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Rai: le nomine ai vertici di RaiNet sollevano la polemica. Staderini, ‘Accordi di spartizione in una logica di veltrusconismo’

Italia


Il Cda della Rai ha provveduto a rinnovare il vertice della consociata RaiNet, il cui mandato era scaduto da molto tempo, indicando per la presidenza Giampaolo Rossi e per la carica dell’amministratore delegato Piero Gaffuri.

Il Consiglio ha anche affidato l’interim della direzione Marketing a Franco Matteucci e nominato vice direttore Marcello Ciannamea. E’ stato inoltre dato mandato al Direttore generale di procedere all’unificazione delle attività Rai su Internet.

 

Nomine che non sono piaciute al consigliere Marco Staderini che ha lasciato la seduta del Cda, spiegando che “…come in altre occasioni, non condivido l’accordo di maldestra spartizione che si è consumato oggi”.

Dito contro “…il basso livello che il direttore generale Claudio Cappon porta avanti in azienda senza valorizzare le professionalità, bensì ricercando sempre più modesti accordi di spartizione all’interno del Cda in una logica di “veltrusconismo’”.

 

Staderini, “aldilà dei nomi“, critica “il metodo“. “…Ad esempio – ha spiegato in una nota – che a un dirigente, pur valido come Franco Matteucci, sia stato dato il terzo incarico importante. Non è un bel segnale per gli altri dirigenti dell’azienda”.

“…Da una parte, si è infatti affidato l’interim di una Direzione strategica come il Marketing a un dirigente, senza la specifica esperienza necessaria per ricoprire il ruolo e peraltro già impegnato in ben altri due incarichi direttoriali rilevanti. E ancorché – ha sottolineato – il Dg debba risolvere il problema di decine di dirigenti senza alcun ruolo, che in molti casi hanno già avuto ragione in Tribunale”.

 

Mentre per RaiNet, “…non capisco la logica della sostituzione di professionisti come Alberto Contri che avevano fatto risultati importanti che sembrano essere totalmente ignorati”.

“…Il Dg non ha neanche sentito il dovere di dare risposta alle molte osservazioni avanzate da Contri e alle sue denuncie che meritano, viceversa, un’attenta valutazione dell’Audit interno e del Collegio sindacale”.

 

Il consigliere ha, quindi, sostenuto che “…il mio gesto è di protesta per testimoniare un disagio, pur nella consapevolezza che la mia è una voce nel deserto”.

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