e 500 milioni di telespettatori in tutto il mondo nel 2011.

 

Soddisfazione per Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’informazione e i media, per questo provvedimento preso dalla Commissione in stretta cooperazione con gli Stati membri e il Parlamento europeo.

“Affinché la Tv mobile possa decollare in Europa sono necessarie innanzitutto certezze in materia di tecnologia”.

E ha annunciato che i prossimi passaggi per l’attuazione della strategia comunitaria per la diffusione mobile comprenderanno “la definizione di orientamenti sui regimi di autorizzazione e la promozione di sistemi di gestione dei diritti basati, così come avviene per il DVB-H, su standard aperti”.

 

Per Bruxelles, l’adozione del DVB-H a livello comunitario permetterà agli operatori e agli altri soggetti attivi nel settore di beneficiare di un mercato sufficientemente grande per lanciare servizi di Tv mobile destinati al grande pubblico in tutta la Ue.

 

Uno standard comune europeo apporterà inoltre vantaggi ai consumatori che potranno guardare la Tv sul proprio cellulare o dispositivo mobile in qualsiasi momento e in qualsiasi parte d’Europa.

La Ue sottolinea anche che, dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, gli Stati membri saranno tenuti a incoraggiare l’utilizzo del DVB-H.

 

Questo esplicito sostegno alla famiglia di norme DVB, che comprende in particolare le norme DVB-T, DVB-H e DVB-SH, costituisce inoltre un segnale forte rivolto ai paesi terzi che stanno per scegliere una tecnologia per la diffusione digitale e mobile.

 

Attualmente il DVB-H è lo standard più utilizzato per la televisione mobile nella Ue. In 16 Paesi sono in corso test o si è ormai prossimi al lancio commerciale. Servizi DVB-H commerciali sono già disponibili in Italia, mentre nei prossimi mesi è atteso il lancio in Finlandia, Austria, Francia, Svizzera e Spagna.

 

Per la Ue, l’esistenza di un sistema trasparente in materia di diritti di proprietà intellettuale, basato su condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie e che permetta la fornitura di dispositivi a basso costo è un fattore chiave per il successo della Tv mobile.

“La Commissione continuerà a seguire da vicino i progressi realizzati nella creazione di un pool di brevetti per il DVB-H”.

 

Per una rapida adozione di tali servizi sono indispensabili procedure efficienti per l’autorizzazione degli operatori di Tv mobile. Nel febbraio 2008 la Commissione ha discusso delle migliori pratiche per l’autorizzazione della Tv mobile con i rappresentanti del settore e con gli Stati membri e ha chiesto a tutte le parti interessate di apportare contributi in materia. Sono in fase di preparazione orientamenti sulle best practices per aiutare gli Stati membri ad introdurre la Tv mobile senza ritardi. Un quadro normativo sufficientemente flessibile e un sistema di licenze ben definito assicureranno alle imprese del settore la certezza giuridica necessaria per permettere loro di lanciare i servizi senza eccessivi ostacoli.

 

Come ha spiegato la Reding, la Ue ritiene che il 2008 sarà un anno decisivo per la Tv mobile grazie a importanti manifestazioni sportive che avranno luogo nel corso dell’anno, quali gli europei di calcio e le olimpiadi, che offriranno un’occasione unica di far conoscere ai consumatori i nuovi servizi e promuoverne l’adozione. Attualmente la Corea del Sud e il Giappone contano 20 milioni di telespettatori mobili, più di 30 volte il numero di utenti nell’Ue. Questi concorrenti hanno compiuti sforzi enormi per promuovere i propri standard nel mondo intero, minacciando uno dei settori industriali europei più promettenti.

 

Il DVB-H è uno standard aperto sviluppato dal consorzio Digital Video Broadcasting (DVB). Esso fa parte di una famiglia di standard interoperabili che dominano la radiodiffusione digitale dovunque nel mondo, assieme al DVB-S per la televisione digitale via satellite, al DVB-C per la televisione digitale via cavo e al DVB-T per la televisione digitale terrestre.

 

Alcatel-Lucent sta sperimentando lo standard ibrido che intende adattare il DVB-H alle frequenze satellitari in S-band (2,17 – 2,22 GHz), per evitare il problema del sovraffollamento nella banda televisiva UHF che molti carrier europei pensano di usare nella Tv mobile.

 

La decisione della Ue non è andata giù ad alcuni produttori, primo fra tutti Qualcomm che in più occasioni ha sostenuto fortemente la validità del formato MediaFLO (Media Forward Link Only), nonostante l’ammissione dei notevoli ritardi accumulati in un settore a forte crescita.

Uno Studio di OC&C ha evidenziato che per quanto riguarda l’aspetto tecnico, MediaFLO risulta molto interessante: buona efficacia spettrale e qualità delle immagini, brevi i tempi di zapping.

Tuttavia presenta almeno due limiti: la tecnologia di proprietà è un freno allo sviluppo su scala europea dove si preferiscono soluzioni aperte. D’altra parte è altrettanto difficile che gli attori abbandonino gli studi e gli investimenti realizzati fino a oggi a vantaggio di uno standard recente. E’ vero in effetti che MediaFLO ha ancora poco spazio, specie davanti alle sperimentazioni del DVB-H.

 

Jerry Hanley, Regional Director Business Development Europe MediaFlo per Qualcomm, ha precisato:“Niente è ancora definito. La nostra soluzione è qualitativamente migliore del DVB-H. E’ inoltre migliore la qualità del segnale all’interno degli edifici”.

“Una simile decisione – ha concluso – rischia di uccidere il mercato. La scelta dovrebbe spettare agli operatori. Uno standard unico non rappresenta una buona soluzione. Le tecnologie possono coesistere, tanto più che MediaFLO è vicina al DVB-H. D’altronde anche i fornitori di servizi sono agnostici”.

 

 

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